“Le cose migliori sono da condividere”[1]: è la citazione scelta per presentare gli appuntamenti ospitati sulle rive del Lago di Garda[2]. Il riferimento è a una condivisione tra figure professionali diverse, ma che perseguono tutte lo stesso obiettivo, la salute dei più piccoli. Ci spiega cosa significa?
“Condivisione” è solo una delle parole chiave che riassume gli obiettivi che ci siamo posti quando abbiamo organizzato il congresso che si è tenuto un paio di mesi fa. Ma non solo, la condivisione è ciò che sta alla base della storia di Pediatria On Line e SIPEC, che nascono dai bisogni concreti che riscontriamo nella nostra pratica quotidiana come medici pediatri. Parliamo di pediatria condivisa, quindi di una condivisione che va oltre l’ambito medico e che coinvolge tutte le figure che lavorano con i bambini. Non solo medici pediatri, nelle loro diverse specializzazioni – per esempio oculisti, otorino-laringoiatri, ortodontisti e omeopati – ma anche operatori sanitari – come logopedisti, chinesiologi e osteopati – e insegnanti. Ognuno ha un punto di vista diverso sulle problematiche dei più piccoli, che deve essere conosciuto per creare un know-how comune tra tutte le figure professionali coinvolte. Si lavora tutti assieme in modo che il bambino sia completamente seguito.
Un secondo obiettivo altrettanto importante è stato fornire ai colleghi pediatri strumenti da utilizzare quotidianamente a supporto dell’esperienza clinica, riguardanti tutti gli aspetti della crescita dei bambini, compreso l’approccio di medicina complementare.
L’attività ambulatoriale di un medico pediatra territoriale si basa, in buona parte, sulla prevenzione, sul cercare di dare ai genitori indicazioni per uno stile di vita corretto, con il duplice scopo di prevenire eventuali malattie e di gestirle più facilmente se si presentano.
Dai molteplici interventi degli esperti e dalle testimonianze dei colleghi, quale ritiene sia la lettura che ne è emersa?
L’aspetto più importante penso sia stato capire che, come pediatri, siamo poco a conoscenza delle dinamiche di comunicazione, di counselling e pedagogiche quando ci relazioniamo con i genitori, che invece sempre più spesso sono spaesati e senza punti di riferimento saldi. Torniamo, quindi, all’idea che condividendo l’expertise che ogni specialista pediatrico possiede, sia la strada corretta per offrire un supporto efficace nell’educazione non solo sanitaria, ma anche alimentare, digitale, affettiva e sessuale.
Per questo motivo, nello strutturare il programma del congresso di marzo, abbiamo deciso di invitare professionisti con diverse specializzazioni. Per citarne alcuni, una dietista per parlare del menù settimanale, non solo del bambino ma di tutta la famiglia, una chinesiologa pediatrica per illustrare quali giochi fare per aiutare lo sviluppo motorio, un medico fitoterapeuta per trattare l’argomento del sonno, una richiesta di aiuto che sta diventando sempre più frequente in ambulatorio.
Nel mio intervento, ho affrontato il tema delle costituzioni omeopatiche, che interessa tutti noi pediatri, indipendentemente dall’expertise in omeopatia. Si parla di quattro costituzioni in omeopatia: quella carbonica, sulfurea, fosforica e fluorica.
Sappiamo che i bambini con una costituzione carbonica presentano un metabolismo basso, tendono a ingrassare e sono pigri rispetto, invece, a quelli con costituzione fosforica, che non riescono a stare fermi a lungo, sono iperattivi e per i quali il cibo è l’ultimo interesse.
Conoscere le costituzioni e categorizzarle ci aiuta a dare consigli, mantenendo ogni piccolo paziente in equilibrio. Troviamo così la seconda parola chiave, “equilibrio”.
Quali sono i principi fondamentali per garantire il benessere dei bambini? Come possono i pediatri supportare i genitori?
È fondamentale parlare di salute intesa come equilibrio per qualsiasi paziente di ogni età, ma diventa ancora più rilevante quando il benessere è quello dei più piccoli. È una visione d’insieme di tutto ciò che riguarda il bambino, partendo dalla quotidianità, dalle situazioni di tutti i giorni. Può sembrare banale, ma non lo è affatto, trovare un ritmo della giornata per tutta la famiglia. È necessario creare una gestione condivisa degli impegni e delle dinamiche di ogni giorno, perché i bambini hanno bisogno di riferimenti, di abitudini e di rituali. Devono sapere quando è il tempo di andare a dormire (e qui torna l’educazione al sonno), quando quello di sedersi a tavola tutti assieme e mangiare senza distrazioni (qui invece l’educazione alimentare) e quando quello di andare in bagno, rilassarsi e aspettare, in modo tale da evitare problemi di stitichezza. Non significa essere fiscali con l’orario della sveglia al mattino o con quello della nanna serale, significa che il bambino deve capire e imparare che c’è il tempo per ogni cosa.
Noi pediatri dobbiamo aiutare i genitori a scandire un orologio dei pasti, del sonno, del gioco e dell’igiene. Bisogna poi introdurre anche l’eccezionalità, come andare a letto una sera più tardi perché si è andati al cinema o mangiare al ristorante o al fast food e non a casa. Ma i figli capiscono che è un’eccezione quando conoscono la quotidianità.
Esiste anche un orologio delle stagioni e come pediatri possiamo dare un supporto omeopatico in primavera quando il bambino soffre di stanchezza e irrequietezza o in autunno per rinforzare il sistema immunitario. Anche la prevenzione omeopatica fa parte di quelle abitudini che si possono instaurare con il genitore, che a un certo momento dell’anno sa che si confronterà con il pediatra per capire quali specifiche presenta il bambino e in che modo supportarlo.
Un’ultima domanda, ha accennato alla stitichezza che può presentarsi nei bambini. È un problema diffuso e perché? L’omeopatia ci viene in aiuto?
Sì assolutamente è una condizione che nei bambini si presenta frequentemente, dovuta principalmente a un’alimentazione non equilibrata e ai ritmi quotidiani intensi che non permettono di avere una regolarità. Insieme a questi fattori influisce anche la costituzione omeopatica del paziente: un soggetto carbonico sarà probabilmente anche stitico, perché tende ad accumulare e a eliminare pochissimo. In maniera opposta, un soggetto fosforico probabilmente andrà in bagno più frequentemente. Può accadere che gli episodi di stitichezza siano reattivi e che si intensifichino quando il bambino è in ansia, per una verifica a scuola o una gara sportiva. L’omeopatia consente di intervenire efficacemente in prevenzione, lavorando “a monte” sul motivo che lo rende ansioso o nervoso. Un supporto valido arriva, per esempio, da medicinali a base di Gelsemium sempervirens.
[1] Seneca, Lettere a Lucilio.
[2] https://www.pediatria.it/eventi/p.asp?nfile=polgreen24