Il long Covid è una sindrome post-virale che si manifesta attraverso una serie di disturbi e sintomi che possono debilitare una persona sotto molti aspetti, anche per parecchie settimane dopo la guarigione da Covid-19. La durata e la persistenza di queste manifestazioni cliniche non sembrano essere collegate all’intensità e alla durata della malattia. Dal momento che meccanismi e cause sono ancora sconosciuti, per cercare di alleviare il disagio e la sofferenza dei pazienti, è possibile solo un trattamento dei sintomi già osservati.

Dottoressa Renoux può spiegarci meglio cosa si intende per long Covid e quali sono i sintomi principali?

I sintomi del long Covid si presentano dopo un episodio acuto di Covid-19: è come una convalescenza interminabile. In alcuni casi ho notato che le persone recuperavano un certo benessere dopo la fase acuta, per poi mostrare una leggera alterazione delle loro condizioni generali di salute, meno grave dei sintomi iniziali, ma decisamente più duratura. Il sintomo che ho riscontrato con maggiore frequenza è una “fatigue” persistente, soprattutto quando la persona è sotto sforzo, anche se minimo. Si tratta di un disturbo particolarmente evidente negli individui che non avevano mai sperimentato questo tipo di stanchezza e il più delle volte si tratta di persone sportive o con una vita molto attiva, senza problemi di salute pregressi. Il secondo sintomo principale è la dispnea, difficile da quantificare: quando la persona dispneica è nella fase di recupero, i risultati sono perfettamente normali, per poi crollare non appena la persona compie uno sforzo. Anche i dolori articolari sono presenti e persistenti nel long Covid e sono caratterizzati da una grave variabilità. Infine, ci sono i disturbi del gusto e dell’olfatto che fanno parte dei sintomi del Covid-19, ma che possono comparire o ricomparire anche nel long Covid. I pazienti nel long Covid percepiscono alcuni sapori, ma non altri; sanno se stanno mangiando un cibo dolce o salato, ma difficilmente sono in grado di determinare il sapore dell’alimento.

In base alla sua esperienza saprebbe dirci se ci sono persone più a rischio di altre?

A oggi, non siamo stati ancora in grado di accertare chi siano le persone maggiormente colpite da questa sindrome. È una vera e propria roulette russa! Per esempio, non è detto che i pazienti che soffrivano di un’asma pregressa siano colpiti da dispnea nel long Covid. Al contrario, non fumatori e sportivi si ritrovano da un giorno all’altro senza fiato al minimo sforzo. Però siamo solo all’inizio dell’esplorazione di tutti i meccanismi e delle cause del long Covid.

Come si può capire il legame tra i sintomi osservati e il long Covid? Ma soprattutto, come si rapporta a ogni singolo paziente?

La diagnosi è puramente clinica: la combinazione di una serie di osservazioni mi porta a parlare di long Covid con un paziente. Se ha contratto il Covid-19 e presenta alcuni dei sintomi descritti sopra, ci sono buone probabilità che sia affetto da long Covid. Una volta diagnosticata la sintomatologia, consiglio ai miei pazienti di eseguire un check-up completo, quindi anche il dosaggio degli anticorpi anti-Covid. Questo perché da alcuni studi emerge che chi ha un livello particolarmente alto di anticorpi ha più probabilità di sviluppare il long Covid e in effetti potremmo quasi spiegare i sintomi del long Covid in presenza di una risposta immunitaria eccessiva.

E cosa può fare l’omeopatia per i pazienti affetti da long Covid? Ci sono cure specifiche?

L’omeopatia è adatta nel trattamento del long Covid, poiché la diagnosi omeopatica si basa principalmente sui sintomi. Personalmente, quando visito pazienti affetti da long Covid chiedo sempre di descrivermi dettagliatamente tutti i sintomi, in questo modo sarà più semplice capire la cura da prescrivere, che si baserà esclusivamente sui sintomi descritti, senza sbilanciarmi sulla causa. Lavorando in questo modo, in omeopatia abbiamo sempre ottenuto risultati, a volte anche sorprendenti. Un esempio palese è che in alcuni pazienti affetti da long Covid sono riuscita a trovare un medicinale che ha migliorato di molto la sintomatologia e i disturbi, eliminando anche quella sorta di tristezza, che ci affligge da ormai 2 anni.

Quali sono le sue conclusioni in merito al long Covid e alle sue osservazioni?

Penso che sia prematuro trarre conclusioni sul long Covid, purtroppo non conosciamo ancora bene questa patologia. Sul piano medico è importante rimanere umili perché non padroneggiamo ancora del tutto la materia e spesso ho la sensazione di trovarmi di fronte a un nemico inafferrabile: ogni volta che pensiamo di aver trovato una risposta o una soluzione, sembra che il virus la aggiri in qualche modo. Come medici bisogna essere aperti, osservare ciò che succede e adattare la propria risposta terapeutica a ciò che le persone ci raccontano: non dobbiamo imporre una verità; la verità viene dal paziente e dalla loro esperienza vissuta.