È scientificamente provato che le sostanze diluite e dinamizzate abbiano effetti biologici specifici?

La scienza si nutre di due fonti: osservazioni e teorie. Dal punto di vista osservazionale, a mio avviso, ci sono fenomeni sperimentali molto interessanti che indicano chiaramente che sostanze diluite e dinamizzate producono effetti specifici diversi dal placebo. Dal punto di vista teorico, esistono anche alcuni approcci interessanti alla comprensione di tali effetti, ma la ricerca scientifica è molto meno avanzata. Dal mio punto di vista, tuttavia, le osservazioni empiriche richiedono un esame più approfondito dei possibili approcci esplicativi.

Perché i risultati della sua ricerca smentiscono l’affermazione che i medicinali omeopatici sono semplicemente dei placebo?

Abbiamo osservato effetti dei medicinali omeopatici diversi da quelli di un corrispondente placebo in molti studi. Tutte queste prove sono state ripetute più volte e condotte in cieco, ovvero gli sperimentatori non sapevano se stessero esaminando una soluzione omeopatica o un placebo. In totale, abbiamo osservato effetti superiori al placebo in circa 15 modelli sperimentali. Inoltre, ci sono indizi che dimostrano che gli effetti sono legati allo stato fisiologico degli organismi di laboratorio. Per esempio, la pianta delle lenticchie d’acqua non avvelenata con arsenico risponde alla gibberellina diluita e dinamizzata (un ormone della crescita), mentre un esemplare avvelenato risponde al veleno potenziato ma non alla gibberellina diluita e dinamizzata.

In un’ampia serie di studi randomizzati e in cieco, lei ha dimostrato una chiara evidenza empirica degli effetti specifici di soluzioni omeopatiche anche molto diluite. Com’è stato possibile raggiungere questo risultato?

Abbiamo ripetuto e replicato un particolare tipo di esperimento per verificarne la riproducibilità. Ad esempio, gli effetti dello stagno ad una certa diluizione sul metabolismo del crescione sono stati studiati in un totale di 35 esperimenti indipendenti condotti in tre laboratori da scienziati in Paesi diversi. Nel frattempo, sono stati aggiunti altri 8 esperimenti gestiti in un altro laboratorio da parte di altri due scienziati. Questi studi vengono fatti per scoprire la riproducibilità di questi effetti. In questo modo si scoprono anche i fattori di influenza che sono essenziali per il verificarsi di un effetto dei medicinali omeopatici.

La domanda circa il meccanismo d’azione dell’omeopatia rimane aperta. Cosa si può fare scientificamente per rispondere?

Stiamo seguendo essenzialmente due approcci. Da un lato eseguiremo sempre più spesso misurazioni fisiche sui medicinali omeopatici per caratterizzare e chiarire ancora più precisamente la loro struttura molecolare. Dall’altro lato esporremo deliberatamente le soluzioni diluite e dinamizzate a varie influenze, come le radiazioni a microonde, il calore, ecc. per poi determinare in esperimenti con organismi viventi quali influenze esterne annullano l’effetto di questi medicinali e quali no. Da ciò si possono trarre importanti conclusioni sul principio attivo alla base dell’omeopatia.

 

fonte: Homeopathy Research Institute

https://www.hri-research.org/wp-content/uploads/2023/06/2023.06.09_HRI_Congress_Interview_Baumgartner.pdf