Nuove indagini in laboratorio aprono prospettive per comprendere l’interazione tra l’omeopatia e i meccanismi biologici. È ciò che è riuscito a fare lo studio pubblicato sulla rivista Cytokine, dalla ricercatrice brasiliana Gislaine J. Falkowski-Temporini[1], focalizzato sull’effetto di una soluzione omeopatica di Lycopodium clavatum su topi e cavie infettati dal parassita Trypanosoma cruzi-Y, responsabile della malattia di Chagas[2].
Lo studio, randomizzato, controllato e in cieco, ha osservato 1400 topi, divisi in due gruppi, trattati il primo con una soluzione neutra e il secondo con una soluzione omeopatica di Lycopodium clavatum 13 CH. La somministrazione è avvenuta via orale, sia prima (due giorni) sia dopo l’infezione (al secondo, quarto e sesto giorno post), per osservare l’impatto sulla risposta immunitaria.
I risultati hanno evidenziato un aumento della sopravvivenza di quasi l’87% nei topi trattati con Lycopodium clavatum 13 CH. Un secondo studio[3], ha confermato la validità dei risultati ottenuti, dimostrando un incremento del 46-76% dei neuroni mioenterici – indicatori di un sistema nervoso digerente più sano – e un’azione benefica durante la fase cronica della malattia.
L’effetto positivo di una soluzione omeopatica di Lycopodium clavatum risiede nella sua azione sulle diverse fasi dell’infiammazione. Durante la fase acuta, il trattamento sembra favorire la migrazione delle cellule immunitarie nei tessuti infetti e il rilascio di mediatori chimici necessari per contrastare l’infezione. Nella fase cronica, la terapia ha mostrato la capacità di limitare i danni causati dalle reazioni autoimmuni, migliorando il decorso della malattia.
Sebbene questi risultati siano incoraggianti, le evidenze scientifiche non possono essere estrapolate per uso clinico umano senza ulteriori approfondimenti. Tuttavia, la robustezza dei protocolli sperimentali e la riproducibilità dei risultati su modelli animali rappresentano un passo significativo nella ricerca in omeopatia.
[1] Falkowski-Temporini GJ, et al. Predominance of Th1 response, increase of megakaryocytes and Kupffer cells are related to survival in Trypanosoma cruzi infected mice treated with Lycopodium clavatum. Cytokine. 2016;88:57-61.
[2] La malattia di Chagas è diffusa principalmente nel Centro e Sud America, trasmessa all’uomo da cimici triatomine, può danneggiare il cuore, l’apparato digerente e intestinale e, in misura minore, il sistema nervoso centrale.
[3] Brustolin Aleixo CF, et al. Beneficial immunomodulatory and neuro digestive effect in Trypanosoma cruzi infection after Lycopodium clavatum 13c treatment. Microb Pathog. 2017;112:1-4.