adelia lucattini

Settembre è comunemente associato alla ripartenza, perché si attribuisce questo significato?

Considerare settembre come il mese della ripartenza è una consuetudine radicata per motivi storici, culturali e sociali. Anche se la consapevolezza storica di questa abitudine si è in parte persa, la ciclicità scolastica che fin da bambini scandisce la nostra vita – a partire già dall’asilo nido o dalla scuola dell’infanzia – fa sì che settembre venga associato al concetto della ripartenza e dalla ripresa della quotidianità, di nuovi piani e programmi.

Il ciclo annuale è segnato da altre pause intermedie come le vacanze di Natale o quelle di Pasqua ma l’estate costituisce l’interruzione più lunga e in questo periodo dell’anno alcune persone possono accusare stress e insonnia.

Quali possono essere le cause di stress e insonnia con la ripresa post vacanze?

Le cause possono principalmente ricondursi a due motivi: il primo è il disturbo affettivo stagionale (SAD)[1], una patologia cronica, di natura ansioso-depressivo che si manifesta con tristezza e ansia: ne soffre il 10% della popolazione mondiale. Questo fenomeno è influenzato dall’angolazione dei raggi solari: con l’avvicinarsi dell’autunno diventano più obliqui e si perde quell’effetto energizzante tipico dei mesi estivi. In alcuni soggetti, questo cambiamento stagionale può provocare un senso di malessere[2].

Il secondo fattore è di natura culturale e psicologica: il ritorno alla quotidianità porta con sé un forte carico emotivo. Dopo aver trascorso del tempo in vacanza, all’aria aperta, in compagnia di amici e con ritmi più rilassati, la ripresa delle attività lavorative e scolastiche a pieno regime richiede uno sforzo di adattamento. Questa “separazione” dallo stile di vita estivo può essere difficile da gestire, soprattutto se non ci si concede o se è difficile avere un periodo di transizione. Per alcuni, bastano pochi giorni per riabituarsi, ma per adolescenti e giovani, il processo può richiedere anche alcune settimane.

Ci sono differenze tra gli adulti, gli adolescenti o i più piccoli?

Gli adulti sperimentano una profonda malinconia e ansia, spesso senza comprenderne appieno il motivo, ma proiettandola verso il futuro, provando una tensione psicofisica che si potrebbe definire “stress”. Incide la nostalgia per le vacanze appena concluse, il momento di riposo in cui si vivono esperienze nuove trascorrendo molto tempo all’aperto, ma anche l’arrivo dell’autunno tornando a una vita più sedentaria, spesso al chiuso.

L’insonnia è un sintomo che si presenta frequentemente e può avere diverse origini. In alcuni casi, può essere legata a una predisposizione costituzionale, ma in molte persone è un sintomo del disturbo affettivo stagionale (SAD). Anche il caldo che persiste alla fine dell’estate può ulteriormente contribuire a disturbare il sonno.

I bambini, sebbene non manifestino sindromi stagionali in modo così marcato come gli adolescenti, risentono dei cambiamenti nelle abitudini familiari. Gli adolescenti, intorno ai 12-13 anni, possono iniziare a sviluppare sintomi legati al SAD, ma i bambini più piccoli reagiscono soprattutto ai cambiamenti dalla routine quotidiana. Quando i genitori tornano al lavoro e i bambini passano meno tempo con loro, magari trascorrendo più ore con i nonni o con la baby-sitter, si innesca un senso di separazione che può renderli più irritabili e capricciosi, perché a differenza degli adulti, i bambini tendono a esprimere il loro disagio con iperattività, piuttosto che con passività.

Per facilitare la transizione tra le vacanze e la ripresa della scuola, è importante che i genitori cerchino di trascorrere più tempo possibile con i figli perché aiuta quest’ultimi a sentirsi più sicuri nell’ affrontare con maggiore serenità il ritorno alla routine quotidiana, alleviando il senso di separazione.

Quali strategie possono essere utili per prevenire o gestire lo stress e l’insonnia? Ci sono abitudini quotidiane o pratiche che consiglierebbe?

Le buone pratiche sono abbastanza universali, considerando le diverse fasce di età. Però, prima di tutto, è importante distinguere la natura del problema: capire se l’insonnia o lo stress sono temporanei e quindi riconducibili a una sindrome depressiva stagionale. Tuttavia, chi soffre di disturbi affettivi dell’umore più gravi dovrebbe consultare uno specialista. L’insonnia va sempre trattata, anche se è di tipo reattivo o situazionale, perché dopo tre giorni senza dormire si può innescare un episodio depressivo. Per migliorare il sonno, l’ambiente è fondamentale: la stanza deve avere una temperatura stabile, essere ben areata e priva di umidità. Anche la scelta del materasso e delle lenzuola, soprattutto quest’ultime devono adattarsi alle stagioni, è importante.

Un aspetto spesso trascurato è l’esercizio fisico. Fare attività motoria regolarmente aiuta a ridurre lo stress e l’ansia e se svolta a orari appropriati (non dopo cena), può migliorare la qualità del sonno e ridurre i livelli infiammatori nel corpo.

Esistono anche tecniche di rilassamento, come la respirazione profonda e il training autogeno, che possono essere molto utili, anche se non sempre praticabili prima di dormire. Altre attività come la pittura, la musica, la scultura possono fungere da forme di terapia.

Un’altra strategia efficace è la programmazione: creare un calendario personale aiuta a gestire meglio il tempo e a ridurre lo stress. Anche una dieta equilibrata è essenziale: questa dovrebbe variare in base alle stagioni e all’età, poiché i bisogni nutrizionali cambiano nel tempo.

L’omeopatia può essere d’aiuto? Perché, come e con quali benefici?

 La medicina integrativa può avere un ruolo terapeutico, a supporto di chi soffre di stress e di insonnia al rientro alla vita routinaria di settembre. L’azione principale è quella di aiutare a regolarizzare il ritmo sonno-sveglia e le soluzioni che offre sono molteplici. L’Arnica montana, per esempio, più comunemente viene proposta come terapia omeopatica per la cura dei traumi fisici – a supporto esiste una letteratura scientifica molto ampia [3] – viene utilizzata anche per il trattamento dell’insonnia. Così come la Coffea cruda trova impiego in alcuni stati di stress e di leggera agitazione.

In vista del cambiamento di stagione si può pensare di fare una cura ricostituente prima della ripresa a base di selenio, magnesio e di vitamina B (la B12 nello specifico funge anche da tonico per l’umore) che, avendo un effetto ansiolitico, favoriscono il riposo notturno.

Un aspetto spesso sottovalutato è l’emicrania, che viene scatenata dallo stress e sfocia in quelle che sono definite “crisi emicraniche”. Nessuno è escluso, purtroppo anche i più piccoli possono accusare questo disturbo, spesso però anticipato da mal di pancia (emicrania addominale) frequenti quando ricomincia la scuola. L’Ignatia amara può essere di aiuto nel mal di testa.

 

[1] https://www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK568745/

[2] https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/6581756/

[3] https://unasalute.it/ricerca-scientifica/arnica-montana/