Le patologie dell’invecchiamento: quali sono le più frequenti e quali difficoltà comportano?

“Con l’aumento dell’aspettativa di vita – in Italia la media è di circa 83 anni, con le donne che arrivano anche oltre gli 85 – cresce il numero di persone che devono gestire più patologie croniche contemporaneamente. Le più comuni sono artrosi, disturbi cardiovascolari, diabete, ipertensione, problemi digestivi e neurologici. Spesso, un anziano assume più di 5 o 6 farmaci al giorno: questa situazione, nota come poli-farmacoterapia, comporta un rischio elevato di effetti collaterali e interazioni tra farmaci. Si manifestano così sintomi come nausea, stipsi o diarrea, vertigini, sonnolenza, tremori, confusione mentale e disturbi cutanei come prurito o eczemi”.

In che modo l’omeopatia può aiutare in terza età?

“L’omeopatia rappresenta una risorsa preziosa per attenuare molti dei disturbi legati all’invecchiamento, sia a livello sintomatico sia, quando possibile, riducendo il dosaggio dei farmaci tradizionali. I medicinali omeopatici sono particolarmente indicati in questa fascia di età perché non presentano generalmente effetti indesiderati e interazioni potenzialmente nocive con altri farmaci, e possono essere assunti anche da pazienti fragili o in politerapia”.

Oltre all’omeopatia, quali strumenti offre la medicina integrativa?

“Più strumenti abbiamo a disposizione, più possibilità abbiamo di centrare l’obiettivo, ovvero il benessere globale del paziente. Oltre all’omeopatia, utilizzo spesso nutraceutici, integratori specifici come omega-3, con azione antinfiammatoria, e vitamina D, utile per il sistema immunitario. La fitoterapia è altrettanto importante: un esempio è il Ginkgo biloba che migliora il microcircolo cerebrale e ha proprietà antiossidanti. Un ruolo chiave lo gioca anche l’alimentazione, perché l’80% delle difese immunitarie risiede nell’intestino. Una buona funzionalità intestinale, supportata anche da probiotici, è fondamentale per la salute generale, soprattutto nell’anziano”.

Omeopatia per anziani: un approccio naturale e sicuro per migliorare la qualità di vita?

“Alcuni pazienti anziani temono che l’omeopatia possa interferire con le terapie farmacologiche in corso. In realtà, i medicinali omeopatici sono generalmente privi di effetti collaterali e senza rischi di interazioni con altri farmaci. È ciò che rende la terapia omeopatica particolarmente adatta a chi segue politerapie complesse, come spesso accade nella terza età. È importante però affidarsi sempre a un medico omeopata qualificato, che possa valutare con attenzione ogni singolo caso, garantendo un percorso terapeutico personalizzato e sicuro”.

Invecchiamento e Omeopatia: quali disturbi possono essere trattati?

Secondo l’esperienza del dott. Meneguzzi, l’omeopatia può offrire un concreto sostegno in numerose condizioni comuni legate all’età avanzata. “Dolori articolari, rigidità muscolare, problematiche digestive come reflusso, gonfiore e stitichezza, disturbi del sonno, ansia, cali dell’umore e lievi difficoltà cognitive sono tra i disturbi più frequentemente riportati dai pazienti anziani. In questi casi, l’approccio omeopatico permette di migliorare il benessere generale e la qualità di vita, anche nei soggetti già in trattamento con più farmaci. Ciò che rende l’omeopatia particolarmente indicata per la terza età è la sua tollerabilità e la sua sicurezza. Inoltre, il trattamento viene costruito su misura, in base al profilo del paziente, alla sua sensibilità, alla storia clinica e al quadro complessivo. Questo consente un approccio sicuro ed efficace, ideale anche per chi desidera ridurre il carico farmacologico, guidato da un medico omeopata esperto”.

 Quanto è importante la personalizzazione della terapia nella terza età?

Ogni paziente è unico, soprattutto nella terza età, dove le condizioni di salute possono essere molto diverse anche tra coetanei. Personalizzare la terapia significa ascoltare, osservare e adattare i trattamenti alle reali esigenze della persona, scegliendo di volta in volta tra omeopatia, fitoterapia, nutraceutici e altre terapie integrate”. Un esempio lo racconta il Dott. Meneguzzi:Recentemente ho seguito una signora di 83 anni con artrosi cervicale, ansia cronica e rigidità articolare. Dopo anni di terapie tradizionali, abbiamo impostato un trattamento personalizzato con medicinali omeopatici. In poche settimane, la paziente ha riscontrato un miglioramento della mobilità e una riduzione dei sintomi, tanto da poter sospendere i farmaci antinfiammatori. Questo ha portato a un netto miglioramento della sua qualità di vita”.