Dott. Occhiuto, per quali problemi dermatologici può essere indicato e può essere proposto al paziente un approccio integrato?
L’omeopatia può venire in aiuto sia per disturbi più semplici, come una verruca, sia per patologie croniche, come la psoriasi. Chiaramente fanno eccezione i problemi organici irreversibili, dove tuttavia ci sono casi in cui i medicinali omeopatici possono essere comunque di aiuto, come ad esempio nel ridurre gli effetti collaterali di radio e chemioterapie. Senza dubbio i farmaci convenzionali consentono di gestire la fase acuta, a volte rapidamente, ma non contribuiscono in alcun modo a prevenire o a ridurre la frequenza con cui si presentano eventuali recidive. Prescrivere farmaci omeopatici a fianco di una cura tradizionale, in altre parole, proporre al paziente di adottare un approccio integrato è senza dubbio estremamente utile.
Come dermatologi, durante la formazione universitaria e specialistica, impariamo a fare diagnosi anche piuttosto difficili e singolari, mi piace immaginarci come dei collezionisti di francobolli. Ma all’atto pratico, quando dobbiamo individuare la proposta terapeutica, abbiamo mezzi piuttosto limitati, gli antibiotici, gli antinfiammatori, gli antistaminici e gli anticorpi monoclonali che nelle patologie recidivanti non aiutano a fare in modo che esse non si ripresentino alla sospensione della terapia. É per questo motivo che ho sentito la forte necessità di andare oltre la diagnosi nosologica, ovvero per categorie predefinite, e poter contare sulla varietà terapeutica offerta della disciplina omeopatica. Il medico omeopata non si limita a definire quale malattia presenta il paziente, ma ha bisogno di comprendere anche le caratteristiche soggettive del malato in cui essa si manifesta.
Dobbiamo tenere presente che l’omeopatia consente di sfruttare una terapia informazionale. In altre parole, l’organismo del paziente riceve dei segnali di risonanza secondo la legge di similitudine e viene stimolato con frequenze specifiche per quel determinato soggetto a tornare alla sua condizione di equilibrio.
Quali sono i motivi che spingono il paziente a scegliere una cura omeopatica?
Alcuni sono spinti da un’esperienza di utilizzo precedente. Per altre problematiche di tutt’altra natura non legate a problemi dermatologici, hanno sperimentato una cura integrata e ne hanno tratto benefici. Ci sono anche pazienti che hanno sviluppato una tachifilassi, una sorta di assuefazione al trattamento tradizionale e che si dimostrano interessati e aperti a una terapia omeopatica, pur non avendola mai assunta perché sono consapevoli che gli effetti collaterali sono inesistenti. In questi casi dedico tempo a spiegare cosa significa adottare un approccio integrato e i concetti base, diciamo, per esempio cosa sono i granuli, come funziona il tubo nel quale sono contenuti o la posologia.
Anche in dermatologia si possono verificare casi di farmaco resistenza?
Sì questo succede tipicamente con gli steroidi topici, più comunemente chiamato cortisone. A volte succede perché è stato prescritto e/o assunto in maniera non corretta, dato che deve essere utilizzato e poi sospeso per un tempo almeno corrispondente o superiore per consentire ai recettori il wash out, altrimenti si perde in efficacia. È un fenomeno che può succedere anche nella medicina complementare, che un individuo diventi meno ricettivo nell’assunzione di un farmaco piuttosto che di un altro. Per questo motivo, di solito ai miei pazienti prescrivo una terapia integrata alternando una pausa tra un ciclo di terapia e il successivo.
Ha riscontrato un aumento nell’incidenza dei casi di alcune patologie?
Sì, nella mia esperienza clinica ma anche confrontandomi con i colleghi, ho constatato che alcuni disturbi si stanno presentando sempre più frequentemente, quelli di tipo autoimmune o legati al sistema circolatorio, come l’orticaria, i geloni, la psoriasi e la dermatite atopica. Ultimamente c’è stato un aumento considerevole di chi soffre di herpes zoster, che sappiamo non essere una patologia autoimmune ma che si verifica per lo stesso virus che in precedenza ha causato una varicella, rimasto latente e si è riattivato in un momento di debolezza del sistema immunitario.
Esiste una predominanza di un disturbo dermatologico a seconda del genere del paziente?
Sulla base di quello che posso osservare quotidianamente, no non c’è una correlazione tra una tipologia di malattia e se il paziente è uomo o donna. È vero che occupandomi anche di chirurgia dermatologica, spesso mi occupo di richieste di tipo estetico di pazienti donne, che sono attente e monitorano i cambiamenti della propria pelle, a volte più spesso del genere maschile.