Si è tenuto a Firenze il 22 e 23 marzo 2025 il Convegno Nazionale SIOMI (Società Italiana di Omeopatia e Medicina Integrata), dal titolo “La Medicina Integrata ai giorni nostri: omeopatia e dintorni”. Un’occasione per fare il punto sulla medicina integrata e sull’omeopatia e raccontare come la medicina stia cambiando, aprendosi sempre di più a nuovi strumenti e approcci che affiancano le cure tradizionali. Durante l’incontro, esperti e professionisti si sono confrontati sulle prospettive future di una medicina che guarda alla persona nel suo insieme, unendo competenze diverse e aggiornando continuamente le proprie conoscenze per offrire ai pazienti cure più complete, personalizzate e vicine ai bisogni reali di ciascuno. Ne abbiamo parlato con il Presidente della SIOMI, Francesco Macrì.
Cos’è la medicina integrata e perché se ne parla sempre di più?
La medicina integrata rappresenta oggi uno dei temi emergenti nel panorama sanitario internazionale. Nato alla fine degli anni ’90, grazie all’impegno di società scientifiche come la SIOMI (Società Italiana di Omeopatia e Medicina Integrata), questo approccio propone una visione globale della cura della persona.
La medicina integrata non è più vista esclusivamente come un semplice affiancamento terapeutico tra diverse discipline, ma come una condivisione di approcci scientifici e biologici che si arricchiscono reciprocamente. Omeopatia, fitoterapia, nutraceutica, agopuntura, tecniche di rilassamento e di gestione dello stress sono solo alcuni esempi di pratiche integrate in un percorso di salute centrato sulla persona.
La pandemia da Covid-19 ha riportato al centro l’importanza di un concetto ampio di salute, vicino ai principi della “One Health”, ovvero una visione che integra la salute dell’uomo, degli animali e dell’ambiente. Oggi, a distanza di quattordici anni dal primo Manifesto della Medicina Integrata del 2011, la SIOMI lavora a una sua revisione per porlo al passo con i tempi.
Un’altra prospettiva di grande interesse riguarda il ruolo dei farmacisti nella sanità integrata. La loro presenza capillare sul territorio li rende interlocutori privilegiati per diffondere conoscenze e buone pratiche di medicina complementare. In futuro speriamo in una sempre maggiore collaborazione tra medici e farmacisti, attraverso percorsi formativi comuni e strategie condivise di assistenza.
Quali sono i nuovi pilastri della medicina integrata?
Secondo gli esperti intervenuti al congresso, i concetti chiave su cui deve fondarsi la nuova Medicina Integrata sono:
- Equità e accessibilità
La medicina integrata deve essere un diritto per tutti, non un lusso per pochi. È necessario che le strutture sanitarie territoriali prevedano spazi e servizi dedicati, integrando queste pratiche nei percorsi clinici tradizionali.
- Formazione dei professionisti sanitari
Non solo i medici, ma anche infermieri, fisioterapisti, psicologi e farmacisti devono ricevere una formazione adeguata a confrontarsi con pazienti sempre più informati e attenti alle terapie complementari.
- Ricerca scientifica solida e innovativa
C’è bisogno di potenziare gli studi scientifici nel campo delle terapie integrate, superando limiti metodologici e fornendo dati robusti sull’efficacia dei trattamenti.
Durante il Convegno si è parlato anche di antibiotico-resistenza. Quale può essere il ruolo dell’omeopatia nella lotta a questo fenomeno?
L’importanza dell’omeopatia nella gestione del fenomeno globale dell’antibiotico-resistenza è legata alla possibilità di ridurre l’uso eccessivo e scorretto di antibiotici. Diversi studi hanno infatti dimostrato che l’integrazione di terapie omeopatiche in alcune patologie, come le otiti in età pediatrica, permette di ridurre sensibilmente l’uso di antibiotici, contribuendo così a contrastare la diffusione di batteri resistenti.
Come vede il futuro della SIOMI?
La SIOMI guarda al futuro con un programma di attività ambizioso e articolato: dalla pubblicazione della rivista scientifica on line HiMed Review, all’organizzazione di eventi formativi (come gli Evening Webinar SIOMI previsti per il 2025), fino alla realizzazione di un master universitario in medicine complementari e integrative.
Riserviamo particolare attenzione anche agli aspetti giuridici. La definizione di buone pratiche cliniche assistenziali (BPCA), ad esempio, servirà a tutelare i medici che operano nell’ambito delle medicine complementari, garantendo sicurezza per i pazienti e maggiore chiarezza nei procedimenti legali.
L’approccio integrato alla salute non è più solo una visione d’avanguardia ma una concreta strategia di cura, in grado di rispondere ai bisogni della medicina del presente e del futuro. Un modello che unisce scienza, umanità e innovazione, nel rispetto della persona e delle sue esigenze.