A colloquio con Christelle Besnard–Charvet, ginecologa, ostetrica e omeopata

Durante gli anni sono state fatte molte ricerche e sono state avanzate diverse ipotesi per spiegare l’endometriosi, ma nessuna evidenzia completamente tutte le forme di questa malattia. Tipico della patologia è il dolore in aumento: il primo giorno di ciclo mestruale è nullo e più il periodo delle mestruazioni si allunga più le donne soffrono. Ciò che dovrebbe far scattare l’allarme è la combinazione del dolore uterino durante le mestruazioni associato ad altri dolori, per esempio durante i rapporti sessuali, la defecazione o la minzione, ma soprattutto l’aumento col passare del tempo, nonostante la pillola e trattamenti analgesici. Come sottolinea la Dott.ssa Christelle Besnard–Charvet, “l’endometriosi può ricordare il comportamento di alcune tipologie di tumori: difficili da individuare e con forme gravi e meno gravi, sempre senza una spiegazione. Un titolo giornalistico recitava “L’endometriosi, un cancro che non uccide”, il che è vero: il 90% delle endometriosi non sono molto gravi e non hanno complicazioni”.

Ma cos’è davvero l’endometriosi? Questa patologia, che colpisce il 10% – 15% delle donne in età riproduttiva e il 30% – 50% delle donne infertili o che hanno difficoltà a concepire[1], è un’infiammazione cronica benigna degli organi genitali femminili e del peritoneo pelvico, causata dalla presenza anomala di cellule endometriali che, in condizioni normali, si trovano solo all’interno dell’utero. A oggi la diagnosi di endometriosi è molto difficile, in parte perché non esiste solo un tipo di endometriosi – alcune donne si trovano con noduli, altre con fibrosi e altre ancora solo con forti dolori – in parte perché non c’è una vera e propria comunicazione specifica in merito.

Una volta però scoperta la malattia, la cosa importante è che le donne siano accompagnate anche dal supporto psicologico: alcune endometriosi sono il risultato di traumi giovanili o problematiche legate alla gravidanza, come afferma la Dott.ssa Besnard-Charvet “queste donne hanno varie ragioni per non sentirsi bene. L’appoggio psicologico con un professionista abituato a queste patologie croniche, e l’appoggio omeopatico, aiutano a tenere la situazione sotto controllo e ad evitare trattamenti che possono essere molto pesanti”.

Per quanto riguarda la cura, tra le raccomandazioni più comuni per il trattamento dell’endometriosi e dei dolori che essa comporta, ci sono tre possibilità: la medicina convenzionale, che al momento è il trattamento ufficiale; il trattamento ormonale, altamente sconsigliato; e l’omeopatia.

Quest’ultima può agire a diversi livelli per quanto riguarda l’infiammazione cronica: aiuta a ridurre la dose di analgesici che trattano il dolore e agisce anche sui sintomi associati, come diarrea, dolore al seno, mal di testa, irritabilità, gonfiore, problemi circolatori o sindrome premestruale. Inoltre, bisogna ricordare che l’omeopatia tratta tutta la persona e non solo la malattia in sé.

L’omeopatia è quindi la medicina di sostegno nel trattamento dell’endometriosi e la Dott.ssa Besnard–Charvet sottolinea che “Nelle cure di supporto oncologiche si usano spesso gli stessi trattamenti omeopatici utilizzati per l’endometriosi e si sono visti degli ottimi risultati”.

Un altro aspetto da tenere presente è che spesso l’endometriosi è la causa della dismenorrea, ovvero i comuni dolori mestruali localizzati nell’utero. Per l’esattezza, durante il ciclo mestruale, il rivestimento interno di quest’organo, chiamato endometrio, cambia e viene evacuato al momento delle mestruazioni. L’utero è un muscolo e ha la capacità di contrarsi ma, come il cuore, non può essere controllato, di conseguenza provoca forti dolori in alcune donne, descritti spesso come crampi o spasmi, che sono legati alla secrezione di un ormone, la prostaglandina.

Generalmente localizzata verso il basso ventre, la dismenorrea può irradiarsi ai lati (dolore nelle ovaie), verso il basso (vescica e vagina), verso la schiena (glutei e reni), e può essere distinta in due tipologie:

  • Primaria: riguarda principalmente le ragazze al primo ciclo ed è generalmente legata al volume delle mestruazioni, un utero più contrattile e forse il fumo.
  • Secondaria: colpisce le donne che, quando smettono di prendere la pillola, soprattutto intorno ai 25 anni, iniziano ad avvertire dolori mestruali intensi: possono esserci cause organiche come fibromi, polipi, adenomiosi ed endometriosi.

Come nella cura dell’endometriosi, anche in questo caso l’omeopatia è una buona risposta agli intensi dolori mestruali. La Dott.ssa Besnard-Charvet evidenzia che: “se domani mi dicessero, per assurdo: non puoi più prescrivere l’omeopatia, non saprei come fare nel 90% delle situazioni. Il 10% in cui non ne ho bisogno è per la contraccezione: ma l’omeopatia non è contraccettiva! Per tutto il resto – micosi ricorrenti, vampate di calore, disturbi del ciclo, sindrome premestruale e dolori mestruali – l’omeopatia è al primo posto nel mio arsenale terapeutico e può essere integrata senza problemi o controindicazioni con la medicina tradizionale”.

 

 

 

[1] https://www.salute.gov.it/portale/donna/dettaglioContenutiDonna.jsp?id=4487&area=Salute%20donna&menu=patologie