Utilizzata con successo da alcuni anni presso l’Ospedale Santa Chiara di Pisa, l’anestesia integrata è una metodologia sempre più consolidata che prevede il ricorso ad elettroagopuntura e omeopatia in associazione con l’anestesia tradizionale per il controllo del dolore. Il dottor Filippo Bosco, medico anestesista esperto in agopuntura, micoterapia e terapie integrate e referente per l’oncologia integrata presso l’AOU Pisana, ha effettuato interventi su pazienti oncologici con l’impiego di questa metodica e ci ha parlato del suo funzionamento e dei benefici per i pazienti.
Cosa si intende con l’espressione anestesia integrata?
Per anestesia integrata intendiamo una metodica che combina il classico anestetico, somministrato per inalazione, con l’agopuntura e con farmaci omeopatici, che sostituiscono l’utilizzo degli oppiacei, possibile causa di disturbi postoperatori in pazienti particolarmente sensibili o addirittura allergici. Grazie alla combinazione di un trattamento omeopatico prima e dopo l’intervento e di un trattamento di elettroagopuntura nella fase pre e intraoperatoria, si ottengono ottimi risultati: il paziente risulta presente e lucido già al primo risveglio e non soffre di alcun rallentamento e disturbo collaterale, come spesso avviene con le tecniche tradizionali di anestesia.
Come avviene la sedazione con l’anestesia integrata?
Lo schema messo a punto presso l’AOU Pisana prevede la somministrazione la sera prima dell’intervento di alcuni medicinali omeopatici, mentre prima dell’intervento il paziente viene sottoposto a due sedute di elettroagopuntura su punti secondari e su punti prossimi all’area di intervento, che hanno l’obiettivo di alzare la soglia del dolore e stimolare la produzione di endorfine. Solo a questo punto si procede con l’anestesia generale somministrata per inalazione.
Finora sono stati trattati un centinaio di casi, prevalentemente nel Centro Senologico ma anche in altri reparti chirurgici. Ricordo il caso di una paziente pluri-allergica ai farmaci, con una grande sensibilità multipla: è stata sottoposta a un intervento di mastectomia con ricostruzione contemporanea del lembo di gran dorsale della durata di ben quattro ore. Con questa tecnica, il dolore durante l’intervento e nel postoperatorio è stato ben controllato, mentre il decorso postoperatorio del tutto regolare ha permesso la consueta dimissione dopo 48 ore dall’intervento.
Quali sono i vantaggi dell’anestesia integrata?
Si possono individuare fondamentalmente diversi tipi di vantaggi: nel perioperatorio, durante l’intervento e nel postoperatorio.
Il trattamento perioperatorio con questa metodica, infatti, riduce l’ansia e la paura da sala operatoria. Per quanto riguarda la fase operatoria invece, gli oppiacei possono indurre episodi di tachicardia, brachicardia o ipotensione e l’insorgere di complicanze che richiedono una particolare attenzione da parte degli anestesisti, oltre una eventuale somministrazione di ulteriori farmaci. Con l’anestesia integrata, che non prevede la somministrazione di oppiacei, si evita la possibile insorgenza di queste problematiche.
Nel postoperatorio, infine, il vantaggio riguarda la rapida ripresa del paziente, che risulta lucido già al risveglio, senza mostrare disturbi quali intontimento, nausea, vomito e prurito.
In tutti i casi finora effettuati, sia la fase di risveglio sia il decorso postoperatorio sono stati ottimali: le pazienti hanno ripreso rapidamente coscienza ed espresso soddisfazione per la procedura utilizzata e per il controllo del dolore.
In quali casi è consigliata e in quali sconsigliata l’anestesia integrata?
Oggi pratichiamo l’anestesia integrata sui pazienti allergici, previa visita allergologica, e su coloro che ne fanno richiesta, secondo una procedura che è stata inserita nel protocollo aziendale dell’AOU Pisana e del Centro Senologico. L’anestesia integrata, infatti, è consigliata in caso di pazienti particolarmente sensibili o affetti da allergie, in quanto gli oppiacei e gli analgesici possono scatenare reazioni indesiderate.
In generale, mi sento di affermare che l’impiego dell’anestesia integrata può essere considerato una valida opzione quando il dolore intra e postoperatorio non può essere trattato con oppiacei e analgesici o anche in caso di esplicita richiesta del paziente di non voler assumere tali farmaci, previa valutazione del team medico. Vi sono naturalmente casi in cui non è possibile evitare l’uso di oppiacei, ma ci sono anche casi in cui è possibile trovare soluzioni alternative molto efficaci e l’anestesia integrata si sta rivelando sempre di più una valida scelta.
Perché l’anestesia integrata è ancora una metodica poco praticata?
L’Ospedale Santa Chiara di Pisa è un centro all’avanguardia in Italia nel campo dell’anestesia integrata e rappresenta un importante punto di riferimento anche a livello europeo. Le esperienze in questo ambito, però, sono ad oggi presenti in pochi centri, visto che solo pochi medici hanno acquisito le giuste competenze. Occorre ricordare che si tratta di una tecnica da utilizzare su pazienti selezionati e adeguatamente preparati, che deve essere eseguita da personale sanitario esperto. È necessario, infatti, avere una profonda conoscenza sia dell’anestesia “classica” sia dell’agopuntura e dell’omeopatia, una condizione non molto diffusa e che non si può certo improvvisare.