L’ingresso in menopausa rappresenta senz’altro un passaggio delicato nella vita di una donna. Una fase che coincide con la fine del periodo fertile e a cui si arriva gradualmente, nell’arco di qualche anno, a seguito di una ridotta funzionalità delle ovaie e dalla progressiva diminuzione della produzione di estrogeni.
La diminuzione nella produzione ormonale comporta cambiamenti sul piano biologico, che hanno evidenti ripercussioni sul piano fisico. Ma come ogni donna è diversa da un’altra, così i sintomi manifestati in menopausa non sono certo uguali tra loro. Se alcune non avvertono praticamente alcun fastidio, altre riferiscono la comparsa di vampate di calore e sudorazioni notturne, stanchezza, alterazioni dell’umore che possono andare dall’ansia alla depressione, ad attacchi di collera e rabbia. Alcune donne sono più preoccupate delle variazioni dell’assetto corporeo, come l’aumento di peso, la ritenzione idrica, la secchezza di pelle e mucose. Ci sono donne che faticano a dormire, si svegliano ripetutamente di notte, mentre altre lamentano dolori articolari che interferiscono con lo svolgimento delle attività quotidiane. Non è raro, poi, che si manifestino più sintomi contemporaneamente. Ogni donna si porta poi dietro il proprio vissuto e affronta psicologicamente questa fase a proprio modo.
Per questo motivo, la terapia indicata per una donna può non andare bene per un’altra: ogni menopausa infatti è diversa, perché ogni donna la affronta in modo assolutamente personale.
La medicina convenzionale offre la possibilità di assumere ormoni o altri farmaci uguali per tutti, che agiscono sui sintomi a livello chimico, ma non esenti da effetti collaterali e per alcune donne del tutto controindicati. D’altro canto, l’impiego dell’omeopatia consente un trattamento personalizzato, in grado di riportare la persona a una situazione di equilibrio, con un trattamento che corrisponde alle peculiarità e alle caratteristiche tipiche di quella paziente.
L’omeopatia permette di individuare un medicinale che possa curare la predisposizione di quella persona ad ammalarsi (tratta il “terreno” di quella persona) e al manifestare un corredo di sintomi piuttosto che altri. Si tratta di un’opportunità terapeutica più individualizzata, che prende in considerazione le modalità con cui ci si ammala e si guarisce, quale organo risulta più colpito o debole, facendo come un cortometraggio della vita di ogni paziente, che lo rende diverso da tutti gli altri.
Mi piace definire l’omeopatia uno strumento ulteriore nel “cassetto” dell’ambulatorio del medico per curare un paziente. Può essere somministrata a tutti, non ha effetti collaterali come i farmaci tradizionali, e agisce in tempi rapidi, se la diagnosi viene fatta correttamente e il medicinale omeopatico è quello giusto! Dico questo perché anche il medico omeopata, come il paziente, deve porsi con un atteggiamento umile nei confronti di questa disciplina…se una prescrizione non sortisce effetto, non significa che l’omeopatia non funzioni, ma che il medicinale molto probabilmente non è quello corretto, o va somministrato con una diluizione diversa. E penso che sia proprio questa umiltà a rendere il medico omeopata differente da altri specialisti; l’incontro con un paziente cambia ogni giorno anche il medico e rende questa professione a mio parere, bella e stimolante da esercitare.
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