Quali sono i principi fondamentali dell’approccio omeopatico per la cura della voce? 

Essendo specializzato in medicina generale, nella mia pratica clinica quotidiana, mi occupo di un’ampia finestra di disturbi della voce e delle prime vie respiratorie, che però non sono classificabili come patologici e non hanno un trattamento farmacologico. 

Alcuni esempi sono la raucedine, l’abbassamento della voce o la laringite virale. Quest’ultima viene trattata con gli antinfiammatori, ma non esistono farmaci tradizionali che permettano di accelerare il recupero funzionale della voce. 

Altrettanto importante è raccomandare ai pazienti comportamenti di prevenzione. L’omeopatia è la soluzione terapeutica che riempie il vuoto per rispondere ai disturbi prima che diventino un qualcosa sul quale intervenire chirurgicamente. A seconda del singolo caso e della sintomatologia, possono essere prescritti medicinali omeopatici, utili non solo per alleviare dolore e fastidio, ma anche per trattare le possibili cause che nel paziente favoriscono l’insorgenza della patologia.

Esistono delle buone pratiche da seguire preventivamente per evitare che le prime vie respiratorie possano essere colpite, soprattutto per chi lavora con la voce? 

Per chi fa un uso costante della voce, non solo i cantanti, gli attori, i doppiatori ma anche gli insegnanti, sarebbe opportuno mantenere un percorso con un professionista – un logopedista o un foniatra – per imparare a utilizzare lo strumento vocale. 

Chiaramente, per il cantante e l’attore è un qualcosa “connaturato” nel percorso di formazione, che prevede anche lezioni e corsi per l’uso e la modulazione corretta della voce. Ma ci sono altre categorie “a rischio”, come gli insegnanti, per le quali non è previsto l’apprendimento di queste skills a livello universitario. Quindi, il primo step sarebbe quello di imparare a utilizzare lo strumento, ovvero le corde vocali. È la prima buona pratica che non può essere sostituita con nessun tipo di trattamento, tradizionale o complementare. 

La seconda è l’idratazione, che spesso viene trascurata. I soggetti più esposti sono sempre gli insegnanti, a qualsiasi livello scolastico. Soprattutto coloro che insegnano alle elementari o alle medie, per evitare di dover andare in bagno e lasciare gli studenti temporaneamente scoperti da una sorveglianza, bevono poco durante le ore di servizio, non idratando le corde vocali, anche per 5 o 6 ore consecutive. 

La terza è semplice ed è il prevedere dei periodi di riposo vocale e aiutarsi con presidi terapeutici, come l’aerosol, l’acqua salsobromoiodica e le soluzioni isotoniche, contenenti anche acido ialuronico. Infine, prestare attenzione a cosa si mangia per evitare problematiche digestive, come il reflusso. Non sono casi isolati, quelli dei pazienti che riportano episodi di tosse quando si stendono a letto, perché risalendo l’acidità di stomaco verso la gola, può produrre un’irritazione o semplicemente stimolare una tosse stizzosa. 

Poi esistono anche dei fattori esterni: durante l’inverno in ufficio o a casa, a causa del riscaldamento, l’aria si secca, andando a incidere ulteriormente sulle corde vocali. Quindi, anche ricordarsi di umidificare gli ambienti che frequentiamo quotidianamente sarebbe un comportamento corretto. Così come in estate, l’aria condizionata o la deumidificazione, causano lo sbalzo termico e i cosiddetti “colpi d’aria”. 

Quali sono le ragioni che rendono i bambini più soggetti a laringiti o a problemi delle vie respiratorie?

I fattori sono molteplici: prima di tutto, all’asilo nido e alla scuola materna i bambini frequentano spazi con sistemi di aerazione e riscaldamento centralizzati che contribuiscono alla diffusione di eventuali virus delle vie respiratorie. A questo si unisce il fatto che per la maggior parte della loro giornata vivono in contesti di comunità o di gruppo e che, complice la loro spontaneità nel gioco, non impostano il tono della voce, gridano molto spesso e sforzano la gola e le corde vocali. Tutto questo fa sì che siano più frequentemente soggetti a disturbi delle alte vie respiratorie. 

Febbraio è da oltre settant’anni il mese in cui si celebra la musica italiana. Parliamo degli accorgimenti che adottano i professionisti della voce, come i cantanti. 

Soprattutto nella musica pop stanno avendo successo cantanti che utilizzano diverse tecniche vocali. Una su tutte quella che viene chiamata in inglese “riffs and runs”, che nella pratica significa – con la voce – fare scale molto rapidamente, distinguendo ogni singola nota e toccando anche i registri più alti, come le whistle notes. È ciò che fanno Beyoncé, Mariah Carey, Ariana Grande, ma anche Giorgia, rimanendo in tema del Festival di Sanremo. 

Quando pensiamo ai professionisti che lavorano con la propria voce non si parla solamente di stress vocale, ma anche della necessità di avere tutta la muscolatura del collo, ovvero tutta l’area cervicale, allenata e perfettamente in forma. Si aggiunge anche il fatto che, nel momento in cui si fa una performance, appunto perché si parla di componente muscolare, la tensione e l’emozione possono in qualche modo influire negativamente e rallentare l’attività vocale. In questo senso, l’omeopatia offre una soluzione terapeutica, dato che esiste tutta una serie di medicinali omeopatici, che possono aiutare a gestire l’ansia anticipatoria e quindi, l’aspetto più emotivo. Soprattutto perché l’agitazione porta a non utilizzare in maniera corretta lo strumento vocale e innescare dei comportamenti di compensazione, come alzare il volume della voce “tirandola” – come si dice in gergo – troppo.