230 delegati provenienti da 27 Paesi in tutto il mondo per ascoltare 61 ricercatori che hanno condiviso le più solide evidenze nel campo della ricerca in omeopatia. Sono i numeri della 5° edizione della conferenza internazionale organizzata dall’Homeopathy Research Institute (HRI), che si è tenuta a Londra dal 16 al 18 giugno 2023.

È tornato così, dopo quattro anni di sospensione a causa della pandemia, il prestigioso appuntamento biennale che riunisce la comunità internazionale per stimolare e incoraggiare la ricerca in omeopatia.

Secondo quanto riportato dallo stesso HRI, la conferenza di Londra 2023 sarà ricordata per la stimolante commistione di “vecchio e nuovo”, con un programma degno di nota per la maturità delle prove presentate da illustri ricercatori, che attingono a decenni di lavoro, nonché per l’entusiasmo e l’abilità dei ricercatori emergenti che hanno preso la parola per presentare le loro nuove scoperte.

La tre giorni ha visto alternarsi keynote speech da parte di esperti di spicco in diversi campi della ricerca, tra i quali il Professor Ubiratan Adler, la Professoressa Jennifer Jacobs, il Dottor Antonio Lòpez Carvallo e il Professor Stephan Baumgartner.

NEL CUORE DELLA RICERCA IN OMEOPATIA

In apertura l’intervento del Prof. Ubiratan, dell’Università Federale di São Carlos (São Paulo, Brasile), che ha riportato il suo lavoro di ricerca clinica sull’uso dell’omeopatia a sostegno di pazienti con episodi di depressione e dipendenze.

La parola è passata poi alla Prof.ssa Jacobs, dell’Università di Washington (USA): grazie alla sua trentennale esperienza in ricerca clinica, ha spiegato le sfide associate al condurre studi basati su un trattamento omeopatico individualizzato che rispecchino il ‘gold standard’ degli studi randomizzati controllati, oltre a soffermarsi su questioni pratiche come il finanziamento e il reclutamento per gli studi pilota.

Non sono mancati riferimenti alla disciplina veterinaria con la relazione del Dott. López Carvallo, ricercatore presso il Centro de Investigación en Biología Marina y Oceanografía (CIBNOR). Grazie a uno studio sperimentale condotto insieme a un team internazionale di ricercatori, il Dott. López sta analizzando il ruolo dei composti bioattivi altamente diluiti utilizzati con varie specie, dal dentice alla capasanta, per ridurre l’uso di farmaci come antibiotici e antiparassitari nell’allevamento ittico. Questi risultati confermano come l’omeopatia sia una soluzione strategica per l’adozione di tecniche di produzione alimentare più rispettose per l’ambiente e meno invasive per la salute delle persone.

DA SCETTICO DELL’OMEOPATIA A PROFESSORE DI MEDICINA INTEGRATIVA

Altamente significativa è stata la testimonianza del Prof. Baumgartner, ​​ricercatore presso l’Istituto di Medicina Complementare e Integrata dell’Università di Berna (Svizzera). Quello del fisico svizzero è un esempio di transizione da “scettico dell’omeopatia” a scienziato universalmente riconosciuto come esperto nella ricerca di base sui medicinali omeopatici e professore di medicina integrata. Da 25 anni conduce studi in laboratorio che evidenziano come i medicinali omeopatici possano avere un’azione biologica sugli organismi viventi e quindi distinguersi effettivamente dai placebo, come spiega in una recente intervista rilasciata all’HRI.

APPROFONDIMENTI PREZIOSI DA UN APPROCCIO MULTIDISCIPLINARE

Gli studi di laboratorio, oltre ad essere fondamentali per esplorare il meccanismo d’azione dei farmaci omeopatici, forniscono anche una base per il lavoro clinico correlato. Per due argomenti chiave affrontati durante la conferenza interazionale di Londra – oncologia integrativa e infiammazione – sono stati presentati studi clinici e in vitro, evidenziando il valore di approfondire gli argomenti da più angolazioni.

In particolare, tre presentazioni hanno affrontato la questione dell’applicazione nel mondo reale dell’omeopatia nella gestione dell’omeopatia pazienti oncologici in Europa: il dottor Jean-Lionel Bagot (Francia) ha sostenuto il valore degli studi clinici N-of-1; Il dottor Pascal Trempat (Francia) ha presentato i risultati di uno studio su larga scala basato circa 98.000 pazienti affette da cancro al seno in Francia;  il dottor Elio Rossi (Italia) ha approfondito i risultati dell’utilizzo di omeopatia e medicina complementare con i pazienti oncologici della regione Toscana.

SOSTENERE IL FUTURO DELLA RICERCA OMEOPATICA

Non si può parlare di ultime scoperte senza guardare al futuro e alle nuove generazioni di ricercatori: l’HRI London 2023 ha accolto la riunione inaugurale del Forum for Young Researchers, che raggruppa coloro che stanno iniziando la loro carriera scientifica e si affacciano per la prima volta nel campo della ricerca in omeopatia. La recente costituzione del forum è la conferma che la medicina integrata interessa le menti più giovani che si impegnano per presentare, a fianco di esperti e decani accademici, i loro lavori di ricerca.

Maggiori informazioni sul 5° congresso internazionale dell’HRI sono disponibili a questo link https://www.youtube.com/watch?v=w0K7aO4woEs