Ci può raccontare qualcosa della sua carriera?

Attualmente sono professoressa ordinaria e coordinatrice dei laboratori di ricerca e sviluppo presso l’Universidade Federal do Rio de Janeiro (UFRJ, Brasile) e ricercatrice associata presso la Society for Cancer Research e presso ISCADOR AG (Svizzera). Le mie attività di ricerca si concentrano sullo sviluppo di nuovi prodotti farmaceutici progettati per combattere la crescita anomala di cellule in grado di diffondersi rapidamente, causando potenzialmente numerose patologie. In particolare, sto studiando l’uso di soluzioni naturali per la salute, compresi i medicinali omeopatici e la fitoterapia.

Sono membro della Farmacopea Omeopatica Brasiliana[1] dal 2008 e, in questo ruolo, partecipo alla stesura dei testi della farmacopea, supportando in particolare le farmacie e le industrie farmaceutiche brasiliane nell’istituzione di procedure di controllo della qualità.

Sono anche tra i fondatori del Consorzio Accademico Brasiliano per la Salute Integrativa[2] (CABSIN). Questa organizzazione, sostenuta dal Ministero della Salute brasiliano e da altri organismi internazionali, è stata creata per contribuire a promuovere la ricerca scientifica come parte di una concezione integrativa della salute, cioè un approccio che combina la medicina convenzionale e quella complementare per fornire ai pazienti una cura a tutto tondo.

Dal 2021 sono anche Direttore degli Affari Internazionali della Facoltà di Farmacia dell’UFRJ, il che ha comportato il coordinamento di una serie di progetti internazionali con istituzioni di Paesi come India, Italia, Svizzera e Brasile: un’esperienza davvero interessante!

Cosa l’ha spinta a interessarsi alla ricerca in omeopatia? 

Il mio interesse per la ricerca in omeopatia è iniziato più o meno nello stesso periodo in cui sono stata nominata professoressa di omeopatia presso la Facoltà di Farmacia dell’UFRJ. Nel 2004 ho iniziato a fare ricerca di base* utilizzando modelli chimico-fisici (adottando diverse metodologie, come conduttività elettrica[3], risonanza magnetica nucleare[4], analisi termica[5] e spettroscopia Raman[6]) e modelli di coltura cellulare per comprendere i meccanismi d’azione dei medicinali omeopatici. Nel 2005 abbiamo avviato un progetto di ricerca sui medicinali omeopatici creati a partire da materia vivente, come virus e batteri. Mi sono concentrata in particolare sul virus dell’influenza che colpisce gli esseri umani. Questo progetto ha portato a due pubblicazioni[7] [8]sulla rivista scientifica Homeopathy e a numerose presentazioni a congressi nazionali e internazionali. Proprio questi articoli e presentazioni hanno contribuito a lanciare la mia carriera nel campo della ricerca in omeopatia.

Tra i suoi numerosi progetti di ricerca, sta studiando l’attività biologica delle soluzioni omeopatiche. Che cosa comporta questo e a quali conclusioni è giunta? 

Negli ultimi 10 anni ho supervisionato un importante progetto di ricerca dedicato allo sviluppo di nuovi medicinali omeopatici creati a partire da materia vivente, tra cui virus (influenza e febbre dengue), protozoi (forme parassitarie) e funghi, con l’obiettivo di creare nuovi prodotti farmaceutici per combattere malattie virali, parassitarie e fungine. Ho coordinato progetti di ricerca sia di base* che clinica**.

Per quanto riguarda la ricerca di base*, l’utilizzo di modelli in vitro (ricerche condotte su microrganismi, organi o cellule, al di fuori del loro contesto naturale) e in vivo (ricerche condotte su organismi viventi) ha permesso di individuare le azioni biologiche delle soluzioni omeopatiche, anche in presenza di diluizioni elevate.

Sul sistema immunitario

Nel caso dell’influenza, abbiamo osservato una modulazione delle risposte immunitarie in vivo e un aumento del rilascio di citochine in vitro. Le citochine sono molecole che aiutano le cellule immunitarie a comunicare e sono secrete principalmente dai linfociti (globuli bianchi che contribuiscono all’immunità adattativa) e dai macrofagi (cellule di difesa dell’organismo responsabili dell’assorbimento di particelle estranee[9]).

In presenza di malattie parassitarie all’origine di disturbi cutanei o viscerali invalidanti, come la leishmaniosi, abbiamo osservato un rilascio di citochine che porta a un numero maggiore di cellule immunitarie negli animali infettati da questi parassiti[10]. Questo lavoro è stato condotto sotto la supervisione di un comitato etico e in conformità con le linee guida vigenti per la ricerca basata su sperimentazione animale. I risultati confermano quelli pubblicati da diversi ricercatori in tutto il mondo.

Sul metabolismo cellulare

Per “metabolismo cellulare” si intendono tutte le reazioni che avvengono all’interno di una cellula e che ne consentono il funzionamento. Nel corso della nostra ricerca, abbiamo notato un calo dell’attività metabolica delle cellule trattate con le diluizioni omeopatiche, che le proteggeva dalle infezioni fungine[11].

In un contesto di ricerca clinica**, abbiamo dimostrato che questi preparati omeopatici sono in grado di prevenire i sintomi dell’influenza nei bambini, attraverso uno studio clinico in doppio cieco, randomizzato e controllato con placebo.

Per realizzare questa ricerca, ho utilizzato una metodologia perfezionata dal dott. Roberto Costa, un medico omeopata brasiliano.

