“Saper invecchiare significa saper trovare un accordo decente tra il tuo volto di vecchio e il tuo cuore e cervello di giovane” e “Fate l’amore e non vergognatevi, perché l’amore è arte, e voi i capolavori”.
Sono le due citazioni – rispettivamente del novelliere e romanziere Ugo Ojetti e della poetessa e scrittrice Alda Merini – scelte dalle dottoresse Mariarosa Chiarantano e Barbara Bianchini che racchiudono il loro intervento tenuto in occasione del congresso CEDH a Bruxelles.
La salute femminile e l’invecchiamento sano e attivo sono stati due dei macro temi al centro di questa XI edizione che si è tenuta a Bruxelles il 7 e l’8 giugno. Per il loro intervento le dottoresse Chiarantano e Bianchini si sono concentrate sul contributo preventivo che l’omeopatia può dare nei disturbi legati all’invecchiamento cutaneo e delle mucose.
Introducendo l’argomento, le relatrici hanno ricordato come “invecchiare è una fase naturale e inevitabile della vita e porta con sé paura e confusione, che hanno un grosso peso sull’aspetto psicosessuale” e che è importante non sottovalutare “la fragilità dei tessuti, che può diventare una vera e propria sindrome da insufficienza cutanea e mucosa cronica”. L’invecchiamento è un processo multifattoriale – ovvero dipende da fattori esterni e interni – e soggettivo, cioè le persone invecchiano in maniera diversa.
Per quanto riguarda la pelle, la dott.ssa Chiarantano ha sottolineato la differenza tra il cronoaging e il fotoaging: il primo determinato da cause genetiche e ormonali, “inevitabili mutazioni che avvengono nel corso della vita e dall’invecchiamento fisiologico del sistema immunitario”. Il secondo, invece, “è un amplificatore del primo e dipende dell’esposizione ai fattori ambientali, come le radiazioni solari, l’inquinamento atmosferico, la dieta e lo stress”.
Nel suo intervento, invece, la dott.ssa Bianchini ha spiegato quanto accade alla mucosa vaginale, quando la donna entra nella fase di menopausa e la carenza estrogenica determina modificazioni anatomiche e funzionali, come la perdita di elasticità, l’assottigliamento dei tessuti e delle mucose e la secchezza, dovuta alla riduzione del livello degli estrogeni. Aspetti che indubbiamente incidono sulla sessualità e sulla vita di coppia.
La relazione a due voci ha permesso di tratteggiare un interessante approfondimento dei tipi sensibili in omeopatia, una classificazione, che caratterizza la pratica omeopatica, basata sugli aspetti morfologici, la storia clinica, le tendenze comportamentali del paziente, che consente di arrivare alla scelta del medicinale definito “simillimum” che racchiude in sé tutte le suddette caratteristiche. Concentrandosi sulle pazienti femminili, in un parallelismo tra i disturbi dermatologici e ginecologici e riassumendo le manifestazioni specifiche più tipiche di un determinato tipo sensibile rispetto a un altro, le dottoresse hanno approfondito diverse categorie di disturbi.
Nel soggetto Sulfur – che è la componente delle proteine della pelle e dei connettivi – con l’invecchiamento, si manifestano eruzioni secche e desquamanti che provocano prurito, su una cute malsana che produce papillomi e angiomi. Sotto il profilo sessuale, la ricerca del piacere da parte delle pazienti spinge a mantenere una buona sessualità, talvolta fino all’eccesso. Questo comportamento può portare a infezioni post-coitali, scatenate dall’atrofia genito-urinaria concomitante.
Osservando una paziente Lycopodium, si nota un viso rugoso e secco, caratterizzato da inestetismi senili, di forma irregolare tipicamente nelle zone esposte al sole, come le guance e il décolleté. con un accenno di precoce alopecia androgenetica temporale e di cheratosi seborroiche. La dott.ssa Bianchini ha aggiunto che questa tipologia di soggetti soffre di un’intensa secchezza vaginale e prurito, che trova sollievo con il fresco. Nonostante l’intenso dolore genitale che avverte durante il rapporto sessuale, il desiderio rimane conservato, anche se spesso accompagnato da ansia da prestazione.
La cute di Arsenicum album invecchiando si assottiglia e perde elasticità, significa che sul viso probabilmente si noteranno lesioni precancerose, soprattutto nei soggetti che si sono esposti frequentemente al sole. Inoltre, la paziente può soffrire di un’atrofia genitale che si manifesta con un intenso bruciore che migliora con il calore. Sul piano psicoemotivo l’eccesso di controllo comporta l’incapacità di rilassare completamente i muscoli del pavimento pelvico.
Le pazienti appartenenti alla tipologia Natrum Muriaticum, in tarda età presentano escrescenze color pelle – definite cheratosi seborroiche – diffuse sulla superficie cutanea e delle protuberanze benigne dovute alle ghiandole sebacee ipertrofizzate, soprattutto sulla fronte. Sul piano psico-comportamentale, cercano il contatto fisico non finalizzato al coito che, invece, spesso rifiutano.
Le relatrici hanno continuato soffermandosi su Calcarea, una tipologia che da un punto di vista dermatologico mostra cheratosi seborroiche grandi e solitarie e producono papillomi penduli e iperplasie sebacee sul viso. Dal punto di vista ginecologico, Calcarea è spesso associata a una condizione di ipogonadismo femminile, in cui l’organismo non produce abbastanza testosterone, con scarso interesse sessuale che peggiora con l’età, portando a un calo della libido. Infatti, questi soggetti sono spesso incapaci di raggiungere l’apice del piacere.
Parlando di Sepia, la dott.ssa Chiarantano ha commentato come tutto sembri cedere: il volto della persona risulta “cascante” caratterizzato da rughe gravitazionali, le palpebre superiori si abbassano e in alcuni casi c’è una caduta precoce dei capelli. Nella sfera genitale, le altre “labbra” tendono al prolasso, si riduce la tonicità muscolare, rispecchiando un calo della libido. Queste pazienti sentono fortemente i cambiamenti dovuti all’invecchiamento, soprattutto dalla fase menopausale in poi, chiudendosi in sé stesse e mostrando indifferenza verso il partner.
Il soggetto Silicea soffre di una difficoltà di cicatrizzazione, con una pelle caratterizzata da rughe gravitazionali. Sul piano genitale la rigidità di Silicea si manifesta con la perdita di elasticità vaginale e la ricorrenza di infezioni genitourinarie, nascondendo da un punto di vista psico-comportamentale una fragilità nelle relazioni sentimentali.
Infine, le relatrici hanno terminato l’intervento osservando altri due profili: il primo quello di Thuya, che manifesta una cronicità di infezioni genitourinarie, difficili da debellare e la persistenza di piccole escrescenze benigne, i condilomi, anche dopo la menopausa. A livello dermatologico presenta una pelle grassa e untuosa, con numerose e voluminose cheratosi seborroiche e macchie solari e quando si formano epiteliomi, ovvero tumori benigni o maligni che nascono dalla cellula – come suggerisce il nome epiteliale – tendono a essere nodulari.
Il secondo è quello di Causticum: sono pazienti che soffrono di prurito intenso e secchezza cutanea anche sui fianchi e sul dorso, con numerose cicatrici stellate e purtroppo, hanno la tendenza a sviluppare carcinomi. Sotto l’aspetto intimo le pazienti mostrano distrofie e ulcerazioni genitali. Sul piano psicologico, queste cicatrici esistenziali si traducono in un tentativo di trasformare il dolore in piacere, con assenza di inibizione sessuale.