L’organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nel suo documento The WHO Traditional Medicine Strategy 2014-20231, ha affermato l’importanza che “gli Stati membri rafforzino il ruolo delle medicine tradizionali e complementari nel garantire la salute della popolazione”, auspicando anche lo sviluppo di un approccio coerente ed integrato di assistenza sanitaria. È coerentemente con queste indicazioni che da molti anni operano a livello internazionali le principali associazioni che rappresentano il settore.

La più antica e prestigiosa associazione mondiale di medici omeopati è la Liga Medicorum Homoeopathica Internationalis (LMHI). Fondata a Rotterdam nel 1925 da 14 membri provenienti da 9 diverse nazioni, la Liga è cresciuta diventando un’organizzazione globale che oggi rappresenta le associazioni mediche di oltre 70 Paesi in tutto il mondo. Scopi primari dell’associazione sono lo sviluppo e la tutela dell’omeopatia a livello mondiale e la creazione di una rete tra gli esperti, seguendo il principio di scambio e condivisione di informazioni tra i medici che caratterizza l’omeopatia sin dalla sua nascita. È proprio quest’esigenza di raccordo, infatti, che a inizio Novecento aveva evidenziato la necessità di un ente internazionale che rappresentasse tutte le nazioni in cui l’omeopatia è praticata, al fine di sostenerne lo sviluppo e di promuovere congressi periodici. Oggi tutti i Paesi che aderisco a LMHI hanno una rappresentanza all’interno dell’International Council, il più importante organismo interno della Liga. Inoltre, diversi gruppi di lavoro seguono progetti utili alla comunità omeopatica, relativi ai temi dell’educazione e della ricerca in omeopatia, nonché della comunicazione e dell’informazione.

A livello europeo, l’European Committee for Homeopathy (ECH) rappresenta circa 6.500 medici specializzati in omeopatia di 25 Paesi che fanno parte di 40 associazioni diverse tra cui, per l’Italia, la Federazione Italiana della Associazioni e dei Medici Omeopatici (FIAMO) e la Società Italiana di Omeopatia e Medicina Integrata (SIOMI).

L’ECH opera per promuovere lo sviluppo scientifico dell’omeopatia, assicurare alti standard nell’educazione e formazione dei medici in ambito omeopatico, uniformare i livelli della pratica medica in Europa e assicurare cure omeopatiche di alta qualità, integrando l’omeopatia nei sistemi sanitari europei e rispondendo così alla domanda da parte dei cittadini europei di ricevere cure omeopatiche in un contesto medico sicuro. A tal fine, ECH lavora per aumentare la consapevolezza tra le istituzioni europee e le ONG sul ruolo che le medicine complementari e non convenzionali – in particolare l’omeopatia – possono avere nei sistemi di cura, anche in un’ottica di contenimento dei costi della sanità pubblica.

ECH mantiene costanti e proficue relazioni con tutte le associazioni europee attive nel campo dell’omeopatia, tra cui l’International Association for Veterinary Homeopathy, l’European Federation of Homeopathic Patients’ Associations, l’European Coalition on Homeopathic and Anthroposophic Medicinal Products, (2), così come con le associazioni operative nel campo delle medicine complementari e non convenzionali (CAM), con le principali Organizzazioni non Governative e le istituzioni europee tra cui il Parlamento europeo, le Commissioni Europee, nonché il Direttorato Europeo per la Qualità dei Medicinali (EDQM) per la farmacopea europea.

Le sottocommissioni dell’ECH sono formate da professionisti delegati dalle associazioni affiliate e dai centri d’insegnamento che mettono a sistema le rispettive competenze per accrescere le basi scientifiche dell’omeopatia e discutere e delineare piste e protocolli di ricerca.

Il tema della ricerca in omeopatia, di frequente al centro di dibattito, ha in ambito europeo una realtà importante nell’Homeopathy Research Institute (HRI), un centro di ricerca internazionale no profit fondato dal dottor Alexander Tournier, già ricercatore presso il Cancer Research UK, che, avendo constatato che nell’ambito dell’omeopatia mancavano studi di qualità e dati numericamente significativi, ha dato vita all’HRI con l’obiettivo primario di promuovere la ricerca scientifica di alta qualità sull’omeopatia, raccogliendo nuovi dati necessari per rispondere alle domande della comunità scientifica e dei pazienti.

Tutti i professionisti – scienziati, medici e clinici – che lavorano con l’istituto cercano infatti, con i metodi più rigorosi a loro disposizione, di dare risposte alle più frequenti domande in ambito omeopatico – ad esempio “come funziona l’omeopatia, cosa può curare?” – facendo conoscere i risultati della ricerca anche al di fuori dell’ambito accademico.

Ciò rientra nell’azione svolta da HRI per promuovere una corretta e chiara comunicazione sui fatti dell’omeopatia, sia verso la comunità scientifica che verso il pubblico, modulando la comunicazione in base ai propri interlocutori (pubblico, media, medici, operatori sanitari, politici) e utilizzando molteplici strumenti tra cui CORE-Hom (Clinical Outcome Research), un database online al quale sono consultabili gratuitamente più di 1.200 studi clinici sull’omeopatia. HRI organizza anche conferenze internazionali biennali per divulgare le più recenti scoperte e promuovere la collaborazione all’interno della comunità scientifica. Ugualmente importante l’aspetto della formazione sull’omeopatia, sostenuta da HRI per preparare i ricercatori del domani – studenti e dottorandi in medicina – in un ambito della medicina relativamente recente in cui sono ancora pochi i ricercatori specializzati. In poco più di un decennio di attività, il contributo che l’HRI ha portato alla comunità scientifica è stato rilevante, tanto da posizionarsi come un’autorità nella ricerca in omeopatia e tra i principali divulgatori delle evidenze a livello internazionale.

 

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L'omeopatia nel mondo e in Italia
  • Secondo l’OMS, sono 300 milioni2 le persone che utilizzano l’omeopatia nel mondo
  • L’omeopatia è la medicina complementare più diffusa3
  • 400 mila professionisti della sanità prescrivono e ricorrono all’omeopatia4
  • 9 milioni di italiani utilizzano i medicinali omeopatici almeno una volta l’anno5
  • Di questi, il 63% sono donne tra i 35 e i 54 anni6

1 3.1, The WHO Traditional Medicine Strategy 2014-2023 (Strategia dell’OMS per la Medicina Tradizionale) https://apps.who.int/iris/bitstream/handle/10665/92455/9789241506090_ita.pdf?sequence=14
2 B. Poitevin, WHO Policy and Practice, Integrating homoeopathy in health systems, 1999 http://www.who.int/bulletin/archives/77(2)160.pdf
3 World Health Report, WHO Global Atlas of Traditional, Complementary and Alternative Medicine, Map Volume, 2005
4 Centre canadien des consommateurs d’homéopathie
5-6 Indagine EMG Acqua per Omeoimprese 2018