Circa il 6% dei bambini in età prescolare si ammala con maggior frequenza degli altri, fenomeno questo che regredisce spontaneamente dopo i 6-7 anni.
Abbiamo parlato dell’immaturità del sistema immunitario del bambino, ma ovviamente esiste la genetica, ossia una predisposizione individuale: non tutti si ammalano nello stesso modo e con la stessa frequenza. Questo perché ogni bambino ha una sua costituzione che gli è data dai genitori, ma soprattutto ha una storia familiare che lo predispone ad ammalarsi più o meno frequentemente e di determinate patologie.
Alla genetica dobbiamo aggiungere l’ambiente: i bambini esposti a fattori quali il fumo passivo di sigarette, quello dei camini, inquinamento ambientale in genere, l’inserimento precoce al nido, sono quelli che avranno maggiore probabilità di avere infezioni ricorrenti.
Le infezioni ricorrenti nei bambini: i fattori di rischio e l’uso di antibiotici
Sicuramente con l’avvicinarsi della stagione invernale i virus respiratori (come rhinovirus, adenovirus, virus parainfluenzali e influenzali) “la fanno da padroni”, ma anche batteri (streptococco, pneumococco, haemophilus influenzae, ecc.).
In particolare, come dicevamo, i bambini che frequentano il nido sono quelli più esposti per una serie di motivi: oltre all’immaturità del sistema immunitario di cui abbiamo già detto, nelle comunità scolastiche dei piccoli c’è molta promiscuità perché a quell’età i bambini portano tutto alla bocca, gattonano, si scambiano giochi e a volte ciucci, nelle aule non sempre viene fatto un adeguato ricambio d’aria, le temperature delle aule sono spesso troppo elevate. Tutto ciò fa sì che i virus vengano trasmessi più facilmente da un bimbo all’altro.
Benché, quindi, sia fisiologico che alcuni bambini piccoli si ammalino più frequentemente di altri, le infezioni ripetute si ripercuotono negativamente in primis sul benessere del bambino (il bimbo malato si alimenta poco e male, ha disturbi del sonno, ecc.) ma incidono negativamente anche come costo sociale (giornate di lavoro perse per i genitori) e sanitario (maggior utilizzo di farmaci, soprattutto maggior utilizzo di antibiotici).
Sappiamo oggi che uno dei grossi problemi emergenti è lo sviluppo di germi resistenti agli antibiotici. La maggior prescrizione di antibiotici avviene, nel caso dei bambini, da parte dei pediatri curanti, e questo per una serie di motivi: l’impossibilità di effettuare sul territorio test diagnostici che consentano di discriminare un’infezione batterica da una virale, l’utilizzo di antibiotici a largo spettro, il trattamento spesso prolungato delle terapie antibiotiche, ultimo ma non ultimo, la pressione dei genitori. Molti cicli di antibiotici vengono infine autosomministrati ai bambini da parte delle famiglie.
Le strategie preventive e gli approcci integrati per la salute infantile
Sicuramente alcune azioni preventive possono essere messe in atto già dai genitori: ove possibile, allattare il proprio bambino (sappiamo che il latte materno è ricco di anticorpi), evitare fattori predisponenti alle infezioni quali l’esposizione al fumo passivo (i genitori non dovrebbero mai fumare accanto ai propri figli neanche in spazi aperti e non dovrebbero prendere in braccio i loro piccoli subito dopo aver fumato), mantenere una corretta alimentazione del bambino, che deve essere ricca di frutta e verdura che apportano vitamine e sali minerali. Se possibile, sarebbe opportuno anche ritardare l’inserimento al nido. Evitare di autosomministrare farmaci ai propri bambini, ma consultare il pediatra curante che valuterà di volta in volta la terapia da effettuare.
Il pediatra omeopata, in particolare, ha delle conoscenze che gli consentono di prescrivere anche terapie preventive e personalizzate per ogni bambino.
Sicuramente è importante mantenere una flora intestinale eubiotica (sappiamo che i primi anticorpi, le IgA secretorie, vengono creati nel tratto gastroenterico). Esistono poi prodotti a base di derivati sia del mondo animale che vegetale, così come alcune vitamine, in grado di stimolare o modulare in modo “generico” il sistema immunitario del bambino.
Ultima, ma non ultima per importanza, l’opportunità che ha il pediatra omeopata di poter effettuare una terapia integrata personalizzata basandosi sulla storia patologica familiare e personale del bambino che consente di mantenere il piccolo “in equilibrio”: non esistono “ricette” che fanno sì che il bambino non si ammali, ma esiste la possibilità, attraverso l’utilizzo di un approccio integrato, di ridurre sia il numero delle infezioni che l’entità delle stesse. Un bimbo che, per esempio, soffre di otiti ricorrenti beneficerà di farmaci diversi da quello che soffre di faringo-tonsilliti o da un altro che ha una familiarità allergica.
Tutto ciò va a beneficio di tutti: del bambino, che ammalandosi meno farà meno uso di farmaci e soprattutto di antibiotici, e dei genitori che vedranno ridursi i giorni produttivi persi per accudire il bimbo ammalato.