Dal 1996 i Piani socio sanitari della Regione Toscana hanno incluso le Medicine Complementari (agopuntura, fitoterapia, omeopatia, medicina manuale) nei programmi per la salute garantendone la progressiva integrazione nel Servizio Sanitario Regionale.
L’Ambulatorio di omeopatia di Lucca, aperto nel 1998 all’interno di un progetto pilota, è diventato nel 2002 Struttura di Riferimento Regionale per l’omeopatia. Sin dall’inizio lo staff medico ha condotto studi osservazionali per valutare l’efficacia dei trattamenti e analizzare le caratteristiche dei pazienti afferenti al servizio. L’Ambulatorio di omeopatia per la donna, inaugurato nel 2003, è dedicato alla salute femminile e tratta, perlopiù, i problemi della menopausa. Nel 2013 è stato poi avviato, con fondi regionali, l’Ambulatorio medicine complementari e alimentazione in oncologia, inizialmente come progetto pilota in collaborazione con il Dipartimento di Oncologia dell’ospedale di Lucca. L’Ambulatorio fornisce ai pazienti oncologici informazioni sulle terapie complementari e consigli nutrizionali ed eroga trattamenti complementari evidence-based, tra cui l’omeopatia, per migliorare la qualità di vita dei pazienti attraverso la riduzione degli effetti avversi delle cure antitumorali e dei sintomi correlati al cancro. Dal 2015 i suoi servizi sono inclusi nei PDTA regionali e dal 2017 la struttura è parte integrante della Breast Unit di Lucca.
Le attività cliniche e l’impegno per l’integrazione con la medicina convenzionale e di regolamentazione dell’omeopatia e delle altre MC a livello regionale sono stati puntualmente documentati con numerose pubblicazioni su riviste scientifiche internazionali peer-reviewed e indicizzate in PubMed.

Setting e trattamenti
I medici omeopati che lavorano presso l’Ambulatorio di Lucca sono specialisti che hanno frequentato una scuola di omeopatia di durata almeno triennale, con esperienza trentennale e iscritti agli elenchi degli esperti in MC degli Ordini provinciali dei Medici; l’Ambulatorio di Medicine Complementari e alimentazione in oncologia ha nello staff anche un oncologo.
I pazienti che desiderano ricevere un trattamento omeopatico possono prenotare un appuntamento presso l’Ambulatorio di omeopatia e l’Ambulatorio di omeopatia della donna, senza richiesta del medico curante; la quasi totalità dei pazienti dell’Ambulatorio di Medicine Complementari e alimentazione in oncologia sono inviati dall’oncologo di riferimento. Ogni paziente riceve un trattamento omeopatico individualizzato; se necessario, sono prescritti in concomitanza farmaci e/o trattamenti convenzionali.

Altre attività
L’Ambulatorio di omeopatia ha collaborato a numerose iniziative di formazione/aggiornamento professionale ed educazione sanitaria. Numerose le attività seminariali e i congressi nazionali, europei e internazionali predisposti in collaborazione con la Rete toscana di medicina integrata, oggi Centro regionale per la Medicina Integrata (CRMI) e con altre realtà. Importante l’attività di informazione/divulgazione con 45 numeri del Notiziario regionale MC Toscana.
Anche l’Ambulatorio di omeopatia per la donna ha preso parte e promosso numerose iniziative, al fine di integrare l’omeopatia e le medicine complementari nei trattamenti convenzionali, migliorare la qualità dei servizi clinici, rispondere ai fattori di stress condivisi dalle pazienti. Si segnalano tra l’altro progetti di danza-terapia in associazione al trattamento omeopatico, per la riabilitazione di donne con dipendenza da sostanze e il corso di formazione all’uso di rimedi omeopatici durante travaglio e parto in collaborazione con il Dipartimento di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale, rivolto a oltre 50 ostetriche di Lucca.

