“Mi ricorderò per tutta la vita di una mamma che mi aveva consultato perché il suo bambino, da quando era ricominciata la scuola, si svegliava tutte le notti urlando in preda agli incubi. Era novembre. Lei non ce la faceva più. E anche il bambino non ne poteva più. Dormiva con le luci accese, ma non bastava: anche durante il giorno le luci dovevano restare accese ovunque! Mi ricordo in particolare il mese successivo: gli incubi si erano ridotti da uno o due per notte a uno solo a settimana e la mamma mi aveva anche detto. ‘Ha smesso di agitarsi a scuola, non lancia più oggetti per un nonnulla, scende in cantina senza che io lo debba accompagnare e, finalmente, posso uscire la sera senza drammi’. ‘E il suo eczema?’ chiesi io. ‘Il suo eczema? – disse la mamma – quasi scomparso”. Ecco, questa è l’omeopatia. Un sassolino che lanciamo nel lago per far muovere tutta la distesa d’acqua e a volte anche le montagne. In una parola: funziona!”
A spiegare in modo molto concreto cosa sia l’omeopatia è Paul Labrèche, omeopata e presidente della CPHQ, Coalition pour l’Homéopathie au Québec, associazione che raccoglie medici, utenti e pazienti nata in Canada nel 2019. Atto di nascita pubblico è stato un evento a forte impatto mediatico al quale hanno preso parte personalità del mondo della politica e della scienza Canadese, a fianco di scienziati dell’Homeopathy Research Institute (HRI) del Regno Unito. L’associazione e l’iniziativa hanno avuto l’obiettivo di dare una risposta forte agli attacchi che alcuni negazionisti dotati di un forte potere lobbistico hanno cercato di scatenare contro l’omeopatia in Canada. Il mondo dell’omeopatia del resto è abituato a subire attacchi anche violenti, in particolar modo quando emergono con evidenza i successi di questo approccio terapeutico. Basti dire che i primi dibattiti anti-omeopatia risalgono al 1821 quando in un ospedale di Berlino vennero interrotte le ricerche sui malati trattati con l’omeopatia…perché questi guarivano in percentuale maggiore di quelli trattati con i farmaci del tempo.
In una recente intervista rilasciata alla rivista Mieux-Être, Labrèche ha utilizzato argomenti molto convincenti per rispondere ai negazionisti. Ne riportiamo qui un breve estratto.
Solo acqua e zucchero?
Tecnologie di avanguardia permettono oggi di comparare l’acqua pura e le preparazioni omeopatiche. Eccone una molto nota: la risonanza magnetica nucleare; ma anche lo spettroscopio.
Cosa rivelano queste diverse tecnologie? Che l’acqua pura e l’acqua contenente un preparato omeopatico non sono identiche. E che le loro stesse proprietà sono differenti. Questo adesso è scientificamente dimostrato e non contestabile. Quando un chimico afferma che i suoi apparecchi e le sue metodiche non rilevano alcuna differenza nei due liquidi, sappiate che è come se un astronomo utilizzasse un binocolo da teatro per contare le lune di Giove.
È solo un placebo?
Sono stati pubblicati molti risultati di ricerche a proposito degli effetti dell’omeopatia sulle piante, gli animali e cellule in coltura ed è ormai abbastanza evidente che l’effetto placebo non può spiegare quanto è stato osservato. I gerani, infatti, non sono noti per avere grandi sentimenti! Ma ecco alcuni esempi concreti:
- sono stati condotti sulle lenticchie d’acqua che hanno dimostrato che, dopo essere state intossicate con arsenico, esse guariscono più rapidamente se sottoposte a trattamento con soluzioni omeopatiche;
- la velocità di sviluppo dei girini può essere modificata da una preparazione omeopatica a base di un ormone che influenza questo sviluppo (la tiroxina). Questo esperimento – per non lasciar nulla al caso – è stato ripetuto da sette laboratori indipendenti sempre con i medesimi risultati;
- i geni coinvolti nella riparazione delle cellule dopo una ferita vengono attivati dalla somministrazione del rimedio omeopatico Arnica, uno dei rimedi essenziali nell’armadietto dei medicinali di una famiglia. Questa ricerca è stata realizzata dal Dipartimento di Medicina dell’Università di Verona, in Italia.
Nessuna prova scientifica dell’efficacia dell’omeopatia?
Una delle ricerche più recenti, pubblicata nel 2020 sulla rivista The Oncologist, ha dimostrato come, a integrazione dei trattamenti convenzionali contro il cancro, l’omeopatia migliori la qualità di vita dei pazienti. I risultati di questa ricerca dimostrano anche un aumento della durata della vita.
Il Dott. Robert Mathie, ricercatore inglese, nel 2014, ha analizzato un insieme di diversi trattamenti individualizzati in omeopatia. Ha preso in considerazione i 22 studi più rigorosi. La sua analisi statistica ha dimostrato l’efficacia dell’omeopatia, superiore a quella del placebo.
Ci sono ricerche in omeopatia che non hanno dato i risultati attesi? Certo, ma questo accade in tutti i campi. Nel 2017 il British Medical Journal ha reso noto che su 3000 trattamenti medici solo l’11% aveva alle spalle prove sufficienti per essere categorizzato come benefico. E non era conosciuta l’efficacia di 1500 trattamenti correntemente utilizzati.