L’omeopatia può coprire un vuoto terapeutico in ambito ginecologico?

Certamente. La donna si trova a vivere diverse fasi della vita, caratterizzate da disturbi legati alle variazioni ormonali che arrivano talvolta a interferire negativamente sulle attività quotidiane, dall’adolescenza all’età fertile, dalla gravidanza fino alla menopausa.

Per fare subito un esempio, l’omeopatia in gravidanza permette di trattare con efficacia e sicurezza i disturbi che accompagnano i nove mesi di gestazione e per i quali spesso non abbiamo altre alternative terapeutiche.

L’omeopatia è spesso scelta anche per le giovani donne che soffrono di alterazioni del ciclo mestruale, come un ciclo troppo lungo o troppo corto, un ciclo totalmente assente o doloroso o gravato dai sintomi della sindrome premestruale, perché permette di trattare queste problematiche senza ricorrere necessariamente alla pillola contraccettiva. Un’esigenza particolarmente sentita nelle giovanissime, per le quali l’immaturità dell’asse ipotalamo/ipofisi/ovaio non trae giovamento dal ricorso a un farmaco come la pillola.

Vi è poi il caso di donne affette da un pregresso tumore al seno, che vengono mandate in menopausa anticipata e presentano sintomi del climaterio, ma che non possono assumere terapie ormonali. Ma vi sono anche donne che presentano turbe della coagulazione, alle quali non possiamo prescrivere la pillola contraccettiva perché a rischio trombosi.

In tutti questi casi, l’omeopatia è uno strumento in più che il medico ha nel cassetto del suo ambulatorio, una valida opportunità terapeutica efficace, ben tollerata e che non presenta effetti collaterali. In un’ottica di medicina integrata, può essere tranquillamente associata ad altre terapie farmacologiche.

Si dice che l’omeopatia offra una visione a 360° gradi sulla persona; può spiegarci meglio questo concetto?

I medicinali omeopatici ci permettono di offrire alla donna un trattamento che cura la persona nella sua globalità e, in particolare, che possa contrastare il presentarsi in modo recidivo di una patologia. Per questo motivo, l’omeopatia è indicata ad esempio in caso di infezioni ricorrenti, in quanto riesce a curare la tendenza ad ammalarsi sempre nello stesso modo, trattando il ‘terreno’ della donna, e al contempo riesce a ridurre la frequenza degli episodi acuti, oltre che la sintomatologia.

La peculiarità della terapia omeopatica è la capacità di adattarsi a ogni paziente, personalizzando la terapia; ciò implica, da parte del medico, un ascolto attento e approfondito, perché il medicinale omeopatico non incide solo sul sintomo, ma agisce anche in maniera più profonda su tutta la persona e va scelto attentamente.

Parlando di disturbi del ciclo mestruale, la sindrome premestruale è uno dei disturbi più frequenti. Si può trarre beneficio dall’uso di medicinali omeopatici?

La sindrome premestruale sembra riguardare circa il 50% delle donne, nel 20% dei casi in modo severo. Sono stati annoverati numerosi sintomi appartenenti a questa sindrome, i più conosciuti e diffusi sono le alterazioni dell’umore in senso ansioso-depressivo o di irritabilità, disturbi del sonno, gonfiore addominale e mammario, disturbi gastroenterici e della pelle.

La sindrome premestruale si verifica in genere durante i 7-10 giorni precedenti le mestruazioni e termina solitamente dopo l’inizio del flusso mestruale. Se chiedessimo a più donne quali sintomi manifestano, avremmo risposte molto diverse, che prevederebbero l’uso di specifici medicinali omeopatici. Possiamo trovarci di fronte a una donna con facilità al pianto, che cerca consolazione e ha bisogno di stare con gli altri, freddolosa, con ritenzione idrica che si manifesta soprattutto negli arti inferiori e riferisce gambe pesanti e difficoltà circolatorie.

Vi può essere invece il caso di una donna che soffre di disturbi digestivi, nausea, stitichezza e insonnia, molto impegnata sul piano lavorativo o scolastico, che vive il ciclo mestruale come un fastidio e un impedimento. Ancora diverso è il caso di una donna con disturbi della pelle che si aggravano con l’arrivo del ciclo, come acne o infezioni erpetiche. Questa è la peculiarità dell’omeopatia: a ciascuna di queste donne il suo medicinale.

L’omeopatia è indicata anche nei casi di dismenorrea?

È certamente opportuno distinguere tra dismenorrea primaria e secondaria; nel primo caso, alla base del dolore non vi è spesso una causa specifica e a provocarlo sono le contrazioni dell’utero promosse dalle prostaglandine, molecole associate all’infiammazione. Nella dismenorrea secondaria, invece, i sintomi possono essere legati a patologie dell’apparato riproduttivo, come l’endometriosi.

In generale, la dismenorrea è caratterizzata da un dolore di tipo crampiforme e colico (ossia con momenti di maggior sofferenza e momenti in cui il dolore è minore) che colpisce la parte bassa dell’addome. La sintomatologia dolorosa può estendersi ai lombi e agli arti inferiori e può essere associata ai sintomi della sindrome premestruale, a cui abbiamo accennato in precedenza.

L’omeopatia offre la possibilità di personalizzare la cura e di ridurre, o addirittura risolvere, la ricorrenza della sintomatologia. In questi casi è sempre importante rivolgersi a uno specialista per un consulto e una diagnosi precisa e approfondita.