A luglio 2020, l’Osservatorio Nazionale sull’Impiego dei Medicinali (Osmed) ha rilasciato i dati del “Rapporto nazionale 2020 sull’uso dei farmaci in Italia”. Dal rapporto emerge che nell’anno della pandemia, le prescrizioni di farmaci e il numero di confezioni prescritte a bambini e adolescenti sono diminuiti di circa il 30% rispetto all’anno precedente, soprattutto è diminuito il consumo di antibiotici, mentre sono in forte crescita i farmaci del sistema nervoso centrale che si collocano al 3° posto tra i farmaci maggiormente prescritti. Nel 2020, l’Osmed ha rilevato la prevalenza d’uso degli psicofarmaci nella popolazione pediatria, con un aumento dell’11,6% rispetto all’anno precedente, soprattutto nella fascia d’età 12-17 anni. Al contrario, gli antibiotici hanno subito un calo di vendita e prescrizione come effetto della pandemia da COVID-19.

Partendo dal Rapporto 2020 sull’uso dei farmaci in Italia, realizzato da Osmed, la Dottoressa Lucilla Ricottini, medico pediatra di Roma, ci spiega il perché sono aumentate le prescrizioni di psicofarmaci nei bambini e perché preferisce trattare i suoi giovani pazienti con l’omeopatia.

Secondo la Dottoressa Ricottini, “distanziamento e mascherine sono i motivi principali della riduzione di vendita e prescrizione degli antibiotici: l’uso dei dispositivi medici ha evitato il proliferare di alcune malattie, bloccando la possibilità d’infezione. Ecco perché in molti stanno pensando di mantenere la mascherina anche in futuro”. Se il dato può essere valutato come positivo, la Dottoressa mette in guardia da un altro tipo di problema: “è vero che le malattie sono diminuite, ma con loro è diminuita anche la forza del nostro sistema immunitario che, col tempo, potrebbe non riconoscere più alcuni microrganismi e quindi non difendere il nostro corpo”.

Contrariamente, il Rapporto evidenzia l’aumento degli psicofarmaci nei più piccoli e, per la dottoressa Ricottini, il fenomeno nasce a margine del Covid-19 e del momento che stiamo vivendo, “i bambini hanno sofferto maggiormente a causa del lockdown e delle restrizioni che la pandemia ci ha imposto: tutto quello che sono costretti a vivere li porta inevitabilmente a soffrire di stati d’ansia e paure, che molto probabilmente si protrarranno anche in futuro”. Le problematiche dei più giovani però non riguardano solo l’ansia e la paura, “spesso i bambini sviluppano anche forme di balbuzie e tic dovuti a limitazioni e situazioni particolari”.

Nella sua esperienza medica, la Dottoressa Ricottini ha sempre utilizzato farmaci omeopatici per curare i suoi pazienti, soprattutto quando si tratta di ansia e stress nei bambini. “Mi sono sempre affidata a omeopatia e fitoterapia: passiflora, valeriana, biancospino e tilia tomentosa sono solo alcuni tra integratori e tinture madri che utilizzo nelle varie fasce d’età pediatrica per il trattamento, associati eventualmente a sedute con psicologi e psicoterapeuti. Questo perché omeopatia e fitoterapia permettono di avere una buona gestione degli stati d’ansia e delle paure, al contrario delle medicine tradizionali”.

I dati del Rapporto sui farmaci sono allarmanti, ma è ancora più allarmante ciò che potrebbe succedere in futuro come concausa della pandemia: “i neonati sono quelli che potrebbero subire più pressioni e problemi” sottolinea Ricottini, “nei primi anni di vita non hanno avuto modo di confrontarsi con la mimica facciale, se non quella dei genitori, a causa di mascherine e altri dispositivi che stiamo utilizzando. Questo aspetto potrebbe evidenziarsi con la crescita, come una maggiore difficoltà nel relazionarsi con le altre persone o nel comprendere le emozioni e i sentimenti di chi gli sta vicino”. Un problema simile si potrà riscontrare anche nei bambini che ancora non sono nati: le ansie e la paure che provano le mamme durante la gravidanza, soprattutto nell’ultimo trimestre, vengono trasmesse direttamente al feto a causa dell’aumento del cortisolo. “Si tratta di impronta simpatico-tonica, ovvero il neonato subisce uno stimolo del sistema neuro-vegetativo per effetto dei troppi ormoni materni”.

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