Daniela Capra

Qual è il ruolo dell’omeopatia nella medicina dello sport? 

Non è così comune per i medici dello sport avere competenze nell’uso dei farmaci omeopatici. Nonostante ciò, l’omeopatia può giocare un ruolo significativo: uno dei principi della medicina è “primum non nŏcēre”, ovvero “per prima cosa, non nuocere”. Quindi, se grazie all’omeopatia si gestisce un sintomo minimizzando gli effetti collaterali sulla salute e sulle performance dell’atleta, questo approccio è indubbiamente vantaggioso.

Generalmente, gli atleti che si affidano all’omeopatia consultano un medico omeopata, il quale spesso non coincide con il medico della squadra. Il mio caso è un po’ particolare, poiché, oltre a essere un medico dello sport, ho sempre integrato l’omeopatia nella mia pratica. Infatti, gli atleti che seguo sono abituati a ricevere trattamenti che combinano entrambe le discipline mediche.

Crede che il numero di medici dello sport che adottano l’omeopatia sia destinato a crescere in futuro? Quale potrebbe essere un fattore determinante? 

Rispetto a dieci anni fa, ho notato un cambiamento positivo: sempre più pazienti e sportivi mostrano interesse per l’omeopatia. Non è così facile fare una previsione dato che esiste ancora un forte scetticismo tra molti colleghi. Con il tempo, è possibile che l’offerta di medici sportivi che integrano l’omeopatia possa ampliarsi per rispondere a questa crescente richiesta.

Come bilancia l’uso di trattamenti tradizionali e omeopatici nella gestione della salute degli atleti, garantendo loro una scelta condivisa, informata e consapevole?

È importante che il medico spieghi chiaramente il percorso terapeutico, illustrando sia i benefici dei trattamenti tradizionali che quelli dell’omeopatia. Personalmente, non sono mai impositiva, preferisco lasciare agli atleti la libertà di scelta. Durante la visita, è fondamentale spiegare dettagliatamente cosa comporta ogni trattamento. Quando è necessaria una terapia tradizionale, la prescrivo, ma spiego anche che, una volta raggiunta l’efficacia desiderata, è preferibile sostituirla gradualmente con una omeopatica. È essenziale essere autorevoli nel comunicare che questa integrazione porta al buon esito dell’iter terapeutico.

Come viene utilizzata l’omeopatia dagli atleti e dagli sportivi?

Non c’è una netta differenza di utilizzo tra di chi lo sport lo pratica per passione o per tenersi in forma e chi, invece, lo pratica come professione. Nell’attività professionale, dove le prestazioni sono cruciali, molti atleti preferiscono il farmaco omeopatico per due motivi. Il primo è evitare i possibili effetti collaterali della medicina tradizionale, che potrebbero compromettere le loro performance. Il secondo è dovuto alle restrizioni sui farmaci considerati doping: è necessaria una gestione della salute dell’atleta che eviti il rischio di violare le normative anti-doping. L’omeopatia offre una soluzione sicura, perché oltre a rispondere all’esigenza terapeutica, riduce il rischio di commettere errori involontari. Gli atleti sono più tranquilli sapendo che il medicinale omeopatico può essere utilizzato senza timore di incorrere in violazioni.

Quali sono i disturbi più frequenti?

Per quanto riguarda i disturbi trattati, dobbiamo fare una piccola, utile premessa: l’atleta, prima ancora di essere atleta, è un essere umano che può soffrire di problemi comuni, come una reazione allergica, un’influenza, un periodo di stitichezza, di nausea o vomito e via dicendo. Succede spesso che lo sportivo professionista non si rivolga più al medico curante, ma che il medico della squadra diventi il punto di riferimento per tutti i suoi problemi di salute.

Poi ovviamente c’è la componente traumatologica a cui è esposto un atleta – come infiammazioni, lesioni muscolari, stress e affaticamento – alle quali si risponde in maniera integrata. È importante sottolineare che ci sono situazioni, di gravità o emergenza, in cui è preferibile ricorrere a farmaci tradizionali. C’è forte consenso tra i medici che supportano l’omeopatia su questo aspetto di integrazione, riconoscendo l’importanza di utilizzare l’approccio più appropriato a seconda del caso specifico.

Gli infortuni sono specifici per ogni sport. Per i canoisti, è raro avere problemi agli arti inferiori – per esempio alle ginocchia e alle caviglie – mentre sono più comuni lesioni alle spalle, all’addome e alla schiena. Dopo anni di allenamenti quotidiani, è naturale che l’usura causi un’alta incidenza di infortuni, che però sono complessi da gestire, perché gli atleti non possono interrompere l’allenamento per un arco temporale prolungato. È quindi essenziale minimizzare il disagio con antidolorifici o antinfiammatori e successivamente, per il mantenimento utilizzare un supporto omeopatico.

Personalmente nella mia pratica quotidiana, apprezzo particolarmente l’omeopatia per le sue proprietà disintossicanti e depurative. Faccio un esempio: se un atleta deve seguire una terapia antinfiammatoria per qualche giorno, propongo poi di disintossicare i tessuti utilizzando il Cardo mariano e altre soluzioni.

Quali benefici specifici offre l’omeopatia, soprattutto in preparazione e durante competizioni di alto livello come le Olimpiadi?

Gli atleti partecipano a numerose competizioni importanti, come i campionati del mondo e gli europei, sia negli anni che precedono le Olimpiadi sia durante l’anno olimpico. Sono costantemente sotto pressione per molti mesi all’anno. I Giochi Olimpici, sebbene siano l’evento sportivo più seguito a livello mediatico, non sono tecnicamente diverse da altre competizioni. Paradossalmente, gareggiare in un mondiale o in un europeo può essere più impegnativo poiché vi partecipano più atleti di altissimo livello rispetto alle Olimpiadi, dove ogni nazione può portare un numero limitato di professionisti. Nel caso dei grandi eventi di interesse pubblico e internazionale, “i riflettori puntati” possono far aumentare il livello di stress e ansia: l’omeopatia può essere particolarmente utile, un valido supporto per aiutare il riposo e il rilassamento e per mantenere calma e concentrazione sotto pressione.

Riassumendo, quali sono le principali differenze tra l’omeopatia e i trattamenti medici tradizionali nel contesto della medicina sportiva?

Le principali differenze riguardano, innanzitutto, la salute e le prestazioni degli atleti. L’omeopatia è un’opzione terapeutica con minori effetti collaterali, il che la rende una scelta sicura per gestire vari disturbi senza compromettere il benessere generale dell’atleta. È un aspetto particolarmente importante per chi è sottoposto a intensi regimi di allenamento e competizioni, dove anche piccoli contrattempi possono influire negativamente sulle performance.

Un altro punto fondamentale è la facilità di utilizzo dei farmaci omeopatici che favorisce l’aderenza al trattamento e consente un’integrazione agevole nella routine quotidiana dell’atleta.

Infine, un aspetto cruciale è l’assenza di rischi legati ai controlli antidoping.