Salute e medicine complementari in tempi di Covid-19, è questo l’argomento di grande attualità affrontato dal nuovo Manifesto per la Salute di cui la SIOMI (Società Italiana di Omeopatia e Medicina Integrata) si è recentemente fatta promotrice con lo scopo di fare il punto sul ruolo delle MT&C (Medicine Tradizionali e Complementari) in questa fase storica.

Ne abbiamo parlato con la dott.ssa Simonetta Bernardini, Presidente SIOMI e già responsabile del Centro ospedaliero di Medicina integrata dell’Ospedale di Pitigliano.

Dottoressa, come è nata l’idea di redigere questo Manifesto per la salute e quali sono le motivazioni che hanno spinto la SIOMI a portare avanti questo progetto?

L’idea di questo Manifesto è nata nell’ambito delle iniziative che come Società di Medicina Integrata portiamo avanti, confrontandoci con gli altri rappresentanti delle medicine complementari e con cui collaboriamo da molti anni in diversi progetti. A fronte della terza ondata pandemica, e della diffusione incontrollata di numerose varianti, abbiamo sentito l’esigenza di porre l’accento sul contributo che la medicina integrata può offrire in questa emergenza. Si tratta di un lavoro collettivo di cui SIOMI si è fatta promotrice, ma al quale hanno collaborato PRM (Medicina Fisiologica di Regolazione), OMEOMEFAR (Associazione Pugliese Medici e Farmacisti Omeopati), SMB (Società Medica Bioterapica Italiana) e SSIMA (Società Scientifica Italiana per la Medicina Ayurvedica).

Quali i punti più importanti del Manifesto?

Il Manifesto si apre con la posizione dell’OMS sulle Medicine Tradizionali e Complementari, identificate come componenti importanti dell’assistenza sanitaria. Molti Paesi, infatti, riconoscono la necessità di sviluppare un approccio coerente ed integrato che consenta a Governi, operatori sanitari e pazienti, di avere accesso alla MT&C in modo sicuro, economico ed efficace.
Tra i diversi punti analizzati nel documento, un elemento fondamentale che si è voluto sottolineare è quello della prevenzione proattiva o “empowerment”: i pazienti diventano protagonisti della propria salute, non limitandosi a subire passivamente le decisioni altrui, vissute spesso con insofferenza. A questo si aggiungono specifici presidi che riguardano le diverse pratiche terapeutiche: l’omeopatia, ad esempio, dispone di numerosi medicinali che possono rinforzare il terreno immunitario di ciascuno. Di supporto, in tal senso, sono anche altre medicine complementari, come l’omotossicologia, la medicina ayurvedica e la fitoterapia.

Centrale nel Manifesto anche il tema del Covid-19, malattia la cui evoluzione è tuttora oggetto di osservazione e studio. Quale supporto si può fornire ai pazienti, specialmente nelle prime fasi di incubazione della malattia?

Il Sars-CoV-2 ha dimostrato di essere un virus con una fase di incubazione che può variare da 2 fino ad un massimo di 14 giorni. Inoltre, spesso i pazienti manifestano una sintomatologia lieve, se non addirittura assenza di sintomi. Proprio in questo frangente si potrebbe proporre ad esempio una terapia con medicinali omeopatici, scelti sulla base delle peculiarità del singolo. In generale, come detto prima, la medicina integrata può essere usata in modo preventivo, per supportare il paziente nel rafforzare le proprie difese immunitarie.

In relazione proprio a queste prime fasi, quali tipi di farmaci omeopatici sono risultati più efficaci?

Dai primi risultati dell’iniziativa dell’ECH (European Committee of Homeopathy) denominata CLIFICOL, in cui medici omeopati di tutta Europa (e recentemente esteso a medici provenienti da altri paesi extra europei) hanno raccolto casistiche di pazienti affetti da Covid-19 tramite una piattaforma dedicata (sono oltre 1000 i casi finora registrati), è emerso che Arsenicum album è stato scelto come genio epidemico in India. Tra i farmaci omeopatici maggiormente, prescritti figurano anche Bryonia alba e Gelsemium sempervirens

Come può la medicina integrata aiutare i pazienti nel long Covid?

La medicina integrata può aiutare sia nel long Covid (ovvero i postumi del virus che possono persistere fino a mesi dopo l’ultimo tampone negativo) sia nel post Covid. L’omeopatia, in particolare, offre moltissime possibilità di trattamento, che devono essere valutate dal medico sulla base dei sintomi individuali del paziente, naturalmente.

Il Manifesto evidenzia l’importanza di una medicina fatta su misura della persona. Quale ruolo riveste quindi il medico in tale contesto?

Il Manifesto ha posto nuovamente l’accento sul valore della medicina della persona. In generale, la situazione pandemica attuale ha imposto ai medici di trattare ogni paziente come caso singolo, data la complessità e la variabilità di sintomi che presentano i soggetti colpiti dal virus. La terapia migliore per il paziente è quindi decisa sulla base del suo specifico comportamento biologico. Ecco perché in tale contesto torna primario il ruolo del medico, che ha proprio il compito di consigliare e indirizzare il paziente verso una terapia personalizzata, che tenga conto del suo quadro clinico.

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