 

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Approfondimento: i dati clinici

Da settembre 1998 al 31 dicembre 2019 presso le varie articolazioni dell’ambulatorio sono stati consecutivamente visitati in totale 6425 pazienti. In particolare presso l’Ambulatorio di omeopatia sono stati visitati 4571 nuovi pazienti, in maggioranza donne (67,3%) con età media di 35,7 anni. Di questi 3395 pazienti (74.2%) non avevano mai utilizzato trattamenti omeopatici mentre il 72% aveva già utilizzato cure convenzionali per i problemi di salute motivo della visita omeopatica. Nel corso degli anni sono state trattate oltre 200 differenti patologie di natura respiratoria (27,6%), dermatologica (5,3%), gastrointestinale (12,3%), psicologiche (12,5%) osteoarticolari (3,8%) e cefalee (3%), registrando un miglioramento nell’88,8% dei pazienti in follow-up. Tra questi, 367 pazienti (20,7%) hanno riportato una ORIDL pari a +1, 370 pazienti (20,9%) hanno riportato una ORIDL pari a +2, 465 pazienti (26,2%) hanno riportato una ORIDL pari a +3, 374 pazienti (21%) hanno riportato una ORIDL pari a +4. Pertanto, il 68,1% dei pazienti ha presentato un miglioramento o la guarigione completa (ORIDL +2, +3, +4), mentre 187 pazienti (10,5%) non hanno riportato alcun miglioramento (ORIDL 0) e 12 pazienti (0,7%) hanno presentato uno sfumato peggioramento dei sintomi o del disturbo (ORIDL -1).

Presso l’Ambulatorio di omeopatia per la donna, sono stati visitati 1854 pazienti dal 2003 al 2019, con età media di 42 anni. Di queste il 33,4% aveva già usato trattamenti complementari e il 38% aveva già utilizzato rimedi omeopatici. Il 54% delle donne sono state visitate per problemi ginecologici. Tra questi, i disturbi più frequenti sono stati quelli post-menopausali (38,1%) e le turbe del ciclo mestruale (21%); si è registrato un miglioramento nel 74,1% delle pazienti.

Presso l’Ambulatorio di Medicine Complementari e alimentazione in oncologia, sono stati visitati consecutivamente 549 pazienti da settembre 2013 al 2019, nella grande maggioranza donne (82%). Le principali tipologie o sedi del tumore sono stati: mammella (59,2%), colon/retto (8.6%), polmone (5,1%), ovaio (3.5%), stomaco (1.8%), prostata (1.8%), utero (2,6%); cervello (2%), rene (0.9%), fegato (0,5%), pancreas (1,1%). Il 10,4% dei pazienti visitati aveva un secondo tumore di altro tipo, un altro 8,7% presentava una recidiva della malattia e il 30,4% aveva metastasi. Quasi tutti i pazienti erano stati o erano in chemio- e/o radioterapia e/o ormonoterapia; il 6,4% aveva rifiutato ogni trattamento antineoplastico convenzionale. Circa il 70% di questi pazienti hanno deciso dopo la visita di medicina complementare di accettare le cure antitumorali. L’omeopatia è il trattamento complementare più prescritto, in maniera esclusiva (52,7%) o in associazione ad altri trattamenti complementari, per lo più fitoterapia e agopuntura (42,3%).

I trattamenti complementari sono risultati utili nel ridurre complessivamente i più importanti effetti avversi delle terapie antitumorali (p =0.025), valutandone l’intensità prima e dopo la cura con un grading da G0 = assenza di sintomi, G1 = lieve, G2 = medio, G3 = forte,  in particolare: le  vampate di calore (p=0.000); la fatigue (p=0.000); la depressione (p=0.000); la nausea (p =0.001); l’ansia (p=0.000); l’insonnia (p=0.001); la mucosite (p=0.002); la  stipsi (p =0.025); la radiodermatite (p=0.01).

Ultimo evento in questo ambito è stata l’approvazione nell’ambito del Bando Ricerca Salute 2018 di un progetto di ricerca sugli effetti di omeopatia e agopuntura sul deficit cognitivo indotto dalla chemioterapia e dalle altre terapie antitumorali promosso dall’Azienda USL Toscana Nord ovest, avendo come partner l’ASDL Toscana Sud est, l’Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana e l’ISPRO (già Istituto Toscano Tumori). Il progetto, già approvato dal Comitato etico e attualmente in corso di approvazione da parte di AIFA, dovrebbe partire entro la fine di novembre.