Ci siamo rivolti alla Dottoressa Adelia Lucattini, già ospite di Unasalute, perché grazie alla sua esperienza “sul campo” e alla competenza che ha accumulato negli anni, utilizzando lenti diverse come la psicoterapia, la psicoanalisi, la psichiatria e le medicine complementari, può aiutarci a capire come domare l’ansia che in tempi così difficili colpisce inevitabilmente molte persone.

Dottoressa Lucattini prima i due anni di pandemia, adesso la guerra: crede che la nostra sensazione di ansia per il futuro si placherà?

Quello che possiamo dire è che purtroppo c’è stata un’intersezione e una sovrapposizione di ansia e preoccupazione tra la pandemia, che piano piano andava scemando senza scomparire del tutto, e lo scoppio della guerra. La pandemia continua a essere oggetto delle sedute con i pazienti, ma nelle ultime settimane si è aggiunta anche la preoccupazione per la guerra in Ucraina che è sempre più persistente. Questo aumento di ansia è dato dal fatto che sentiamo la guerra molto vicina perché l’Ucraina non è molto distante da noi, ma soprattutto perché in Italia la comunità ucraina è molto grande e molti tra noi hanno amici o i nostri figli sono amici di bimbi e ragazzi ucraini. Sia per quanto riguarda la guerra che per il Covid-19, ciascuno di noi è preoccupato per la propria persona e può avere angosce di morte, ma la differenza fondamentale tra i due stati d’ansia è per il senso di smarrimento che proviamo relativamente alla guerra. Purtroppo, al momento è difficile predire che la nostra ansia si placherà: le nostre emozioni adesso sono guidate da ciò che sta accadendo e finché la guerra in Ucraina non finirà probabilmente le nostre ansie e preoccupazioni continueranno ad accompagnare la nostra quotidianità.

 E proprio nella nostra quotidianità siamo bombardati di informazioni da ogni tipo di media: le notizie ci aiutano oppure no?

I media hanno il dovere di informare anche attraverso il giornalismo di guerra che da una parte testimonia quello che sta avvenendo e dall’altra parte raccoglie le testimonianze delle persone che stanno vivendo la distruzione. L’informazione usa gli strumenti moderni, come immagini, video e soprattutto il parere degli esperti, che però spesso risulta poco comprensibile per molti a causa del linguaggio tecnico. Nella mente delle persone, quindi, restano soprattutto le immagini che ritraggono situazioni molto forti, e vengono “consumate” sia dagli adulti che dagli adolescenti indistintamente: questa esposizione alla distruzione e all’orrore della guerra, francamente, non va bene, dovrebbe esserci una migliore autoregolamentazione nei media. Noi italiani, in questo momento, ci identifichiamo più facilmente con la popolazione ucraina perché persone ucraine da anni sono parte delle nostre comunità, questo aumenta la partecipazione emotiva, ma anche l’ansia e la paura. Per quanto riguarda i social, la questione è diversa: dovrebbe innanzitutto esistere un parental control più preciso e soprattutto per i ragazzi sotto i 12 anni, che non dovrebbero avere accesso ad alcuni strumenti elettronici. Ci dovrebbe essere un controllo delle informazioni a monte, per evitare che i ragazzi vedano o leggano informazioni che possono alimentare e accrescere angosce e paure.

Se volessimo fare una distinzione tra le paure degli adulti e quelle degli adolescenti, quali potrebbero essere le principali differenze?

Negli adulti l’ansia è una forma di malessere personale che crea una grande tensione interna, che talvolta può coinvolgere anche il corpo, non solo la mente. Al contrario, negli adolescenti l’ansia molto spesso ha delle manifestazioni fisiche, ovvero i ragazzi quando si agitano, diventano iperattivi e non riescono a concentrarsi. Questo rapporto mente-corpo si allenta nell’età adulta, quindi gli adulti vivono l’ansia come malessere psicologico, mentre i ragazzi tendono a scaricarla attraverso proprio corpo, in senso positivo, a esempio, attraverso lo sport e l’allenamento. Anche gli adulti ovviamente hanno la possibilità di scaricare la tensione fisicamente, ma rimane sempre preponderante l’aspetto mentale, perché la struttura psicologica e razionale, ha la capacità di contenere, controllare le emozioni. Il tutto poi dipende anche dall’entità dello stimolo: se quest’ultimo è molto forte, violento, traumatico, anche un adulto può avere una reazione ansiosa con iperattività fisica. E poi è ovvio che in tutti, adolescenti e adulti, l’ansia può causare insonnia. In questo caso, l’insonnia da ansia si manifesta con la difficoltà nell’addormentarsi, mentre l’insonnia depressiva provoca risvegli notturni, sonno superficiale non ristoratore e risvegli precoci mattutini.

