Mariarosa Chiarantano

Riaccendiamo i riflettori su una malattia che colpisce il 10% degli adulti e il 25% dei bambini[1] nel mondo, la dermatite atopica. Negli ultimi decenni, l’effetto combinato del riscaldamento globale e dell’inquinamento atmosferico stanno avendo un impatto negativo sulla salute della pelle, incrementando l’incidenza dei casi, così come ha recentemente evidenziato la Società Italiana di Dermatologia e Malattie Sessualmente Trasmesse (SIDeMaST).

La dermatite atopica (DA) è una malattia infiammatoria cronica, recidivante e multifattoriale, che può manifestarsi a qualsiasi età, compromettendo spesso la qualità della vita di chi ne è affetto, causando sintomi come il prurito, la secchezza cutanea, l’eritema e le lesioni da grattamento.  È una condizione molto comune in età pediatrica, la maggior parte dei pazienti manifesta i primi sintomi di DA durante il primo anno di vita ma la percentuale che sviluppa una forma grave è minima.

Una storia familiare di atopia, ovvero di predisposizione ereditaria alle malattie allergiche – rappresenta un fattore di rischio per lo sviluppo della patologia. L’ipotesi di una base genetica nello sviluppo della malattia è stata indagata ampiamente e sono state identificate mutazioni genetiche. I geni più importanti coinvolti nella dermatite atopica sono quelli che codificano per proteine strutturali e funzionali dell’epidermide, oltre a quelli che regolano la risposta immunitaria innata e acquisita.

La barriera epidermica nel suo complesso previene il passaggio di allergeni, irritanti e microbi attraverso l’epidermide. Tuttavia, il disturbo di questo equilibrio può portare a una compromissione della barriera cutanea, facilitando l’insorgenza di condizioni infiammatorie. I microrganismi che vivono sulla pelle partecipano ai processi metabolici, mantengono uno stato immunitario adeguato e proteggono dai patogeni, supportando l’azione della barriera epidermica. Il disturbo e la disfunzione di questo ecosistema microbico portano a malattie, inclusa la dermatite atopica.

Ciò che rende difficoltosa la valutazione epidemiologica della malattia è il fatto che è recidivante e intermittente. Le forme adolescenziali e adulte possono presentare sintomi diversi rispetto alle forme infantili, rendendo la diagnosi più complessa.

L’influenza dei fattori ambientali sulla dermatite atopica è sempre più evidente. Oltre ai cambiamenti climatici e all’inquinamento, altre variabili ambientali, come la temperatura, l’umidità e l’esposizione ai raggi ultravioletti, influenzano la salute della pelle.

Sempre secondo la SIDeMaST, l’inquinamento a cui può essere esposta una donna in gravidanza può avere ripercussioni sulla probabilità che il/la nascituro/a soffra di dermatite atopica.

Il trattamento della dermatite atopica include approcci convenzionali che spaziano da bagni emollienti e oleati fino all’uso di farmaci topici (come i corticosteroidi o inibitori della calcineurina) e sistemici (gli steroidi e la ciclosporina o i farmaci biologici di ultima generazione). Il trattamento viene adattato in base alla severità delle lesioni cutanee e alla distribuzione delle aree colpite.

Anche l’omeopatia trova impiego nel trattamento della dermatite atopica, con medicinali che variano a seconda dei sintomi e della costituzione del paziente. Nei neonati, per esempio, vengono utilizzati medicinali per trattare la crosta lattea, come Viola Tricolor e Calcarea Carbonica, mentre durante la seconda infanzia, con l’accentuarsi della xerosi e dell’eritema, si ricorre a Sulfur e Rhus Toxicodendron. Nelle fasi adolescenziali e adulte, dove prevalgono la lichenificazione e il cronicizzarsi delle lesioni, medicinali come Lycopodium e Tuberculinum acquisiscono maggiore rilevanza.

Scegliere un approccio omeopatico significa optare per una medicina con minori effetti collaterali, un trattamento completo che considerare il malato nel suo complesso e non solo come un insieme di sintomi da controllare. I sintomi rappresentano un coro di voci che insieme esprimo l’esistenza della persona e poter trattare un malato nel rispetto delle sue caratteristiche rende l’omeopatia una scelta di salute nella sua globalità.

[1] https://unasalute.it/ricerca-scientifica/lomeopatia-per-il-trattamento-della-dermatite-atopica-i-risultati-di-un-nuovo-studio-sulla-severita-delleczema-atopico/#_ftn1