Stiamo parlando della revisione dal titolo “An updated systematic review on health economic evaluations for homeopathic therapy” al quale l’HRI (Homeopathy Research Institute) ha dedicato il numero 9/2023 degli Study Highlights[1].

Si tratta di uno studio effettuato nell’ambito della ricerca economica sanitaria, cioè la particolare disciplina che ha l’obiettivo di stabilire su base scientifica la distribuzione efficiente delle risorse finanziare, che essendo limitate in ogni Paese, devono essere gestite con oculatezza salvaguardando la qualità delle cure rivolte ai pazienti.

La metodologia

Questa tipologia di analisi è da tempo applicata ai trattamenti medici convenzionali, ma si è valutato che la medesima metodologia potesse essere applicata anche ai trattamenti omeopatici. Un primo studio in questo senso era stato svolto nel 2014, ma gli stessi autori, al termine del lavoro, hanno concluso che la metodologia utilizzata andava ulteriormente affinata[2]. A quello è seguito un nuovo studio aggiornato, che ha incluso tutti i dati raccolti dal 2012 fino al luglio 2022 e che ha sottoposto a rigorosa valutazione tutti gli studi presi in considerazione.

In particolare, è stata effettuata una ricerca sistematica della letteratura raccolta in database elettronici, utilizzando come parole chiave “costo” e “omeopatia”. Due ricercatori indipendenti ne hanno esaminato i risultati, raccolto i dati rilevanti e valutato la qualità degli studi utilizzando la lista di controllo CHEC2[3], una lista di consenso sui criteri economici-sanitari progettata specificamente per gli studi di valutazione economica. Questa lista include 19 criteri e assegna un punteggio massimo di 19.

I risultati

Al termine, lo studio ha incluso 15 lavori esaminati nel corso della ricerca del 2014 e altri 6 studi aggiuntivi. Le conclusioni del lavoro sono state sorprendenti: in termini di risultati clinici, tutti i 21 studi considerati hanno mostrato che l’omeopatia è stata altrettanto efficace rispetto ai trattamenti convenzionali.

Nello specifico, dei 21 studi analizzati:

  • 11 hanno indicato che il trattamento omeopatico è risultato più efficace di quello tradizionale nei gruppi che sono stati confrontati, a un costo inferiore o molto simile;
  • 7 studi hanno mostrato che l’omeopatia è stata altrettanto efficace dei trattamenti di medicina convenzionale, a costi variabili;
  • 3 studi hanno mostrato maggiore efficacia nel trattamento omeopatico, ma a un costo maggiore. Di questi 3, però, 2 sono risultati economicamente vantaggiosi attraverso l’analisi dell’incremento del costo-efficacia.

Un altro importate risultato dato emerso da questo lavoro riguarda la qualità degli studi. Nel corso degli anni si è riscontrato un miglioramento progressivo decisamente importante e significativo: negli studi pubblicati dal 2009 in avanti i punteggi CHEC variano da 9,4 +/- 4,3, mentre in quelli degli anni precedenti si attestano tra 6,7 +/- 3,4.

Il valore di questa ricerca balza agli occhi: le questioni socio-economiche svolgono un ruolo centrale nel sostenere o contrastare l’inclusione delle terapie complementari nell’elenco dei trattamenti riconosciuti. Questa revisione aggiornata[4] presenta dati davvero incoraggianti a favore dell’omeopatia, che ha mostrato effetti di trattamento simili o migliori rispetto ai gruppi di controllo in tutti gli studi inclusi, con un trend positivo per il rapporto costo-efficacia. Sono dati quantitativi e qualitativi difficilmente contestabili.

 


[1] https://www.hri-research.org/wp-content/uploads/2023/12/20231207_HRI-press-release-Ostermann_ENG_Final.pdf

[2] Viksveen P, Dymitr Z, Simoens S. Economic evaluations of homeopathy: a review. Eur J Health Econ. 2014 Mar;15(2):157-74

[3] CHEC list: Consensus on Health Economic Criteria list

[4] Ostermann T, Burkart J, De Jaegere S, Raak C, Simoens S. in “Overview and quality assessment of health economic evaluations for homeopathic therapy: an updated systematic review. Expert Rev Pharmacoecon Outcomes Res. 2023 Oct 5:1-26. doi: 10.1080/14737167.2023.2266136.