L’antibiotico resistenza ha effetti non solo in termini di aumento della mortalità, ma anche di impatto economico. In Europa si registrano più di 35mila casi di morte l’anno per infezioni resistenti agli antimicrobici, di queste circa 11mila avvengono in Italia[1]; una minaccia per la salute pubblica, che si traduce in 1,5 miliardi di euro all’anno per spese sanitarie.

Cercare di contrastare l’antibiotico resistenza è sicuramente una priorità in tutte le politiche dei sistemi sanitari degli stati membri dell’Unione Europea, che devono identificare un piano nazionale per affrontare questa problematica e definire strategie sanitarie per ridurne l’incidenza.

Medicine complementari e antibiotico resistenza

Recenti studi suggeriscono il grande potenziale che le medicine non convenzionali, come l’omeopatia, possono avere nel ridurre le problematiche legate all’antibiotico resistenza. È stato rilevato, infatti, come alla somministrazione di una cura omeopatica corrisponda un minore uso di antibiotici e di farmaci antipiretici/antinfiammatori, un recupero più rapido, minori effetti collaterali e una maggiore soddisfazione terapeutica, rispetto alla medicina convenzionale.

Uno studio[2], condotto sulla gestione da parte di diverse pratiche mediche delle infezioni del tratto respiratorio superiore, mostra come i pazienti che hanno scelto di consultare medici di base specializzati in omeopatia abbiano utilizzato meno antibiotici e farmaci antipiretici/antinfiammatori, con un’evoluzione clinica simile. Un altro studio[3] ha invece dimostrato che, nel trattamento di disturbi respiratori acuti e dell’orecchio in un contesto di cure primarie, l’efficacia dell’omeopatia è paragonabile a quella della medicina convenzionale.

Strategia per contrastare l’antibiotico resistenza

EUROCAM ha pubblicato un nuovo documento che promuove la volontà di contrastare le problematiche legate all’antibiotico resistenza[4], con un appello per un sistema sanitario efficace, sostenibile e orientato a rafforzare la salute generale dei pazienti e ad accrescere la loro capacità di recupero. La strada da perseguire dovrebbe basarsi su:

  • promozione di stili di vita sani;
  • ricerca di trattamenti e modelli non antibiotici sicuri ed efficaci, non inquinanti, che aiutino a prevenire, curare e gestire le malattie infettive attraverso una migliore resistenza del paziente;
  • creazione di un sistema sanitario efficace, sostenibile e orientato a rafforzare la capacità di recupero dei pazienti, che richiede un’azione nei settori della politica, dell’istruzione pubblica, della ricerca e dello sviluppo.

Le strategie sanitarie, volte a rendere le persone più forti rispetto alle infezioni, dovrebbero essere considerate prioritarie in tutte le politiche dell’UE. Sono, infatti, soluzioni più efficaci e sostenibili rispetto allo sviluppo di nuovi antibiotici, che richiede un processo lungo e dispendioso.

 

 

 

[1] Antimicrobial consumption in the EU/EEA (ESAC-Net), Annual Epidemiological Report for 2021

[2] L.  Grimaldi-Bensouda, B. Bégaud, M. Rossignol, B. Avouac, F. Lert, F. Rouillon, J. Bénichou, J. Massol, G. Duru, A. Magnier, L. Abenhaim, D. Guillemot, Management of upper respiratory tract infections by different medical practices, including homeopathy, and consumption of antibiotics in primary care: the EPI3 cohort study in France 2007-2008, in Plos One, 2014.

[3] M. Haidvogl, D. S Riley, M. Heger, S. Brien, M. Jong, M. Fischer, G. T Lewith, G. Jansen, A. E Thurneysen, Homeopathic and conventional treatment for acute respiratory and ear complaints: a comparative study on outcome in the primary care setting, in BMC Complement Alternative Medicine, 2007.

[4] Resolving AMR by reducing the reliance on antibiotic treatment, EUROCAM, 2022.