Menopausa e salute ormonale: perché serve un approccio integrato
Parlare di menopausa oggi resta fondamentale. Come spiega la dottoressa Giuliana Stolfi – specialista in ostetricia e ginecologia, omeopata, esperta di fitoterapia, medicina integrativa e ormoni bioidentici, sessuologa clinica – molte donne affrontano ancora questa fase della vita senza gli strumenti adeguati. La dottoressa sottolinea come la mancanza di informazione e di accompagnamento medico renda più complesso gestire non solo i sintomi fisici, ma anche le trasformazioni emotive che la menopausa porta con sé.
Oltre alle note vampate e all’insonnia, emergono infatti disturbi più sottili ma profondi legati alla salute ormonale: stanchezza, calo dell’umore, secchezza vaginale, variazioni del desiderio sessuale e cambiamenti nella percezione di sé. Per questo, secondo la dottoressa, sarebbe utile parlare non solo di menopausa ma anche di perimenopausa, cioè la fase di transizione che la precede, in cui è possibile prevenire molti disagi con un approccio preventivo e integrato.
Omeopatia in menopausa: come funziona e quando può aiutare
L’omeopatia può diventare un alleato importante nel percorso di cura, da sola o accanto alla medicina allopatica (come la terapia ormonale sostitutiva), la fitoterapia e il supporto psicologico. L’obiettivo non è semplicemente sopprimere un sintomo, ma ristabilire l’equilibrio del benessere femminile.
Spiega Giuliana Stolfi: “la forza di questo approccio sta nella personalizzazione: ogni donna vive la menopausa in modo diverso e il medicinale omeopatico deve adattarsi ai sintomi specifici che mostra. Per esempio, un’insonnia legata a risvegli notturni si tratta in modo diverso da una difficoltà di addormentamento. Allo stesso modo, una vampata di calore diurna non è uguale a una notturna”.
La dottoressa osserva che l’omeopatia può intervenire su più livelli contemporaneamente: migliorare la qualità del sonno, regolare l’umore, ridurre l’ansia e sostenere il benessere sessuale. Non si tratta solo di “curare” la menopausa, ma di accompagnare la donna in un percorso di adattamento e consapevolezza del proprio corpo.
Ascolto e relazione: il primo passo per affrontare la menopausa
Nella sua quotidianità clinica, la dottoressa Stolfi nota come molte donne arrivino alla visita con un bisogno prima di tutto emotivo: essere ascoltate e comprese. Spesso, racconta, si tratta di pazienti che si sentono smarrite o non riconosciute nei loro disturbi. Per questo, il tempo dedicato al colloquio e alla spiegazione diventa parte integrante della cura.
“L’omeopatia – aggiunge – richiede una relazione continuativa: il medico deve poter monitorare l’evoluzione dei sintomi, perché la risposta al trattamento può cambiare nel tempo. A volte il miglioramento è immediato, altre richiede aggiustamenti progressivi”. “La menopausa non è una malattia – ama ricordare la dottoressa – ma un passaggio fisiologico che va accompagnato con rispetto e attenzione”.
Benessere femminile e stile di vita: i tre pilastri per stare meglio
Accanto alle terapie, la dottoressa Stolfi sottolinea l’importanza dei tre pilastri del benessere femminile: alimentazione, movimento e sonno. Con il calo degli ormoni, il metabolismo cambia e diventano più frequenti piccoli aumenti di peso o modifiche nella distribuzione corporea. Anche la regolarità dei ritmi circadiani – orari dei pasti, del sonno e della veglia – è fondamentale per mantenere un equilibrio ormonale.
“L’omeopatia, in questo quadro, si integra perfettamente: può aiutare a favorire l’adattamento del corpo ai nuovi equilibri, migliorando la risposta dell’organismo e la tolleranza ai cambiamenti fisiologici”.
Per Giuliana Stolfi, la menopausa può diventare un momento di riscoperta di sé. L’omeopatia e la medicina integrativa aiutano a riconoscere e riequilibrare i segnali del corpo, offrendo alle pazienti la possibilità di vivere questa fase con maggiore energia, serenità e consapevolezza.
“L’omeopatia – conclude – non cancella il sintomo: accompagna la donna verso un nuovo equilibrio, restituendole fiducia nel proprio corpo e nella propria capacità di stare bene”.

