barbara bianchini

Sono circa 14 milioni le italiane tra i 45 e i 75 anni e per 3 donne su 4 la menopausa è vista come un periodo naturale della vita. Come ginecologa ho modo di incontrare ogni giorno molte donne. Rimango sempre affascinata dalla variabilità di sintomi fisici e mentali che contraddistingue la fase menopausale. C’è la donna preoccupata del cambiamento del corpo e dell’estetica, che si ripercuote sulla sessualità, quella che teme l’arrivo di una depressione, quella più preoccupata del calo di energia che non riesce più a fare le cose che faceva prima, quella che ha paura di ammalarsi più facilmente e continua a fare visite mediche, quella che non dorme come prima, quella che ha solo bisogno di distrazione e consolazione, e tante tante altre situazioni ancora. L’esperienza clinica mi ha mostrato come “il mentale” della donna abbia molto peso sui sintomi fisici, come anche la storia di quella persona, il suo vissuto, la predisposizione verso alcune malattie e non verso altre.

Menopausa e ormoni

La menopausa è caratterizzata dalla diminuzione nella produzione ormonale che comporta cambiamenti sul piano biologico che si ripercuotono su quello fisico.

A risentirne non è solo l’apparato genitale, che subisce modificazioni; molte donne riferiscono la comparsa di vampate di calore e sudorazioni notturne, stanchezza, alterazioni dell’umore che possono andare dall’ansia alla depressione ad attacchi di collera e rabbia. Altre ancora sono più preoccupate delle variazioni dell’assetto corporeo, come l’aumento di peso, la ritenzione idrica, la secchezza di pelle e mucose. Altre ancora fanno fatica a dormire, si svegliano ripetutamente di notte e non solo per le vampate.

Altre ancora soffrono di dolori articolari che interferiscono con lo svolgimento delle attività quotidiane. Ma una donna a questa età non risente solo di “modificazioni” fisiche. Anche il mentale cambia. La menopausa infatti è una fase che spesso coincide con profondi cambiamenti relazionali, familiari e sociali per quella persona. Spesso in questo momento la donna deve affrontare una separazione dal coniuge, un distacco dai figli che crescono e hanno meno “bisogno” di lei, deve assistere genitori che diventano anziani o che vengono a mancare, perde o cambia il lavoro, vede morire amiche per patologie oncologiche. Tutti questi fattori incidono su un equilibrio che può essere fragile in questa fase delicata della vita.

L’omeopatia come sostegno per le donne in menopausa

Sono molte le opzioni terapeutiche a disposizione per trattare le sintomatologie citate. La medicina convenzionale offre la possibilità di assumere ormoni, antidepressivi o altri farmaci ancora uguali per tutte, che agiscono sui sintomi a livello chimico, ma non esenti da effetti collaterali e per alcune donne del tutto controindicati. La psicoterapia offre la possibilità di lavorare su sé cambiando atteggiamenti o favorendo lo sviluppo di una nuova consapevolezza, lavorando sul mentale, ma con tempi lunghi in genere.

L’omeopatia “aiuta” sia la medicina tradizionale sia la psicoterapia a riportare la persona ad una situazione di equilibrio, con un trattamento individualizzato che corrisponde alle peculiarità e alle caratteristiche tipiche di quel paziente.

L’omeopatia consente infatti di individuare un medicinale che possa curare la predisposizione di quella persona ad ammalarsi (tratta il “terreno” di quella persona) e a manifestare un corredo di sintomi piuttosto che altri. Si tratta di un’opportunità terapeutica che prende in considerazione le modalità con cui ci si ammala e si guarisce, quale organo risulta più colpito o debole, considerando le caratteristiche della vita di ogni singola paziente, che la rende diversa da tutte le altre.

Questo significa anche che al medico viene chiesto un ascolto attento e approfondito del paziente, perché il medicinale omeopatico agisce anche in maniera profonda su tutta la persona e va scelto con cura.