Per capire quali sono gli atteggiamenti rispetto alla diffusione e all’uso dell’omeopatia, soprattutto per quanto riguarda la pediatria, bisogna tener conto di due punti di vista diversi: quello del pediatra e quello dei genitori. Diverse ricerche condotte all’interno di SIP (Società Italiana Pediatri) e di FIMP (Federazione Italiana Medici Pediatri) evidenziano che una percentuale di pediatri compresa tra il 25 e il 30% è favorevole all’uso delle medicine complementari, tra cui l’omeopatia, per la cura dei bambini e i genitori, d’altro canto, si stanno accostando ai medicinali omeopatici per trattare le malattie dei loro figli. Sia pediatri che genitori ritengono comunque opportuno che l’utilizzo delle medicine complementari avvenga in affiancamento e non in alternativa alla medicina tradizionale, un modello di integrazione.

I bambini in generale possono soffrire di malattie acute o del riacutizzarsi di malattie croniche, quando si può far ricorso all’omeopatia? Dati ottenuti presso servizi di Otorinolaringoiatria Pediatrica indicano che il 60% dei bambini che soffre, ad esempio, di patologie alle vie respiratorie viene curato con medicine complementari, spesso con l’Omeopatia. “Ciò è dovuto al fatto che i medicinali omeopatici, a differenza della medicina tradizionale, comportano meno effetti indesiderati, quasi nulli, e quindi i genitori li usano con maggiore tranquillità”, commenta il Professor Macrì. Bisogna però anche analizzare l’aspetto della reticenza: “spesso i genitori evitano di comunicare al proprio medico di usare farmaci omeopatici per curare i propri figli, come se avessero timore della scelta fatta, temendo di essere giudicati”, aggiunge il Professore.

Negli ultimi anni però si è constatato che molti genitori si rivolgono alla medicina omeopatica non per motivi ideologici o culturali, ma quando quella tradizionale non dà i risultati desiderati, oppure, sempre più spesso, per la ricerca della personalizzazione del trattamento, quindi una medicina sempre più tailor-made che valorizzi e distingua le caratteristiche e le esigenze del singolo paziente. L’omeopatia applica questo modello e i medici che la prescrivono si soffermano ad ascoltare i pazienti per conoscere le loro caratteristiche in modo da poter fare una prescrizione di terapia più accurata e non per ottenere un mero effetto placebo. “Il pediatra ha un compito più complesso perché deve saper ottenere queste notizie parlando con i genitori, quindi indirettamente, e pertanto deve saper sviluppare questa capacità”, commenta Macrì.

Come detto, l’omeopatia ha effetti collaterali quasi nulli, a differenza della medicina tradizionale, ed è un aspetto che i genitori prendono in considerazione quando devono fare una scelta terapeutica per i loro piccoli. “Un aspetto interessante che riguarda l’omeopatia è il progetto di poter instaurare quella che viene indicata come terapia di terreno, cioè una terapia che ha lo scopo, in via preventiva, di correggere le tendenze morbose del soggetto, mettendo in equilibrio le funzioni biologiche del suo organismo”, evidenzia il Professore, aspetto fondamentale quando si parla di bambini e di organismi in crescita.