Si è tenuto giovedì 14 ottobre l’evento “Integrative Oncology – The missing link in Europe’s Beating Cancer Plan” organizzato da Boiron in partnership con Euractiv e che ha visto diversi ospiti discutere sul tema della medicina integrata per la cura delle malattie oncologiche.
Sono stati riportati i risultati di una serie di studi condotti in tutta Europa che hanno provato i benefici che la medicina integrata può portare nel trattamento degli effetti secondari causati dalle terapie tumorali. Sempre più pazienti stanno infatti cercando soluzioni che possano limitare gli effetti collaterali dei trattamenti oncologici tradizionali e migliorare la loro qualità di vita. Soluzioni che la medicina integrata può fornire, come ha ribadito Dolors Montserrat, Chair of PETI committee, Member of BECA and ENVI committees, former Spanish minister of Health.
Si è parlato dell’importanza di avere sempre più centri in Europa che collaborino per diffondere e condividere la conoscenza sulla tematica, come ha sottolineato Birgitta Sacrédeus, Chair of the Interregional Group on Health and Well-being, Rapporteur of the CoR opinion on Europe’s Beating Cancer Plan.
Michael Frass, Dottore e Ricercatore della Medical University of Vienna (MUW), ha poi condiviso gli eccellenti risultati di uno studio condotto su pazienti oncologici, da cui emerge un notevole miglioramento dei parametri medici in chi aveva ricevuto anche trattamenti omeopatici oltre a quelli convenzionali, rispetto a chi aveva ricevuto un trattamento placebo in aggiunta a quello convenzionale.
Il punto di vista italiano è stato presentato dal Dottor Elio Rossi, direttore dell’Ambulatorio di Medicina complementare presso l’ospedale provinciale Campo di Marte di Lucca. Il Dottor Rossi si è focalizzato sull’attività svolta nella struttura toscana, istituita nel 2013, dove vengono garantite gratuitamente alcune terapie omeopatiche e complementari, tra cui l’agopuntura, con ricadute positive sulla riduzione dell’uso di farmaci convenzionali e dei costi per la salute. Grazie a diversi studi che hanno coinvolto centinaia di pazienti dal 2013 al 2020, la maggior parte donne, il team di esperti dell’Ambulatorio è stato in grado di dimostrare l’efficacia dei trattamenti di medicina complementare, che hanno portato a una riduzione significativa degli effetti secondari legati ai trattamenti oncologici quali nausea, vomito e ansia.
Rossi ha poi sottolineato come il ruolo della medicina integrata quale terapia di supporto per i pazienti con il cancro sia stato recentemente riconosciuto nel manuale sul cancro al seno della European Commission Initiative on Breast Cancer, dove si sostiene la necessità di avere normative scritte per l’utilizzo della medicina integrata complementare nel trattamento del cancro al seno.
Erik Buelens, Presidente dell’associazione di pazienti Pro Homeopathia in Belgio, ha messo in luce la problematica attuale per cui i pazienti che richiedono trattamenti complementari spesso non sono adeguatamente seguiti dagli oncologi che li hanno in cura. Sono ancora molti i pazienti che seguono terapie complementari senza avvisare i propri medici curanti, spesso per evitare pressione e giudizi sfavorevoli. Inoltre, alcune istituzioni continuano a sconsigliare l’utilizzo della medicina complementare durante i trattamenti contro il cancro. “Questo può essere giustificato nel caso in cui si vada a interferire chimicamente con il trattamento tradizionale” – ha affermato Buelens.
Anne-Laure Leclere, Head of Scientific and Medical Affairs dell’azienda Boiron, ha poi illustrato brevemente le caratteristiche principali dell’oncologia integrata, tra cui la prevenzione e l’adozione di approcci personalizzati per i pazienti.
Si è quindi parlato di cosa si possa fare per migliorare la situazione in Europa, andando a sottolineare la differenza rispetto alle pratiche già in uso da diverso tempo negli Stati Uniti. Il Dottor Rossi ha spiegato che la situazione nel continente europeo è diversa rispetto a quella oltreoceano perché la sanità in Europa è principalmente pubblica. La domanda che bisogna porsi è quindi su come integrare la medicina complementare nel sistema della sanità pubblica tenendo conto delle normative. L’agopuntura, per esempio, è stata approvata nei LEA e quindi chi la utilizza ha accesso alle cure gratuite.
Sul tema degli Stati Uniti è intervenuta anche Leclere, che ha sottolineato che l’Europa è ancora molto indietro nonostante le diverse iniziative che sono state portate avanti negli anni.
Rossi ha poi sottolineato le difficoltà che si riscontrano in Europa quando si parla di adottare una soluzione a livello europeo, dato che tra i vari Paesi vigono sistemi differenti. È necessario creare un fronte unico che metta d’accordo oncologi, politici, università e anche operatori sanitari in modo tale da aumentare la domanda di questi trattamenti. I fondi sono ancora molto ridotti e c’è bisogno di maggiore impegno da parte delle istituzioni affinché la medicina integrata venga accettata e utilizzata sempre più frequentemente.
L’oncologia integrata “è un fenomeno in crescita”, ha ribadito Rossi. Si parla di un trattamento complementare che è “alleato del trattamento contro il cancro. Non è un’alternativa, non è contro, ma è con e insieme al trattamento oncologico”.
Per concludere, tutti gli esperti coinvolti concordano che l’oncologia integrata rappresenti il futuro del trattamento contro il cancro. Sono ancora molti gli step che devono essere seguiti non solo a livello europeo ma anche nazionale. Ci sono prove che dimostrano l’efficacia di questi modelli e i professionisti devono cominciare ad adottare tali pratiche anche nel rispetto delle diverse culture e opinioni delle persone.
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