L’omeopatia deve trovare la ricerca che le corrisponde, che più si adatta alle caratteristiche dei medicinali omeopatici e alla prescrizione che ne viene fatta. Questo il pensiero del professor Jean-Lionel Bagot, medico oncologo, omeopata e Presidente della Società Omeopatica Internazionale per le Cure di Supporto in Oncologia (SHISSO).
Responsabile dell’insegnamento dell’Omeopatia all’Università̀ di Strasburgo, Bagot esercita la sua professione medica a Strasburgo. A lui si deve la prima clinica dedicata all’assistenza di supporto in oncologia all’interno di una struttura ospedaliera.
Nell’intervista rilasciata durante il 5° congresso internazionale organizzato dall’Homeopathy Research Institute (HRI) di Londra, parla del ruolo dell’omeopatia nell’ambito delle cure di supporto ai trattamenti oncologici e del futuro della ricerca in omeopatia.
Ricerca scientifica in omeopatia: evidenze nel supporto ai trattamenti oncologici
Sono numerose le ricerche scientifiche che hanno valutato il ruolo dei medicinali omeopatici nel supporto ai trattamenti oncologici, per ridurre alcuni effetti collaterali e migliorare la qualità di vita dei pazienti oncologici.
Tra queste, uno studio osservazionale multicentrico condotto dal professor Bagot e dalla sua équipe di medici a Strasburgo ha valutato il ruolo del medicinale omeopatico nella riduzione di effetti secondari dovuti al trattamento oncologico. Dai risultati emerge una riduzione del 50-70% di effetti collaterali quali nausea, inappetenza e stanchezza cronica nel gruppo che ha utilizzato l’omeopatia in associazione ai trattamenti convenzionali. Inoltre, l’83% dei pazienti che ha utilizzato l’omeopatia in questo contesto ha espresso soddisfazione.
Ricerca scientifica in omeopatia: l’interesse degli operatori sanitari verso l’oncologia integrativa
L’omeopatia in Francia è la terapia complementare di supporto ai pazienti oncologici più utilizzata. Ma come viene percepita dai medici? E qual è il livello di conoscenza degli operatori sanitari francesi?
A queste domande prova a rispondere uno studio condotto dal professor Bagot con l’obiettivo di indagare l’atteggiamento dei medici francesi nei confronti dell’omeopatia e i modelli di utilizzo e prescrizione delle terapie omeopatiche nei pazienti oncologici. Lo studio, pubblicato sulla rivista Supportive Care in Cancer, è stato condotto con due indagini trasversali: da una parte 150 oncologi specializzati; dall’altra 197 medici generici, di cui 97 esperti in omeopatia.
Dai risultati emerge che il 10% degli oncologi prescrive l’omeopatia; il 36% la consiglia; il 54% pensa che l’omeopatia sia potenzialmente utile nel supporto in oncologia. Due terzi dei medici non esperti dichiara di prescrivere a volte l’omeopatia nel contesto delle cure di supporto e il 58% indirizza regolarmente i propri pazienti a medici omeopati.
Ricerca scientifica in omeopatia: il futuro secondo il professor Bagot
Secondo il professor Bagot: “L’omeopatia deve trovare la ricerca che le corrisponde, che più si adatta alle caratteristiche dei medicinali omeopatici e alla prescrizione che ne viene fatta, in modo che si possa valutare la sua azione, la sua efficacia e la sua utilità per la salute pubblica”.
Infine, Bagot invita a mettere alla prova l’omeopatia come cura di supporto alle cure oncologiche: un trattamento omeopatico, infatti, è sicuro, non presenta interazioni farmacologiche e non comporta effetti collaterali secondari. Può aiutare a tollerare meglio le cure oncologiche, con effetti benefici sull’aderenza terapeutica e sulla qualità di vita complessiva dei pazienti.