Sole, mare, viaggi e relax: sono l’essenza della bella stagione. Ma con l’arrivo dell’estate, a volte si deve fare i conti con piccoli disturbi lievi ma che possono mettere in difficoltà. Quali sono e quali capitano più frequentemente nei bambini o negli adulti?

L’estate è sinonimo di divertimento e spensieratezza con la famiglia e gli amici, ma purtroppo porta con sé anche disturbi che possono presentarsi in maniera più o meno grave, come la gastroenterite, le punture di insetto, la chinetosi, l’eritema solare e l’impetigine. In alcuni casi è possibile però prepararsi in anticipo, grazie a piccole accortezze da mettere in pratica e alla prevenzione omeopatica.

Cominciamo dalle gastroenteriti che sono infiammazioni della mucosa dello stomaco e del piccolo e del grosso intestino, il più delle volte di natura infettiva, anche se si possono verificare per l’assunzione errata di farmaci. Di solito vengono contratte per via alimentare o bevendo acqua contaminata, ma anche attraverso la diffusione interpersonale o da animali. Comportano sintomi come nausea, vomito, diarrea, dolori addominali, più raramente febbre alta e/o la complicanza più temibile ovvero la disidratazione. I soggetti più colpiti sono i bambini piccoli e gli anziani, perché esposti ai germi patogeni che proliferano maggiormente nella stagione calda, come i rotavirus, lo stafilococco aureo o l’escherichia coli.

Un altro disturbo sono le punture di insetto, comuni sia negli adulti, che praticano sport all’aperto, sia nei bambini e nei ragazzi, che con la chiusura degli asili e delle scuole trascorrono più tempo all’esterno. Purtroppo le punture di zanzare, vespe, api o calabroni possono turbare la quiete familiare durante le vacanze estive. La reazione può essere fastidiosa con arrossamento, prurito e/o edema locale oppure, in caso di allergia, può essere caratterizzata da sintomi cutanei diffusi, problemi associati di tipo respiratorio (come tosse e affanno) e/o addominale (come nausea, vomito e diarrea) fino alla perdita di coscienza.

Con l’aumento dei viaggi e degli spostamenti, la chinetosi, ovvero la malattia del movimento, rientra pienamente nei disturbi che si verificano spesso in estate. Questa fastidiosa condizione è ben rappresentata dal termine inglese “motion sickness”, un malessere – caratterizzato da confusione e nausea – provocato da spostamenti ritmici e irregolari del corpo, quelli subiti quando si viaggia in auto, in aereo, in nave o in treno. Ne soffrono molto i bambini tra i 2 e i 12 anni, perché il sistema responsabile della regolazione del senso dell’equilibrio non è ancora del tutto sviluppato.

Un altro tipico fenomeno estivo è l’eritema solare, la scottatura o l’irritazione cutanea che si presenta quando ci si espone in maniera prolungata ai raggi ultravioletti. Coinvolgendo gli strati più superficiali della cute provoca rossore, prurito e bruciore, ma in alcuni casi può̀ addirittura manifestarsi sotto forma di vescicole o bolle.

L’impetigine è l’ultimo disturbo di cui parliamo, ma non è il meno importante. Anzi, nella mia attività clinica quotidiana è il motivo di una gran parte delle chiamate che ricevo dai genitori. È una patologia a carico della cute, molto più comune nei bambini, determinata il più̀ delle volte dallo stafilococco aureo. È un batterio che, in condizioni normali, è presente sulla pelle senza comportare problemi, ma in certe condizioni può̀ diventare patogeno, come quando aumenta la sua proliferazione con il caldo o con l’affollamento, negli stabilimenti balneari o in piscina.

Spesso vengo contattata perché i figli contraggono l’impetigine e se non gestita rapidamente può essere estremamente auto disseminante – ricoprendo più parti del corpo – e contagiosa. Inizialmente causa bolle rosse e pruriginose, sul volto, sulle mani, sugli arti e sulle zone genitali. Ma se i bambini o i ragazzi si grattano, le bolle ripiene di siero scoppiano e compaiono croste giallo brunastre. Il grado di contagio è alto sia per contatto diretto sia indiretto. È più frequente d’estate perché si utilizzano vestiti e asciugamani comuni o sdraiandosi sui lettini non igienizzati senza frapporre il proprio asciugamano.

In che modo l’omeopatia può venire in aiuto? Anche in maniera preventiva. 

Tra i punti di forza dell’omeopatia – oltre al fatto che non provoca in genere effetti collaterali per tutta la famiglia – vi è proprio quello di permettere di fare prevenzione, stimolando e inducendo una reazione adeguata e individuale dell’organismo. Per tutti i disturbi che abbiamo citato esistono consigli sempre validi, misure e accorgimenti comuni, ai quali uniamo la prevenzione omeopatica.

Nel caso delle punture di insetto, oltre a evitare di uscire all’alba e al crepuscolo e di sostare in prossimità di ristagni di acqua e di adoperare lozioni profumate, l’omeopatia permette di giocare d’anticipo. Infatti, può essere consigliabile un approccio che preveda la somministrazione del medicinale omeopatico fin da circa un mese prima dei mesi estivi più caldi e intensificare nel periodo clou, magari a due o tre volte al giorno, in caso di prurito e infiammazione anche quattro.

