Tre giorni dedicati alla salute per non lasciare nessuno indietro

Diritto alla salute, per non escludere nessuna categoria fragile, salute mentale e privatizzazione della sanità, prevenzione più capillare per le malattie croniche. Sono alcuni dei temi al centro del programma della quarta edizione, dal titolo “Nessuno resti indietro”. Dove il nessuno – come sottolineano gli organizzatori – è chiunque: gli anziani che vivono molto più a lungo ma con disabilità evitabili, gli adulti che non conoscono i presidi per stare e invecchiare bene, gli adolescenti che sempre più spesso soffrono di disagi mentali e i bambini per i quali mancano farmaci testati e sicuri.

Proprio ai più piccoli è stato dedicato il talk “Bambini: una soluzione tutta per loro”, moderato dalla giornalista Irma D’Aria, a cui hanno partecipato Chiara Iannucci (infermiera strumentista di sala operatoria), Elena Bozzola (pediatra e infettivologa presso l’Ospedale Bambino Gesù di Roma, consigliere nazionale e segretario della Società Italiana di Pediatria), Maria Elena Lorenzetti (pediatra esperta in omeopatia, docente del Centre d’Enseignement et de Développement de l’Homéopathie (CEDH) e vicepresidente della Società Italiana di Pediatria Condivisa – Sipec) e Giuseppe Varrasi (specialista in pediatria, ideatore del circuito di Pediatria On Line e presidente della Società Italiana di Pediatria Condivisa – Sipec). La “soluzione tutta per loro” fa riferimento all’omeopatia, una terapia sicura, tollerabile, che segue la crescita del bambino, in maniera fisiologica.

Genitore e medico sempre fianco a fianco

La medicina omeopatica può essere di aiuto nella gestione delle malattie pediatriche e dei disturbi stagionali, come hanno testimoniato i protagonisti del talk. Quando i bambini sono molto piccoli, c’è una certa cautela nell’uso dei farmaci tradizionali, dato che la maggior parte non è ancora stata adeguatamente testata nella popolazione pediatrica, sollevando dubbi sull’efficacia e sulla tollerabilità.

Come ha ricordato la Dott.ssa Bozzola “i medicinali omeopatici sono farmaci a tutti gli effetti ma utilizzando sostanze di origine minerale, chimica, vegetale, animale e biologica” vanno incontro alle esigenze dei genitori che per i propri bambini desiderano una soluzione più naturale e con meno effetti collaterali, ma altrettanto efficace. “Ma come per qualsiasi altra terapia medica, anche quella omeopatica deve essere prescritta da un dottore, in questo caso da un pediatra”.

Ciò che le famiglie si aspettano da un pediatra che prescrive una cura omeopatica è, come ha ben sottolineato il Dott. Varrasi, “una mano il più leggera possibile, la meno interventista possibile in termini di somministrazione di farmaci tradizionali”.

Lo conferma la testimonianza di Chiara Iannucci. Oltre a essere una professionista della salute è anche una mamma che ha scelto di usare l’omeopatia con il suo primo figlio e lo farà anche con il secondo in arrivo: “Presto molta attenzione a ciò che porto in casa a partire dagli alimenti, passando ai detersivi e detergenti fino ai farmaci. Con la nascita del mio primo bimbo, la pediatra mi ha proposto un’azione integrata preventiva per i malanni di stagione. Mi sento molto tranquilla nel somministrare i farmaci omeopatici al piccolo e quando ne ho avuto bisogno, l’ho assunta in prima persona, durante i primi mesi di gravidanza per fronteggiare i sintomi dell’ansia, senza preoccupazioni sapendo di non mettere in pericolo me o il feto”.

 Omeopatia: una terapia personalizzata per i bambini

L’omeopatia è in grado di accompagnare la fisiologia dei più piccoli, sempre in continua evoluzione e mitigare le preoccupazioni dei genitori, essendo priva di effetti collaterali, non interferendo con altri farmaci.

Ciò che rende l’omeopatia una terapia “a misura di bambino è la possibilità di personalizzare la cura – perché tiene conto del modo in cui il piccolo paziente si ammala – e l’azione di prevenzione, soprattutto dei malesseri stagionali.

Soprattutto il primo però, è un concetto non semplice da “far proprio”, per chi non ha mai utilizzato l’omeopatia. Lo ha spiegato bene la Dott.ssa Lorenzetti “di fronte alla stessa origine patogena, ogni organismo può sviluppare sintomi diversi in base al sistema immunitario, al benessere psichico. Prendiamo l’esempio del virus influenzale, in un bambino può provocare una febbre e l’insorgenza di sudorazione e rossore, in un altro invece può presentarsi una febbriciattola, ma può sentirsi molto stanco e debilitato. La medicina omeopatica è in grado di intervenire con farmaci diversi trattando singolarmente ogni caso”. Una personalizzazione a 360° che tiene conto della costituzione del bambino, di come si ammala, con quale frequenza e quali sintomi mostra.

Inoltre, come accennato da Chiara Iannucci, il pediatra può suggerire la prescrizione di una cura omeopatica in maniera preventiva, così da aiutare il piccolo paziente a ridurre la possibilità che si presenti un disturbo stagionale, come infezioni respiratorie e virali durante la stagione più fredda. Ma, la medicina complementare può supportare il bambino non solo prima dell’insorgenza ma anche in una fase acuta, associata a quella tradizionale per velocizzare i tempi di guarigione o ridimensionare l’assunzione di antibiotici.

 

Una somministrazione più facile e pratica di così

L’omeopatia è facile da somministrare ai bambini: su questo i genitori e i pediatri concordano. Dal punto di vista medico, la Dott.ssa Bozzola ha evidenziato come la forma farmaceutica più frequente per i farmaci omeopatici ovvero i granuli siano facilmente somministrabili anche a chi più di qualsiasi altro soggetto “fa resistenza” quando si tratta di assumere un farmaco che magari ha un cattivo odore o sapore, o una pastiglia troppo grossa: “È una scena che conosciamo tutti, del genitore che insiste con il proprio figlio perché non vuole aprire la bocca e bere lo sciroppo”.  

La medicina omeopatica bypassa questo “ostacolo”, come ha suggerito la Dott.ssa Lorenzetti: “Per i bimbi più grandi, i granuli si sciolgono facilmente in bocca, non serve che siano sotto la lingua. Per i neonati o nei primi anni di vita, basta sciogliere i granuli in un quantitativo di acqua in un biberon o in una siringa senz’ago”.