Le sintomatologie di ansia e preoccupazione sono molte, ma l’omeopatia può aiutare o alleviare alcuni dei sintomi? E anche in psichiatria viene usata la medicina integrata?

Partiamo dal presupposto che anche gli omeopatici sono medicinali e che hanno un’azione precisa e definita a seconda del sintomo, della concentrazione e della somministrazione. Io sono un’omeopata costituzionalista e di fronte a queste situazioni ansiose e depressive preferisco utilizzare farmaci costituzionali, ovvero quelli che esaltano tutte le funzioni della costituzione. Ma ovviamente, ogni individuo va visitato e valutato di per sé, anche in base alle necessità o ad altre cure in atto. Ovviamente essendo psichiatra e psicoterapeuta utilizzo sia la medicina tradizionale che quella omeopatica, però bisogna precisare una cosa fondamentale: la vera cura per i disturbi psicologici è il trattamento psicoterapeutico, associato anche ai farmaci. Come psichiatra, se i pazienti che ho in cura assumono anche farmaci convenzionali, associo farmaci omeopatici e psicoterapia. Questo perché la medicina integrata potenzia e amplia il percorso di guarigione. Al contrario, negli adolescenti il discorso è più complicato perché va inquadrato e compreso attraverso un’accurata diagnosi. Qual è il problema e qual è la cura migliore da prescrivere? I giovani che possono non avere bisogno di farmaci tradizionali possono comunque giovare di integratori o farmaci omeopatici, efficaci e senza effetti collaterali, una buona integrazione anche in corso di trattamento psicoterapico. Come nota non positiva anche se sono stati fatti molti passi avanti rispetto a qualche decennio fa, ancora oggi, nel 2022, persiste la diffidenza verso i trattamenti psicoterapeutici e verso i farmaci omeopatici: questo per varie ragioni, tra cui il fatto che le persone hanno ancora pregiudizi e timore del giudizio altrui, di quello che amici e parenti possono pensare. Il messaggio da inviare con forza è che il cervello è un organo come gli altri e che il suo funzionamento che si esprime attraverso la mente che è fatta di emozioni, impulsi, pensieri e anche attraverso il funzionamento inconscio di cui si occupa da sempre la psicoanalisi, devono essere mantenuti in un buon stato di salute.

Grazie mille dott.ssa Lucattini delle spiegazioni, tornando alla guerra vorremmo riportare una notizia che si rincorre negli ultimi giorni: i bambini ucraini, di qualsiasi età, che vengono accolti dagli insegnanti e dai nuovi compagni italiani: come affrontare questo nuovo cambiamento di paradigma con i propri figli? Cosa raccontare?

I bambini sono sempre curiosi verso le novità e quindi saranno sicuramente molto contenti, anche perché si identificheranno con i nuovi compagni di classe e saranno contenti all’idea che ci sia sempre una possibilità di accoglienza e salvezza: i bambini ucraini che stanno entrando nelle varie classi italiane sono l’esempio che è possibile sfuggire a situazioni molto difficili e trovare una nuova casa, anche se in alcuni casi temporanea, e nuovi amici. Ovviamente, come capita tra bambini, potrebbero anche insorgere delle piccole o grandi gelosie che vanno senz’altro gestite ma che rientrano nella normalità, nel funzionamento della mente infantile. In questo momento però è bene che i bambini e ragazzi italiani si sentano coinvolti nel processo di integrazione dei bimbi ucraini.

A Roma è stata messa in campo una bellissima iniziativa, promossa dall’insegnante Daniela Comandini, dove in alcune scuole dell’Infanzia è stato creato un “Glossario” con frasi e parole in ucraino che i bambini italiani possono imparare in modo da riuscire a comunicare con i nuovi compagni, accogliendoli affettivamente e psicologicamente nel modo migliore, facilitando la loro integrazione in classe e anche nell’ambiente extrascolastico.