200 delegati da 25 Paesi, 60 speaker internazionali e un focus rigoroso sulle ricerche condotte da una comunità scientifica globale attenta a indagare argomenti di rilevanza clinica, tra cui la salute mentale e la resistenza antimicrobica, oltre ad esplorare plausibili meccanismi d’azione e dimostrare l’azione tangibile delle diluizioni omeopatiche grazie all’uso di tecnologie innovative. È quanto emerge dalla sesta edizione della Conferenza internazionale sulla ricerca scientifica in omeopatia organizzata dall’Homeopathy Research Institute (HRI). Dopo il successo dell’edizione londinese del 2023, l’evento da poco concluso a Salonicco, in Grecia, conferma la vocazione internazionale dell’HRI nel sostenere e alimentare la comprensione scientifica dell’omeopatia.

Un programma di eccellenza per la ricerca in omeopatia

Patrocinato dal Ministero della Salute greco e dell’Associazione Medica di Atene, il più grande organismo medico del Paese con 25.000 membri, il convegno ha rappresentato un momento di confronto senza pari per la condivisione di idee e la creazione di partnership scientifiche globali a sostegno della ricerca scientifica in omeopatia.

Il programma della tre giorni ha coperto le principali aree della ricerca scientifica in omeopatia: dalla ricerca di base alle evidenze cliniche, fino agli aspetti metodologici della valutazione dell’efficacia. Sono stati affrontati diversi argomenti di rilevanza clinica, tra cui la salute mentale e la resistenza antimicrobica, mentre le presentazioni di ricerca fondamentale hanno spaziato dall’esplorazione di plausibili meccanismi d’azione all’uso di tecniche fisico-chimiche e biologiche innovative per dimostrare che le diluizioni omeopatiche hanno caratteristiche ed effetti specifici. Approfondito anche il focus sugli sviluppi dell’agromeopatia, che ha messo in luce applicazioni basate sull’evidenza scientifica negli ecosistemi, nell’agricoltura e nella medicina veterinaria.

Un nutrito parterre di relatori internazionali provenienti da 17 Paesi ha dimostrato a un vasto pubblico che esistono prove di alta qualità a sostegno dell’efficacia dell’omeopatia. Il tema del rigore scientifico e il richiamo alla qualità metodologica della ricerca sono emersi con forza durante gli interventi. In apertura del convegno, il Prof. Ashley Ross, direttore del Dipartimento di Omeopatia presso la Durban University of Technology (South Africa), ha affrontato la questione dei proving, sottolineando la necessità di maggiore coerenza, tracciabilità e affidabilità nei dati. A tal fine, ha delineato gli sforzi globali per stabilire linee guida che mantengano gli standard scientifici senza compromettere gli aspetti esperienziali essenziali di questi studi.

Omeopatia tra resistenza antimicrobica e salute mentale

L’antibiotico resistenza rappresenta una delle principali minacce sanitarie nel mondo; si stima infatti che causi circa 4,95 milioni di decessi a livello globale, con una previsione di 10 milioni di morti nel 2050. Non stupisce quindi che diversi interventi abbiano approfondito il ruolo dell’omeopatia per ridurre l’uso di antibiotici, laddove opportuno. In questo contesto, per esempio, la dott.ssa Esther van der Werf (Regno Unito) ha parlato del programma di ricerca dell’HRI su omeopatia e resistenza antimicrobica (“ENHANCE”), che mira a migliorare l’impatto della ricerca su questo argomento, gettando le basi strutturali per futuri studi mirati e rigorosi sulla resistenza antimicrobica in otite media, sinusite cronica e tonsillite.

Centrale anche il tema della salute mentale, con interventi significativi a cura del Prof. Ubiratan Adler (Brazil), della Prof.ssa Vania Emerich Bucco de Campos (Brazil) e del dottor Bhuvaneswari Rajachandra Sekar (India) che hanno esplorato il ruolo dell’omeopatia nel trattamento di disturbi mentali e comportamentali, tra cui depressione, dipendenza dal tabacco e alcolismo.

Gli sviluppi dell’agromeopatia

La rapida crescita dell’agromeopatia e la sua integrazione nel sistema One Health promosso dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha rappresentato uno dei temi principali del convegno, mettendo in evidenza il potenziale delle diluizioni omeopatiche negli ecosistemi, nell’agricoltura e nella medicina veterinaria.

Nel suo intervento, il Prof. Pedro Boff, agronomo e ricercatore presso l’Agenzia per la Ricerca Agricola e l’Estensione Rurale dello Stato di Santa Catarina in Brasile, ha condiviso i risultati salienti di oltre due decenni di ricerca applicata in agromeopatia, dimostrando la capacità dell’omeopatia di migliorare la resilienza delle piante, la resistenza ai parassiti e la salute del suolo nei sistemi agricoli brasiliani. Il suo lavoro ha illustrato il potenziale impatto dell’impiego dell’omeopatia come strumento centrale nella trasformazione agroecologica, contribuendo alla sostenibilità ambientale e migliorando direttamente la salute di piante e animali.

Comprendere le diluizioni omeopatiche

Diversi interventi si sono focalizzati sugli studi più recenti volti a comprendere il meccanismo d’azione delle diluzioni omeopatiche. Citiamo, tra questi, le relazioni di Dr Steven Cartwright (UK), Prof.ssa Leoni Bonamin (Brazil), Dr Michel van Wassenhoven (Belgium), Dr Alexander Tournier (Switzerland) e Prof. Stephan Baumgartner (Switzerland). Nel complesso, gli studi presentati rafforzano la credibilità scientifica dell’omeopatia, dimostrando effetti specifici e misurabili di preparati ultramolecolari a livello biologico e fisico.

Omeopatia tra scienza e società: verso una salute integrata

Ma la Conferenza Internazionale 2025 dell’HRI è stata anche un’occasione per evidenziare che l’omeopatia è parte di un sistema di salute integrata, che mette al centro la persona. L’HRI porta avanti un approccio di informazione e conoscenza dell’omeopatia fondato su evidenze, apertura e confronto multidisciplinare. L’appuntamento biennale rappresenta, quindi, non solo un momento di aggiornamento scientifico, ma anche di connessione umana, ispirazione e visione per il futuro.

Per ulteriori approfondimenti: https://www.hrigreece2025.org/