Le gastroenteriti si combattono lavando spesso le mani, evitando di bere acqua non potabile e consumando cibi cotti e adeguatamente conservati. Ci sono poi dei medicinali omeopatici che possono essere assunti fin da un mese prima o a cicli durante l’anno per rafforzare l’intestino e le difese immunitarie, per poi andare a intensificare la frequenza di somministrazione nei periodi di maggiore proliferazione dei germi coinvolti o in caso di infezione acuta.

Per quanto riguarda la cinetosi è d’aiuto per gli adulti posizionarsi nella parte anteriore della macchina, nella parte centrale di una barca se si sta navigando e si soffre il mal di mare o posizionarsi vicino alle ali in aereo. Non dimentichiamo che guardare davanti a sé, respirare aria fresca o provare a dormire sono metodi efficaci. Anche in questo caso l’omeopatia ci viene in soccorso! Per contrastare i fastidiosi sintomi della motion sickness, si può somministrare un farmaco omeopatico fin da alcune ore prima e anche durante la permanenza sui mezzi di trasporto, ogni 20/30 minuti.

Per evitare l’eritema solare è consigliabile limitare l’esposizione al sole nelle ore di maggiore incidenza dei raggi UV e usare i solari protettivi. Per chi desidera avvalersi dell’effetto preventivo dei medicinali omeopatici può assumerli circa un mese prima dell’esposizione diretta al sole più forte, una volta al giorno per poi intensificare la frequenza e la dose di somministrazione a due o tre volte nelle settimane di vacanza.

Infine, l’impetigine si può prevenire lavando frequentemente le mani e le unghie, anche dei bambini e usare sempre i propri indumenti e asciugamani, non sdraiandosi direttamente sui lettini degli stabilimenti balneari. Secondo la medicina tradizionale, l’impetigine viene trattata con pomate a base antibiotica o con l’aggiunta di steroidi. Con l’omeopatia, oltre alla gestione dei sintomi acuti, si può fortunatamente intervenire anche in maniera preventiva, assumendo la soluzione omeopatica qualche tempo prima, una sola volta per poi intensificare la frequenza di somministrazione, magari a tre volte al giorno, in caso di infezioni in atto. Così si riduce l’utilizzo dei farmaci allopatici, in quanto i due percorsi terapeutici sono del tutto compatibili.

Per chi preferisce un approccio integrato, quali consigli darebbe per preparare un kit di pronto soccorso omeopatico da portare in vacanza?

Nella mia esperienza clinica quotidiana è qualcosa che mi chiedono direttamente i pazienti e, a chi non lo fa, lo propongo io con l’arrivo dell’estate. In un kit di pronto soccorso integrato non dovrebbero mai mancare alcuni farmaci tradizionali e omeopatici, per una funzione antibiotica e/o antipiretica, antistaminica e antinfiammatoria, come pastiglie, pomate, unguenti, granuli e globuli e formulazioni liquide. Soprattutto a chi viaggia con bambini, consiglio di portare una soluzione reidratante orale, perché sono i soggetti più esposti alla disidratazione in caso di gastroenterite.

Quando si è avvicinata al mondo della medicina omeopatica e per quale motivo?

Mi sono avvinata all’omeopatia a tre anni di distanza dalla specializzazione in pediatria. Ho avvertito il desiderio di un approccio terapeutico più empatico, incentrato sull’ascolto, che restituisce ai pazienti la centralità della propria individualità e unicità. È nato, quindi, dal desiderio di poter rispondere in maniera ancora più completa alle richieste dei pazienti, o meglio dei genitori, che volevano optare per un’opzione terapeutica con minori effetti collaterali e che consentisse di fare prevenzione. Condivido un aneddoto divertente: in occasione di una vaccinazione di mia figlia maggiore, il collega che se ne stava occupando in ospedale, ha detto che era il suo ultimo atto medico prima della pensione. Quando ho deciso di fare la scuola di omeopatia, l’ho incontrato nuovamente, perché nonostante avesse terminato la sua pratica, ha deciso di continuare e approfondire gli studi in questo campo. Il desiderio di specializzarmi in omeopatia è nato prima di questo incontro, ma l’ho interpretato come una conferma del fatto che fossi sulla buona strada.

In che modo l’approccio omeopatico influisce sulla relazione quotidiana che ha con i suoi pazienti?

Devo fare una premessa, molti pazienti che si rivolgono a me, lo fanno perché sanno di parlare con un medico esperto in omeopatia. Provano sicurezza e accoglienza, sanno di poter essere curati al meglio, potendo all’occorrenza avvalersi di una terapia farmacologica convenzionale e omeopatica. È una visione olistica del paziente che influisce in senso estremamente positivo e rassicurante. In conclusione, dal mio personale punto di vista, la possibilità di poter aprire “cassetti diversi dell’armadio della medicina” rende la professione estremamente più varia, appassionante e divertente e credo che i pazienti percepiscano questa passione.