Il suo libro “Le piante ci parlano. Entrare in sintonia con il linguaggio segreto della natura per ritrovare sé stessi” guida il lettore in un mondo dove le piante medicinali sono compagne e maestre, capaci quasi di guardarci, toccarci e parlarci. Ma cosa significa davvero questa presenza silenziosa e discreta della natura nella vita umana?
La vita umana sarebbe impossibile senza le piante. Noi esseri umani non possiamo stare senza di loro, mentre le piante potrebbero esistere benissimo senza di noi. Siamo due regni che si scambiano il respiro: diamo anidride carbonica e riceviamo ossigeno. Questo ci obbliga a riconoscere che non siamo al vertice dell’esistenza. Come esseri umani, siamo spesso egocentrici, mentre dovremmo imparare a inchinarci davanti alla bellezza e all’importanza delle piante, che non sono soltanto utili ma anche meravigliose da vedere. E con la loro presenza silenziosa ci ricordano il nostro posto in un ordine cosmico più ampio.
Nel libro lei invita a “tornare ad ascoltare la voce della natura”. Ma cosa vuol dire concretamente ascoltare le piante medicinali?
È un atto che coinvolge emozione, scienza e intuizione. La “legge delle segnature”, un principio antichissimo derivato dall’alchimia, afferma che la natura è colma di segni: la forma delle foglie, il colore dei fiori, la struttura delle radici comunicano messaggi precisi.
La scienza moderna spesso conferma queste intuizioni: il microscopio ha dato ragione a conoscenze intuitive tramandate per secoli. È un invito a sviluppare un ascolto del corpo e della natura che va oltre la razionalità.
Il messaggio centrale del libro?
Tornare a fidarsi dell’intuizione e dei segni della natura. Viviamo ancora immersi nei rituali legati alle piante, anche se spesso ne abbiamo perso il significato profondo. Dal ramo d’ulivo nella liturgia ai confetti di mandorla nei matrimoni, fino al fico nei cimiteri: le piante ci accompagnano nei passaggi cruciali della vita.
La pianta medicinale “per eccezione” che parla e cura?
C’è una pianta medicinale che, più di altre, ha un significato speciale: l’Angelica arcangelica. Legata all’arcangelo Michele, simbolo di protezione, veniva piantata davanti alle case come segno di difesa cristiana. Nella medicina naturale cinese è nota come Dong Quai, “pianta del ritorno”, usata per recuperare energie dopo una convalescenza o una grande stanchezza emotiva e fisica. Una vera alleata per il benessere e la salute integrata.
Come si può spiegare il funzionamento dell’omeopatia, soprattutto a chi non conosce il concetto di salute integrata?
La scienza delle nano-molecole ci sta aiutando a spiegare perché l’omeopatia funziona. Oggi sappiamo che esistono molecole piccolissime capaci di attraversare barriere biologiche. Questo spiega l’efficacia delle diluizioni infinitesimali nella medicina omeopatica. L’omeopatia può essere una prima cura, oppure un prezioso alleato accanto alla medicina convenzionale. Aiuta a evitare la cronicizzazione delle malattie, a ridurre gli effetti collaterali dei farmaci e a sostenere il corpo nel suo naturale percorso di riequilibrio. L’omeopatia è come una Ferrari della medicina naturale: funziona in modo potente, ma richiede attenzione e corresponsabilità. Il paziente deve osservare cosa cambia dentro di sé, non solo nel corpo ma anche nell’emotivo. Solo così si può davvero parlare di salute integrata.