In un’era in cui internet tende a invadere ogni ambito della nostra vita e a diventare un’importante fonte di informazioni e suggestioni, resta però immutata la fiducia nei confronti di alcune figure professionali, come quella del farmacista, a cui viene riconosciuto un ruolo chiave nel consiglio del medicinale. Con circa 20 mila farmacie distribuite sul territorio nazionale, parliamo di una rete fondamentale a supporto e a sostegno dell’attività dei medici.
Anche quando si parla di farmaci omeopatici il paziente tende ad affidarsi al farmacista. L’indagine condotta da Harris Interactive[1] ha evidenziato che il 40% degli italiani che pensano di ricorrere all’omeopatia in futuro si rivolgerà al proprio farmacista per essere consigliato. È emerso, inoltre, che il 72% degli italiani riconosce la farmacia come il luogo più adatto per l’acquisto dei medicinali omeopatici.
La formazione del farmacista
Il farmacista mantiene un ruolo centrale nella relazione con il paziente. Il consiglio al banco rappresenta, infatti, un importante aiuto di prima scelta per il trattamento di numerosi disturbi in ogni fascia d’età. Tuttavia, la sua preparazione accademica di solito “si ferma” alla medicina tradizionale; da lì in poi è il professionista che, in modo autonomo, coltiva le sue competenze specifiche.
“Il farmacista uscito dall’università si trova con le armi spuntate.” spiega la dottoressa Grazia Pagnozzi, farmacista esperta in omeopatia. “Negli anni 90 subito dopo la laurea iniziai ad approfondire le mie competenze in ambito omeopatico con corsi privati di formazione”. Ancora oggi chi intende acquisire competenze e crearsi una base di conoscenza in omeopatia, deve seguire dei corsi post-laurea, privati presso scuole accreditate alla formazione.
“L’università dovrebbe prendersi carico della formazione relativa al medicinale omeopatico, ma purtroppo oggi non è ancora così in quanto, a parte rari casi, non sono stati previsti corsi istituzionalizzati. Nonostante l’AIFA consideri i farmaci omeopatici medicinali a tutti gli effetti, ci sono molti docenti e ricercatori pregiudizialmente contrari all’omeopatia.” prosegue la dottoressa Pagnozzi. “Occorre quindi che il singolo farmacista, se appassionato alla propria professione e al proprio ruolo, si metta in gioco con molta umiltà e molta voglia di fare e studi per proprio conto. L’iniziativa individuale è ben accetta, ma sarebbe importante che almeno un primo livello di conoscenza venisse fornito dalle università. In mancanza di ciò, posso dire che per fortuna ci sono molti corsi di ottimo livello promossi da strutture private”.
L’informazione al paziente
“La formazione e l’aggiornamento sono fondamentali nella crescita di un professionista.” prosegue la dottoressa Pagnozzi. “Grazie alla sua competenza, il farmacista può contribuire a informare correttamente il paziente, anche rispetto ai farmaci omeopatici, ed essere un importante punto di riferimento”.
Sempre dalla ricerca di Harris Interactive, emerge un altro dato interessante, ovvero che 6 italiani su 10 intendono utilizzare l’omeopatia in futuro. “Il farmacista deve essere preparato, sia nel caso in cui il paziente entri con una ricetta medica che contiene farmaci omeopatici, sia che venga interpellato direttamente sulla terapia omeopatica da seguire. La preparazione del farmacista è fondamentale anche nel caso di pazienti che entrano in farmacia con una tradizionale prescrizione allopatica; in questo caso il farmacista può infatti proporre un’idonea integrazione con medicinali omeopatici, che vadano ad agire in modo complementare all’azione del farmaco tradizionale”.
“Per fornire il giusto consiglio, il farmacista deve essere in grado di porre le giuste domande e avere una buona capacità di ascolto e di osservazione. Capire di essere ascoltato è un fattore importante e rassicurante per il paziente, che aiuta al contempo il farmacista a costruire un rapporto di fiducia solido e costante con chi si rivolge quotidianamente a lui. A mio avviso, studiare e mettere in pratica l’omeopatia quotidianamente è fondamentale, come è fondamentale praticare ogni giorno il consiglio al banco, ottima opportunità di allenamento e di formazione, e chiedere sempre il feedback al paziente.” conclude la dottoressa Pagnozzi.
[1] “Omeopatia: conoscenza e utilizzo in Italia”, Harris Interactive, ottobre 2022