Cos’è l’abbronzatura
L’abbronzatura, quella colorazione così piacevole della nostra pelle, rappresenta in realtà una forma di protezione che le nostre cellule cutanee producono in risposta all’esposizione ai raggi UV. Quando i raggi del sole colpiscono la nostra pelle, infatti, stimolano una serie di meccanismi di difesa, il più importante dei quali è l’aumento della produzione di melanina, che viene trasferita dai melanociti ai cheratinociti; qui la melanina si dispone attorno al nucleo delle cellule cutanee per proteggerne il DNA, diventando uno schermo naturale e assorbendo l’energia dei raggi solari. I raggi ultravioletti, oltre a stimolare la produzione di melanina, stimolano l’aumento della produzione di cheratina, che determina un ispessimento dello strato corneo.
L’importanza di non trascurare la protezione della nostra pelle dagli effetti del sole
Nel 1975 il Professore Fitzpatrick della Harvard Medical School propose una classificazione dei fototipi, basandosi su come la pelle reagisce all’esposizione ai raggi UV. La definizione di fototipo si basa sulla quantità e sulla qualità della melanina in condizioni basali della pelle, quindi quando non siamo abbronzati.
A seconda di questi parametri si riconoscono 6 fototipi differenti:
- tipo 1 – soggetto con una pelle molto chiara con capelli rossi o biondi, occhi di colore chiaro, che si scotta sempre se non protetto e non si abbronza mai;
- tipo 2 – soggetto a pelle e occhi chiari, con capelli biondi o castani che riesce ad ottenere un’abbronzatura minima e si scotta facilmente;
- tipo 3 – soggetto con capelli castani, occhi bruni e pelle moderatamente chiara, che tende ad abbronzarsi gradualmente ottenendo un colorito marrone chiaro e raramente si scotta;
- tipo 4 – soggetto con capelli neri, occhi scuri e carnagione tendente allo scuro, che difficilmente si scottano e si abbronzano ottenendo un colorito nocciola;
- tipo 5 – soggetto con capelli neri, occhi scuri e pelle olivastra, che si abbronza;
- tipo 6 – soggetto con capelli neri, occhi molto scuri e pelle nera, il cui colore non varia con l’esposizione al sole, insensibile ai raggi solari.
Ogni persona reagisce in modo diverso alle radiazioni solari e il fototipo identifica il tipo di risposta della pelle al sole, in base ad alcune caratteristiche fisiche e alla capacità di adattamento ai raggi solari.
Esporsi al sole, nel modo corretto, ha effetti positivi
L’esposizione ai raggi UV non ha solo effetti negativi, ma anche effetti positivi. I raggi UV hanno un ruolo fondamentale nella sintesi della Vitamina D, fondamentale per le nostre ossa. Per ottenere la naturale sintesi di questa vitamina è però sufficiente una minima esposizione al sole: durante il periodo estivo bastano 30 minuti al giorno, indossando una maglietta a maniche corte e gonna o pantaloncini.
Non meno importante è l’azione antidepressiva svolta dall’esposizione ai raggi UV: le radiazioni solari stimolano infatti la liberazione di Dopamina, Serotonina, GABA e Cortisolo e riducono il livello della Melatonina.
Esporsi al sole ha dunque effetti positivi, ma bisogna prestare molta attenzione al come e al quanto ci si espone, evitando esposizioni incaute e seguendo le regole tanto propagandate: non esporsi nelle ore più calde e utilizzare sempre prodotti foto protettivi, anche quando si è già abbronzati.
Alla nascita siamo tutti dotati di un “budget solare”, cioè la quantità di sole totale alla quale potremmo esporci senza avere danni nell’arco della nostra vita. Questo “capitale sole” è determinato geneticamente e si riduce gradualmente ad ogni esposizione al sole, fino a esaurimento. A quel punto la nostra pelle perde le capacità riparative ai danni e iniziano a manifestarsi le alterazioni patologiche: inizialmente le macchie poi il foto invecchiamento, fino ad arrivare ai tumori della pelle.
Come prepararsi alle prime esposizioni al sole
L’esposizione al sole genera un aumento della liberazione dei radicali liberi, molecole prodotte dal nostro metabolismo cellulare che supportano il sistema immunitario e che, a basse concentrazioni, contribuiscono ai meccanismi fisiologici del nostro organismo.
