A colloquio con Francesco Negro

Ci racconta di più in merito al Museo dell’omeopatia cha ha realizzato a Roma?

Abbiamo inaugurato il museo nel 2013, il 17 giugno, giorno del compleanno di mio padre, Antonio Negro, “padre” dell’omeopatia italiana moderna. È morto nel 2010 a 102 anni, facendo il medico omeopata fino a 101 anni e mezzo. Questo museo è l’unico al mondo nel suo genere; sono conservate varie raccolte di omeopatia, la collezione “Trousse e Case” (oltre centro esemplari dell’800 e primo 900), la collezione “Filatelia e Omeopatia”, la collezione “Numismatica e Omeopatia” e oltre 5000 volumi e riviste di tema omeopatico. Si trova inoltre il quadro che Samuel Hahnemann, medico tedesco e fondatore della medicina omeopatica, aveva nel laboratorio dove visitava, varie lettere di Hahnemann stesso e il calco della sua mano regalata da Christian Boiron al museo.

È stato visitato in questo periodo da oltre 15 mila persone provenienti da tutte le parti del mondo con grande successo. Nel 2021, in occasione del bicentenario dell’omeopatia in Italia, abbiamo realizzato un evento insieme a Boiron che ha avuto un enorme successo, e per l’occasione, l’ufficio Filatelico e Numismatico della Repubblica di San Marino ha annunciato l’emissione di una serie di francobolli che riproducono evocative illustrazioni ispirate ai principi omeopatici. Il primo francobollo rappresenta la diluizione, il secondo valore rappresenta l’uomo come persona e il terzo è basato sul concetto di similitudine.

Ad oggi, come vede in Italia il pensiero e l’utilizzo della medicina omeopatica?

In vari scritti che ho pubblicato, compreso “In viaggio con Hahnemann”, appena uscito, e un altro che si chiama “Vivere come persona” sostengo che la lotta contro l’omeopatia, a mio avviso continua a essere basata su una serie di pregiudizi.

Questo perché la critica all’infinitesimale e i dubbi sull’efficacia dell’omeopatia sono ormai ampiamente validati e confutati in tutto il mondo.

L’omeopatia insegna al paziente a non medicalizzarsi ed è questa la vera novità che questa disciplina pone rispetto alla medicina tradizionale, allo stesso tempo, a causa del periodo storico nel quale ci troviamo e la pandemia che abbiamo dovuto affrontare, tutto ciò che ci porta a non medicalizzare è visto come un nemico.

Durante gli ultimi due anni ho curato tantissimi pazienti con il Covid-19, integrando la medicina tradizionale con le cure omeopatiche. Per me la medicina è una sola, sono un medico che fa omeopatia e non un omeopata. Il medico omeopata è uno che cerca di dare al paziente la terapia migliore di cui ha necessità, eventualmente anche non legata all’omeopatia; io come medico omeopata posso consigliare al mio paziente tutte le analisi clinico strumentali, la chirurgia, la medina specialistica.

L’omeopatia non è un’alternativa alla medicina tradizionale. Mio padre diceva: “due mani lavano il viso” non deve essere usata singolarmente ma funziona se viene integrata con la medicina.

Invece, la sua diffusione nel resto del Mondo? Si stanno facendo passi in avanti o esistono ancora dubbi sulla medicina omeopatica?

Innanzitutto, la medicina omeopatica cura 350 milioni di persone nel mondo, ci sono paesi dove è più diffusa che altri, in India, per esempio, ci sono due ministeri della sanità, uno che si occupa di medicina omeopatica e Ayurvedica ed uno che si interessa di medicina accademica.

Nel resto del mondo l’omeopatia ha una diffusione completamente diversa dall’Italia ma soprattutto è una medicina riconosciuta e ne sono un esempio la Svizzera, il Messico e il Brasile dove ci sono anche università omeopatiche.

L’omeopatia non è solamente riconosciuta in numerosi paesi, sono tanti i personaggi famosi che l’hanno utilizzata. Ci può dire qualcosa a riguardo?

Ho scritto un libro che si chiama “Grandi a piccole dosi” in cui racconto di personaggi famosi che hanno utilizzato l’omeopatia per curarsi: al museo per esempio, abbiamo lettere di Pissarro, di Chopin, un’incisione di Van Gogh, e molte altre testimonianze di personaggi famosi che si sono curati con la medicina omeopatica, tra cui Pio XIII che si è curato con l’omeopatia per un problema agli occhi. Ricordo che mio padre è stato chiamato per curare Pio XII e Paolo VI, ma anche alcuni Presidenti della repubblica, come Oscar Luigi Scalfaro a Sandro Pertini. Tra i pazienti di mio padre ci sono stati anche personaggi dello spettacolo, come Fellini e Giulietta Masina.

L’omeopatia è un vero e proprio stile di vita che va dall’individualizzazione di una dieta fino all’ascolto del paziente; non solo una terapia, è un modo diverso di vedere l’uomo.

Ora si parla molto di medicina narrativa come una novità, ma la medicina narrativa è stata inventata dall’omeopatia, da quando Hahnemann ha cominciato a studiare i pazienti.

Ogni nuovo paziente per me è leggere un nuovo libro e ogni capitolo di quel libro è una visita: questa per me è l’omeopatia! Va oltre la prescrizione di una terapia, è un colloquio con il paziente inserendolo in un nuovo ambiente ma soprattutto sapendolo sempre ascoltare.