Elio Rossi

Quello della sanità toscana è un percorso pionieristico. Può raccontarci com’è andata?

La Regione Toscana da oltre vent’anni integra omeopatia, fitoterapia e agopuntura nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). Nel nostro Paese è stata la prima regione ad approvare un percorso diagnostico terapeutico-assistenziale (PDTA) per la medicina integrata in oncologia, grazie al quale i malati oncologici possono essere trattati, oltre che con le terapie convenzionali, anche con quelle complementari, seguendo indicazioni chiare e condivise da tutti i Dipartimenti oncologici, all’interno del Servizio sanitario regionale.

Questo percorso inizia nel 1994, quando un gruppo di medici, farmacisti e operatori sanitari ha spinto per integrare alcune medicine complementari all’interno del sistema sanitario regionale. È un’iniziativa che si è inserita in un contesto di ascolto attivo e continuo dei pazienti, caratteristico di una regione storicamente all’avanguardia nell’innovazione in ambito sanitario.

Grazie ai dati forniti dall’Agenzia Regionale di Sanità (ARS), sappiamo che già nel 2010 una significativa percentuale di pazienti toscani (oltre il 13%) utilizzava l’omeopatia, che godeva anche di un gradimento elevato, intorno all’80%, una percentuale superiore rispetto alle altre forme di medicina complementare. Sempre nello stesso periodo è stato rilevato che un bambino su quattro in Toscana era curato con le medicine complementari, e tra questi, la quasi totalità ricorreva all’omeopatia.

Un altro aspetto rilevante è l’influenza che la medicina omeopatica ha avuto anche in ambito veterinario. L’esistenza di una scuola veterinaria specializzata in Toscana ha favorito l’adozione di queste terapie anche negli allevamenti intensivi, migliorando il benessere animale e offrendo un’alternativa sostenibile alle cure tradizionali, tra cui gli antibiotici.

Cosa ha rappresentato la legge regionale n.9 del 2007?

Nel 2007 la Toscana ha approvato la legge regionale n. 9, che ha istituito la figura dell’esperto in medicina complementare. Su queste basi nel 2023 è stato siglato un accordo tra Stato e Regioni, anticipato in Toscana da un protocollo di intesa con gli Ordini professionali competenti per territorio dei Medici, dei Veterinari e dei Farmacisti, finalizzato alla creazione di un registro di professionisti esperti in omeopatia, agopuntura e fitoterapia. Attualmente, è un dato del dicembre 2023, un censimento ha rilevato 685 medici esperti in MC attivi nella regione e iscritti a questi elenchi presso gli Ordini dei Medici provinciali.  

Le premesse fatte fino a questo punto ci consentono di capire cosa ha portato alla nascita della Rete Toscana di Medicina Integrata, trasformata poi nel Centro Regionale per la Medicina Integrata (CRMI), di cui lei dottore è responsabile. Ci può spiegare di cosa si occupa?

Il suo obiettivo principale è il coordinamento degli ambulatori distribuiti sul territorio regionale, che offrono servizi di medicina complementare. Oggi il CRMI conta 77 ambulatori distribuiti nei principali ospedali della regione, con una predominanza dedicata all’agopuntura. Queste strutture hanno raggiunto un volume considerevole di attività: nel 2023 sono state effettuate 36.700 visite, con circa 8.300 pazienti trattati.

Il trend delle visite negli ultimi anni è stato costante, con un numero di prestazioni simile a quello pre-pandemia. Nel 2018 erano 29.881, nel 2019 sono salite a 30.253. Nel 2020 è sceso a 19.691 a causa della chiusura delle strutture e della pandemia, ma nel 2021 c’è stata una netta ripresa con 25.716 visite, seguita da un ulteriore aumento nel 2022, con 31.820 prestazioni.

Quali sono state le pietre miliari nell’ambito dell’oncologia e quali collaborazioni internazionali hanno avuto un ruolo chiave in questi anni?

L’oncologia integrata in Toscana, come già accennato, si è sviluppata grazie all’impegno di un gruppo di lavoro che nel 2010 ha prodotto un documento basato sulle evidenze scientifiche disponibili fino a quel momento. È un percorso che ha attraversato diverse tappe fondamentali: tra il 2011 e il 2014, la Regione Toscana ha partecipato all’European Partnership Action Against Cancer (EPAAC) e ha contribuito alla pubblicazione del libro “Complementary Medicines for the Cancer Patient“. Nel 2015, con la delibera regionale n. 418, è stato formalizzato l’inserimento della medicina complementare nella rete oncologica dell’Istituto Toscano dei Tumori (ITT), insieme alla creazione del gruppo di lavoro regionale per l’integrazione delle MC nella Rete oncologica regionale. Tra il 2016 e il 2018, la Toscana ha ospitato congressi internazionali sull’oncologia integrata a Firenze e ha firmato un Protocollo d’Intesa con il prestigioso Memorial Sloan Kettering Cancer Center di New York. Si inseriscono in questo percorso anche la pubblicazione e diffusione dell’opuscolo “Le medicine complementari per il paziente oncologico e la partecipazione al bando di ricerca “Linea 3.4 – Ricerca sulle medicine complementari e integrate”.

Che cos’è il PDTA? Come viene utilizzato per la medicina integrata in oncologia?

Una delle conquiste più significative è stata l’approvazione del Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA), un insieme di linee guida regionali per il trattamento di diverse malattie, sviluppato da esperti e formalizzato con decreti regionali. Lo strumento del PDTA è fondamentale per indirizzare l’attività clinica quotidiana dei medici e delle strutture sanitarie.

Nel caso del tumore al seno, la medicina complementare è stata inclusa in tre versioni successive del PDTA e si è quindi pensato alla possibilità di estendere questo approccio anche ad altre tipologie di tumore. Ne è nato nel 2021 un PDTA specifico per la medicina integrata per i malati oncologici, che raccoglie tutte le opzioni di intervento complementare e mai alternativo o sostitutivo, sia chiaro, per la gestione dei sintomi correlati al trattamento oncologico o alla malattia tumorale o.

In conclusione, può fornirci qualche dato sulle prestazioni erogate, sui pazienti oncologici che hanno scelto di affidarsi alla medicina complementare e quali trattamenti omeopatici sono più utilizzati?

Nel 2022, in Toscana sono state erogate più di 11.000 prestazioni ai pazienti oncologici, con circa 2.200 persone visitate per una diagnosi di cancro. L’agopuntura è risultata l’opzione di medicina complementare più frequente.

Questo cosa riguarda? Specificare che riguarda omeopatia e Lucca dal settembre 2013 al dicembre 2022, sono stati visitati 907 pazienti (il 12,9% di sesso maschile e l’87,1% femminile). Alla fine del 2023, il numero totale di pazienti oncologici trattati è salito a 1.009, con un’età media di 57,2 anni (15-89). Gli uomini hanno un’età media di 62,1 anni, mentre le donne di 56,4. Un dato interessante è che il 19% dei pazienti aveva già utilizzato trattamenti omeopatici per altre patologie non oncologiche e desiderava continuare questo approccio durante le cure antineoplastiche.

La maggior parte dei pazienti trattati riguarda il tumore del seno, ma si registrano anche casi di tumore del colon, polmone, ovaio, utero e retto. I pazienti hanno mostrato una buona risposta a trattamenti omeopatici a base di Phosphorus, Lachesis mutus, Arsenicum album, Nux vomica e Sepia officinalis, per fare alcuni esempi, in base ai sintomi riscontrati.