Il processo consiste nel creare medicinali omeopatici a partire da materia vivente purificata, utilizzando parametri precisi per garantire la sicurezza del preparato. Questa metodologia, descritta nella Farmacopea Omeopatica Brasiliana e in altre pubblicazioni ufficiali in tutto il mondo, ci ha permesso di ottenere risultati significativi a favore dell’omeopatia.

 A quale altro importante progetto di ricerca omeopatica sta lavorando al momento? 

 Attualmente stiamo lavorando alla valutazione dell’omeopatia nel trattamento della dipendenza da tabacco. I prodotti a base di tabacco creano dipendenza a causa del loro contenuto di nicotina, ma la combustione di una sigaretta produce anche oltre 7.000 componenti che possono potenzialmente danneggiare sia i fumatori che le persone che li circondano.

A oggi si tratta di un grave problema di salute pubblica e, attraverso questo nuovo programma di ricerca in campo omeopatico, abbiamo cercato di trovare delle risposte. Applicando una specifica tecnica di estrazione standardizzata dal nostro gruppo, abbiamo preparato medicinali basati sull’estrazione del fumo di sigaretta. Uno studio clinico randomizzato e in doppio cieco condotto su 84 partecipanti per un periodo di 1 anno ha dimostrato l’importanza dell’approccio cognitivo-comportamentale in combinazione con il trattamento omeopatico contro il fumo. Attualmente, per confermare questi primi risultati, sono in corso nuovi studi clinici in altri laboratori di ricerca brasiliani e anche in contesti clinici diversi.

Come vede il futuro della ricerca omeopatica? 

Sono molto ottimista sul futuro della ricerca in omeopatia.

Lo sviluppo di progetti di ricerca che riguardano nuovi medicinali omeopatici creati da materia vivente, come virus o batteri, è particolarmente importante per il trattamento di malattie prioritarie, come febbre dengue, chikungunya, malaria, epatite e COVID. Questi progetti di ricerca sono fondamentali per poter discutere dei benefici dell’omeopatia in termini di salute e di costi. Su questa base, e alla luce di molti risultati precedenti, i medicinali omeopatici sembrano essere un’opzione efficace per il trattamento di malattie nuove e/o esistenti, nell’ambito di un approccio integrativo, efficace e sicuro alla medicina.

È tempo di unire le forze per superare gli ostacoli e i pregiudizi che impediscono all’omeopatia di essere integrata nei sistemi sanitari pubblici.

 

 


*L’obiettivo principale della ricerca di base è produrre conoscenza e comprendere i fenomeni naturali. Nelle scienze della vita e della salute, si tratta di decifrare i meccanismi che regolano la vita degli organismi viventi: il funzionamento del corpo umano, così come quello degli organismi e di tutte le altre entità con cui interagisce[12].   

**La ricerca clinica umana si riferisce a studi scientifici condotti su esseri umani al fine di sviluppare conoscenze biologiche o mediche. Si tratta di una forma di ricerca prospettica, che prevede il monitoraggio di pazienti o volontari sani[13]

[1] https://www.gov.br/anvisa/pt-br/english/pharmacopeia

[2] https://en.cabsin.org.br/o-cabsin/

[3] Holandino et al. Modeling physical-chemical properties of High Dilutions: an electrical conductivity study. International Journal of High Dilution Research,7:165 – 173, 2008

[4] Holandino et al. NMR analysis: potential and challenges as a homeopathic basic research tool. International Journal of High Dilution Research, 21: 34 – 35, 2022

[5] Holandino et al. Structural and thermal analyses of zinc and lactose in homeopathic triturated systems. Homeopathy, 106:160 – 170, 2017

[6] Fontes et al., 2021. Physicochemical Properties of Zinc and Lactose in Solid Mixtures: Influence of Trituration Process. Homeopathy, 111: 164 – 175, 2021

[7] Siqueira CM, Costa B, Amorim AM, Gonçalves M, Féo da Veiga V, Castelo-Branco M, Takyia C, Zancan P, Câmara FP, Couceiro JN, Holandino C. H3N2 homeopathic influenza virus solution modifies cellular and biochemical aspects of MDCK and J774G8 cell lines. Homeopathy. 2013 Jan;102(1):31-40.

[8] Siqueira CM, Motta PD, Cardoso TN, de Paula Coelho C, Popi AF, Couceiro JN, Bonamin LV, Holandino C. Homeopathic treatments modify inflammation but not behavioral response to influenza antigen challenge in BALB/c mice. Homeopathy. 2016 Aug;105(3):257-264.

[9]https://www.larousse.fr/encyclopedie/medical/cytokine/12350#:~:text=Mol%C3%A9cule%20s%C3%A9cr%C3%A9t%C3%A9e%20par%20un%20grand,la%20r%C3%A9gulation%20des%20r%C3%A9ponses%20immunitaires.

[10] Cajueiro APB, Goma EP, Dos Santos HAM, Almeida Rodrigues I, Toma HK, Araújo SM, Bonamin LV, Gomes NBN, Castelo-Branco MTL, de Souza Dias EP, Dos Santos Pyrrho A, Holandino C. Homeopathic medicines cause Th1 predominance and induce spleen and megakaryocytes changes in BALB/c mice infected with Leishmania infantum. Cytokine. 2017: 95:97-101.

[11] Holandino, C. (2019). Therapeutic potential of nosodes: challenges, translationality and perspectives. Dans Transdisciplinarity and Translationality in High Dilution Research: Signals and Images GIRI Series. 1 ED. Cambridge : Cambridge Scholars Publishing, v.1: 244-265).

 

[12] https://www.inserm.fr/nos-recherches/recherche-fondamentale/

[13] https://www.inserm.fr/our-research/clinical/la-recherche-clinique/