Un’ampia sintomatologia soggettiva e frequenti riacutizzazioni: ciò che rende complessa la SII
C’è chi accusa fastidio o dolore addominale, con crampi. Chi soffre di gonfiore e stipsi o episodi frequenti di diarrea. La sintomatologia legata alla sindrome dell’intestino irritabile – indicata con la sigla SII e chiamata anche più comunemente colite – è ampia e soggettiva e può essere scatenata anche da fattori emotivi e psicologici.
La SII è una patologia cronica che altera la funzione intestinale, più frequente nelle persone di sesso femminile. Il fatto che la sindrome dell’intestino irritabile sia caratterizzata da riacutizzazioni dei sintomi in corrispondenza di eventi stressanti e che non esista un’unica cura valida per tutti i pazienti, fa sì che la patologia sia molto condizionante sullo svolgimento delle attività quotidiane e invalidante sulla qualità della vita di chi ne soffre.
Le opzioni di trattamento farmacologico sono numerose ma l’efficacia dei risultati è insoddisfacente e così i pazienti affetti dalla SII decidono sempre più spesso di rivolgersi alla medicina complementare.
Uno nuovo studio clinico conferma l’efficacia dell’omeopatia nel trattamento della SII
Recentemente sono stati pubblicati i risultati di un trial clinico in doppio cieco, che ha confrontato la somministrazione di medicinali omeopatici individualizzati (IH) e di un placebo. Gli obiettivi erano due: valutare la qualità della vita e le condizioni di salute di pazienti che soffrono di SII e analizzare clinicamente la gravità della patologia, utilizzando una scala di gravità dei sintomi basata sul dolore, sulla distensione, sul malfunzionamento intestinale e sul benessere generale.
Ne ha parlato l’Homeopathy Research Institute (HRI) nel settimo numero del 2023 di Study Highlights. Lo studio dal titolo “Effectiveness of individualised homeopathic medicines in irritable bowel syndrome” è stato condotto dall’JIMS Homeopathic Medical College & Hospital in India[1].
Il campione di 60 pazienti tra i 18 e i 65 anni è stato diviso in due gruppi che hanno ricevuto uno l’IH (n=30) e l’altro, il placebo (n=30).
L’osservazione è durata tre mesi (con una valutazione mensile) e ha mostrato una differenza statisticamente significativa a favore del gruppo trattato con IH, sia per quanto riguarda il punteggio sulla qualità della vita[2] sia per quello sulla gravità dei sintomi[3].
In altre parole, dallo studio emergono conclusioni evidenti: un effetto positivo del trattamento omeopatico individualizzato rispetto al placebo. Considerando l’ampia diffusione della sindrome dell’intestino irritabile, la rilevanza che lo studio assume è ancora più significativa, suggerendo che l’omeopatia possa costituire un’opzione terapeutica valida per i pazienti che ne soffrono.
[1] https://www.hri-research.org/wp-content/uploads/2023/09/20230913_HRI-press-release-Das_ENG_Final.pdf
[2] p<0,001 in tutti tre punti temporali di valutazione fissati nei tre mesi di osservazione
[3] mese 1, p=0,032; mesi 2 e 3, p<0,001