Un eccessivo accumulo di radicali liberi può portare uno stress ossidativo, con successivo danno al DNA delle cellule esposte. Diversi studi hanno dimostrato come alcune sostanze contenute in specifiche piante e alimenti possiedano proprietà antiossidanti e dunque una corretta alimentazione ha un ruolo importante per prepararsi all’esposizione solare. I più importanti antiossidanti sono la Vitamina C, la Vitamina E, il Selenio, l’Omega 3, la Vitamina A, i Carotenoidi come licopene e beta carotene, tutti contenuti in abbondanza nella frutta e nella verdura di stagione, ma anche nel grano integrale, nell’olio extravergine di oliva e nel the verde. Prima di esporci al sole per un periodo di tempo prolungato è inoltre utile assumere integratori alimentari a base di sostanze antiossidanti di natura vitaminica (A, C, E), minerale (Zinco, Selenio) e altre.
Importante, inoltre, utilizzare creme foto protettive elevate, da applicare con regolarità ogni tre ore durante le esposizioni prolungate al sole, dal primo all’ultimo giorno di vacanza. Questo perché, dopo tre ore, i filtri chimici contenuti nelle creme sono ridotti e quindi non più efficaci. Proteggersi non vuole dire non abbronzarsi: i protettori solari vanno applicati anche quando l’esposizione al sole è per breve tempo o in una giornata nuvolosa e fare spesso il bagno richiede applicazioni più frequenti.
Non dimentichiamo, inoltre, di proteggere il capo, soprattutto se abbiamo perso la naturale protezione dei capelli. Anche i bulbi possono, infatti, subire un danno dall’eccessiva esposizione al sole, che sconteremo poi in autunno.
Cosa fare se si ha una scottatura solare
A volte, nonostante le raccomandazioni del dermatologo, il sole ci ha sedotti, siamo rimasti incantati da un paesaggio o dalla piacevolezza della campagna, dimenticando di mettere in atto le procedure di protezione, e così ci ritroviamo con una scottatura solare.
Le ustioni solari sono la conseguenza di un’eccessiva e incauta esposizione alle radiazioni UV e, a differenza di altri tipi di ustioni, come quelle prodotte da contatto con sostanze o superfici bollenti o quelle indotte dal contatto con sostanze caustiche, sono reazioni fotochimiche. I raggi UV penetrati nella cute vengono assorbiti da molecole, dette cromofori, che innescano una reazione infiammatoria con produzione di citochine. Per questa ragione l’ustione solare raramente si manifesta prima di 4 ore dall’esposizione, con un apice dopo 8-24 ore e di solito si risolve nel giro di qualche giorno. Può presentarsi come un semplice bruciore con eritema, ma può essere anche intensamente doloroso, con edema e bolle.
Contrariamente a un diffuso pregiudizio, l’eritema solare non è lo scotto da pagare per ottenere un’abbronzatura più intensa, ma l’espressione di uno stato di infiammazione che indica un danno subito dalla pelle.
Secondo la mia esperienza clinica, l’omeopatia può venirci incontro, con medicinali differenti a seconda della manifestazione.
Un altro effetto cutaneo acuto dell’esposizione alle radiazioni solari è la fotodermatite, comunemente conosciuta come allergia al sole o eritema solare, che compare anche quando ci si è protetti e dopo esposizioni brevi al sole. Le fotodermatiti sono caratterizzate da un’eccessiva risposta cutanea infiammatoria alle radiazioni UV e i sintomi compaiono rapidamente dopo l’esposizione al sole; in questi casi l’omeopatia risulta molto utile come terapia preventiva.
Da ricordare che un trattamento omeopatico non impedisce di esporsi al sole nelle giornate successive e soprattutto che i medicinali omeopatici non sono fotosensibilizzanti.
Una medusa mi ha toccato! Che Faccio?
Sarà capitato più o meno a tutti, nuotando o giocando nell’acqua, inaspettatamente di avvertire un intenso dolore provocato dal contatto con una medusa, che causa una reazione urticante immediata, dovuta alla liberazione di sostanze tossiche. Le meduse sono note per il loro aspetto gelatinoso, a volte quasi trasparente, e sono provviste di tentacoli che per contatto liberano il veleno urticante. I sintomi più comuni del contatto con una medusa sono forte bruciore che può diventare dolore, eritema intenso con comparsa di pomfi, vescicole o bolle.
La prima cosa da fare quando si viene punti è uscire dall’acqua e assicurarsi che nella zona colpita non vi siano parti di medusa, che in caso possono essere raschiate utilizzando un coltello o una paletta, per poi risciacquare con acqua di mare.
Una volta pulita la parte interessata, è possibile applicare creme a base di Calendula, prezioso rimedio dall’azione antinfiammatoria, antisettica e cicatrizzante, o creme a base di Aloe, anche questa pianta apprezzata per le sue proprietà lenitive e cicatrizzanti.