Che la medicina complementare abbia una tradizione di lunga data nell’Unione Europea è risaputo: la Germania è stata la culla dell’omeopatia (è dove è nato e ha lavorato Christian Friedrich Samuel Hahnemann e da qui si è diffusa nel resto dei paesi europei). Le profonde radici storiche e gli sforzi regolamentatori comunitari e dei singoli stati membri (basti considerare la Direttiva 2001/83/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 6 novembre 2001[1]) sono solo due degli aspetti che spiegano l’ampia accettazione dei medicinali omeopatici e antroposofici in Europa.

A conferma di tutto ciò, sono molteplici gli studi pubblicati, che evidenziano come milioni di cittadini europei scelgono l’omeopatia come strumento terapeutico.

ECHAMP, la European Coalition on Homeopathic & Anthroposophic Medicinal Products, è partita dalle ricerche disponibili e pubblicate negli ultimi dieci anni per costruire un interessante approfondimento pubblicato a fine settembre, dal titolo “​​Homeopathic and Anthroposophic Medicinal Products in the EU. Who uses them and why?[2].

Il rapporto fornisce la sintesi di una serie di fonti disponibili al pubblico – sia ricerche di mercato sia studi osservazionali e clinici – con l’obiettivo di indagare le scelte e le esigenze di chi utilizza i farmaci omeopatici e antroposofici in Europa, ma soprattutto delinearne il profilo con dati sociali sull’età, sul genere o sul livello di istruzione.

L’identikit di chi utilizza l’omeopatia

Donna, under 50, con un livello di istruzione superiore e un buon reddito: è l’identikit di un “paziente tipo” europeo che utilizza l’omeopatia. Nel delineare questo ritratto degli utenti abituali della medicina complementare, ECHAMP evidenzia come le ricerche esistenti[3] riportano che il paziente che utilizza l’omeopatia ha più probabilità di essere donna (il 75% donne contro il 25% uomini), è più giovane rispetto a chi si affida alla sola medicina tradizionale (in media 47 anni contro 54), ha un livello di istruzione più elevato (32% di laureati o diplomati contro il 25%) e soffre più spesso di malattie croniche (il 60%). Un’altra caratteristica è che la maggior parte ha uno stile di vita sano e mostra interesse a voler partecipare attivamente per la scelta della terapia.

Solo per citare alcune delle percentuali più rappresentative che arrivano dai Paesi membri: in Italia le donne sono più propense a utilizzare l’omeopatia rispetto agli uomini (il 69% contro il 50%)[4], è diffusa tra coloro che hanno tra i 45 e 59 anni (il 61% ha esperienza di utilizzo) seguita dal 59% dei 30-44enni e dal 57% dei 18-29enni[5].

Così come in Bulgaria, dove il 75% dei pazienti omeopatici è donna e il 67% ha un’istruzione universitaria[6] e in Spagna dove l’utilizzatore tipico è donna (il 66%) e con un’età media di 46 anni[7].

Conoscenza e soddisfazione vanno a pari passo

Dal rapporto di ECHAMP emerge chiaramente che chi usa i farmaci omeopatici e antroposofici vuole partecipare attivamente al proprio percorso di cura, prendendo decisioni informate e che nei Paesi in cui la conoscenza dell’omeopatia è elevata, l’uso è molto diffuso. Per esempio, in Austria l’omeopatia è la medicina integrativa più conosciuta e più popolare[8] e in Lituania il 91% degli intervistati la conosce e il 66% ne fa uso[9].

Percentuali altrettanto elevate se si parla di soddisfazione: il 66% degli italiani si fida dell’omeopatia mentre l’81% si dichiara soddisfatto[10] e la maggior parte degli utenti tedeschi, il 67%, si dichiara contento dell’efficacia e della tollerabilità dei medicinali assunti. Si può dire che le aspettative terapeutiche di chi sceglie di assumere rimedi complementari in Europa siano raggiunte.

Il passaparola e il rischio nullo di effetti collaterali sono le “chiavi del successo”

Il passaparola da parte di amici e parenti rimane il motivo principale che spinge le persone a provare l’omeopatia, anche se le raccomandazioni di medici e farmacisti rimangono comunque molto influenti. Come riportato da ECHAMP, per il 34% dei belgi il consiglio di qualcuno di cui si fida conta più che quello di un medico o farmacista[11] così come per il 67% dei tedeschi che ha assunto medicinali omeopatici ascoltando il parere di una persona vicina.

L’ultimo punto, ma non meno rilevante, è capire i motivi alla base di questa scelta. I “perché” sono diversi ma possono essere riassunti in tre elementi distintivi: l’omeopatia è una terapia naturale, sicura e senza effetti collaterali. Lo pensa il 91% degli utenti austriaci[12] e il 78% dei tedeschi[13].

 

 

 

 


[1] https://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2001:311:0067:0128:it:PDF
[2] https://echamp.eu/echamp-resources/special-reports
[3] Patient satisfaction and side effects in primary care: An observational study comparing homeopathy and conventional medicine, Marian et al, BMC Complementary and Alternative Medicine, 2008.
 Lert F et al., Characteristics of patients consulting their regular primary care physician according to their prescribing preferences for homeopathy and complementary medicine. Hom 2014:103, 51-57.
[4] IfD Allensbach, 2023.
[5] forsa 2021.
[6] National Centre for Public Health and Analysis, 2021.
[7] Atención Primaria, 2018.
[8] Wiener Städtische, Gallup Institut, 2022.
[9] User survey, Mitela, 2018.
[10] Italiani e Omeopatia, Harris Interactive, 2022.
[11] 6 Boiron, 2013.
[12] Homöopathie and pflanzliche Arzneimittel, GfK, 2018.
[13] Allensbach, 2014.