Il cancro rappresenta oggi uno dei problemi di salute più diffusi nel mondo, solo in Italia nel 2023 sono stati diagnosticati 395.000 nuovi casi di tumore, nel mondo ne sono stimati 20 milioni e il dato è destinato ad aumentare. La sfida è quindi avanzare sempre di più nella ricerca per guarire il cancro e fare in modo che le cure siano ben tollerate dal paziente e possano impattare il meno possibile sulla loro condizione di salute generale e sulla loro qualità della vita.
In questo contesto, i medicinali omeopatici possono aiutare e accompagnare il paziente oncologico in tutte le fasi della malattia, dalla diagnosi e il conseguente shock emotivo, agli effetti collaterali delle terapie (chemioterapia, radioterapia, terapia ormonale…) fino al post trattamento.
L’omeopatia, inserita in un contesto di oncologia integrativa, viene sempre più riconosciuta per la sua capacità di attenuare disturbi come nausea, fatigue, e dolore muscolare, favorendo una gestione più efficace degli effetti collaterali rispetto ai soli trattamenti farmacologici. Studi scientifici mostrano che il ricorso a medicinali omeopatici potrebbe rappresentare un’opzione efficace per ridurre l’uso di farmaci tradizionali a supporto degli effetti secondari delle cure oncologiche, grazie alla mancanza di tossicità e interazioni farmacologiche. Il beneficio aggiuntivo risiede nella miglior tolleranza ai trattamenti, che si riflette positivamente sull’aderenza terapeutica, un aspetto essenziale per il successo delle terapie oncologiche.
Ripercorriamo alcuni tra gli studi più recenti dalla letteratura scientifica a disposizione.
Qualità della vita e riduzione degli effetti collaterali nei pazienti oncologici
Uno studio osservazionale multicentrico condotto dal prof. Bagot e dalla sua équipe di medici a Strasburgo* ha valutato il ruolo del medicinale omeopatico nella riduzione di effetti secondari dovuti al trattamento oncologico. I risultati mostrano una diminuzione del 50-70% degli effetti collaterali invalidanti come inappetenza, nausea, stanchezza cronica nel gruppo che ha utilizzato l’omeopatia in associazione ai trattamenti convenzionali per combattere il cancro. Lo studio ha evidenziato anche la soddisfazione da parte dell’83% dei pazienti che hanno utilizzato l’omeopatia a supporto della cura oncologica.
Recentemente, l’impatto dei trattamenti omeopatici sulla qualità (criterio principale) e sull’aspettativa di vita (criterio secondario) dei pazienti colpiti dal cancro del polmone a uno stadio avanzato è stato oggetto anche di uno studio multicentrico controllato randomizzato in doppio cieco**. I risultati mostrano che l’omeopatia, assunta ad integrazione delle terapie convenzionali, aiuta i pazienti a vivere meglio la malattia e la terapia oncologica riducendo in maniera significativa alcuni dei sintomi invalidanti.
* Bagot JL et Al. Use of Homeopathy in Integrative Oncology in Strasbourg, France: Multi-center Cross-Sectional Descriptive Study of Patients Undergoing Cancer Treatment. Homeopathy. 2021 Mar 4
** M. Frass et Al, Homeopathic Treatment as an Add-On Therapy May Improve Quality of Life and Prolong Survival in Patients with Non-Small Cell Lung Cancer: A Prospective, Randomized, Placebo-Controlled, Double-Blind, Three-Arm, Multicenter Study, in The Oncologist, 2020.
Omeopatia e aderenza alle terapie
Uno studio farmaco-epidemiologico*** ha utilizzato la banca dati sanitaria nazionale francese per valutare l’impatto di un trattamento omeopatico sulla qualità di vita di una vasta coorte di pazienti francesi con carcinoma mammario non metastatico (98mila pazienti) sottoposte a mastectomia. Per fare questo, si è tenuto conto del numero di farmaci convenzionali usati per alleviare gli effetti collaterali delle terapie oncologiche. In particolare, sono stati valutati sia i farmaci quali antiemetici e antidiarrea usati per alleviare effetti collaterali fisici, sia farmaci convenzionali che trattano disturbi quali ansia, depressione e disturbi del sonno.
I risultati evidenziano come il ricorso a trattamenti omeopatici complementari permetta una significativa riduzione dell’uso di farmaci per il controllo degli effetti avversi. In particolare, l’omeopatia è stata associata a un uso ridotto di corticosteroidi (-18%), antiemetici (-10%) e antidolorifici (-20%), suggerendo che possa contribuire a rendere i trattamenti convenzionali più tollerabili, con effetti benefici sull’aderenza terapeutica e sulla qualità di vita complessiva dei pazienti. Si tratta di risultati incoraggianti, che suggeriscono come l’omeopatia non solo allevi sintomi debilitanti, ma possa anche ridurre la necessità di altri farmaci.
*** 11- Medioni J, Scimeca D, Marquez YL, Leray E, Dalichampt M, Hoertel N, Bennani M, Trempat P, Boujedaini N. Benefits of Homeopathic Complementary Treatment in Patients With Breast Cancer: A Retrospective Cohort Study Based on the French Nationwide Healthcare Database. Clin Breast Cancer. 2023
Valutazioni qualitative e testimonianze dei pazienti
Diversi centri di riferimento per l’oncologia integrativa, soprattutto in Francia e in Austria, hanno condotto studi qualitativi su pazienti oncologici in cura. Dalla diagnosi iniziale al post-trattamento, l’approccio integrato offerto dall’omeopatia si è dimostrato prezioso non solo per la salute fisica, ma anche per il supporto psicologico. Le testimonianze dei pazienti riportano un sollievo concreto dai disagi psicofisici, che migliorano la loro qualità di vita e supportano la motivazione a seguire il percorso terapeutico. L’approccio integrativo, quindi, non si limita alla terapia del cancro ma abbraccia la persona nella sua interezza, migliorando l’interazione tra cure convenzionali e complementari.
Includere questi aspetti aiuterà a offrire una visione più completa dell’omeopatia come parte integrante dei moderni percorsi di oncologia integrativa.
Il futuro dell’oncologia integrativa
Nel contesto internazionale, un crescente interesse verso l’integrazione dell’omeopatia nei percorsi oncologici è supportato da centri specializzati e gruppi di ricerca in oncologia integrativa. Sebbene l’omeopatia non curi il cancro, essa è considerata dai pazienti come un valido supporto complementare, capace di alleviare disagi e migliorare il benessere psicofisico durante tutto il percorso di cura.