14.340 sono le persone coinvolte nell’indagine condotta da Toluna Harris Interactive negli ultimi 18 mesi in 14 paesi: Francia, Spagna, Italia, Germania, Stati Uniti, Canada, Colombia, Bulgaria, Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia e India. Il campione in ogni nazione, di circa 1.000 intervistati, è stato selezionato secondo criteri di genere, età (superiore ai 18 anni) e caratteristiche socio professionali. 

L’utilizzo dell’omeopatia

La storia e la diffusione dell’omeopatia, il numero di aziende produttrici di medicinali omeopatici, il funzionamento del sistema sanitario nazionale, la fiducia e l’interesse che le persone provano nei confronti delle medicine integrative e in che modo sono regolamentate e integrate con le medicine tradizionali: sono questi i fattori che, variando da un paese all’altro, influiscono sull’utilizzo dell’omeopatia nel mondo.  

Spiccano per livelli elevati di utilizzo l’India – che si conferma essere il principale utilizzatore a livello mondiale – seguita dalla Colombia e dalla Francia, dove rispettivamente il 78%, il 71% e il 59% degli intervistati dichiara di aver usato l’omeopatia negli ultimi 12 mesi. 

La media europea si aggira intorno al 50% per la maggior parte degli stati, tra i quali Germania, Italia, Bulgaria e Romania. Allargando la lente a tutti i paesi in cui è stata condotta la ricerca, il 57% degli intervistati afferma di aver utilizzato l’omeopatia nel corso della propria vita. Diminuisce di poco il tasso, in media il 48% se invece si analizzano solo gli ultimi 12 mesi. 

Una soddisfazione elevata e diffusa

L’alto grado di impiego come terapia medica è accompagnato da un altrettanto elevato gradimento di soddisfazione. Infatti, l’indagine ha evidenziato che tra coloro che scelgono di assumere medicinali omeopatici, 8 utenti su 10 si dichiarano soddisfatti. È così per i pazienti cechi, spagnoli, italiani e ungheresi

Oltreoceano, il livello è ancora più alto: si passa a 9 persone su 10, negli Stati Uniti e in Colombia e a più di 9 considerando l’India

Un apprezzamento che si proietta nella volontà di ricorrere all’omeopatia anche in futuro, mostrando fiducia nel trattamento complementare: tra coloro che attualmente la utilizzano, il 75% dichiara che continuerà a farlo. In Francia, India e Colombia si sono registrate percentuali ancora più elevate. 

Una soluzione terapeutica naturale per ogni età

L’omeopatia è adatta per rispondere alle esigenze di ogni fascia di età, dall’infanzia alla vecchiaia. Una persona può decidere di assumerla in tutte le fasi della propria vita, trovando un valido supporto terapeutico in ogni occasione di necessità. 

La ricerca ha approfondito come i tre principali ambiti di utilizzo, secondo il campione, siano la salute del bambino, una patologia cronica (come allergie, eczema, sinusite ecc.) o a seguito di un trattamento tradizionale che è risultato inefficace. In paesi come Stati Uniti, Colombia, Italia e Spagna, un quarto ambito molto diffuso è la pratica sportiva, soprattutto il recupero post attività. 

La medicina integrativa presenta alcuni punti di forza, considerati dagli intervistati come i motivi principali per cui sceglierla. Al primo posto la naturalità, seguita dall’assenza di effetti collaterali e dall’idea che possa costituire una soluzione più sicura e rispettosa per la propria salute.

Come farmacisti e medici possono aiutare a far crescere l’omeopatia in futuro

La ricerca ha voluto anche indagare il ruolo che possono avere i professionisti della salute nella crescita e nella diffusione dell’omeopatia in futuro. 8 su 10 pazienti ne sono sicuri: se sceglieranno di affidarsi alle cure integrative, lo faranno ascoltando i consigli degli esperti. I farmacisti sono scelti dal 59% in Francia, dal 54% in Slovacchia, dal 52% in Repubblica Ceca e dal 47% in Germania. Ai medici generici di base si rivolgerebbe il 58% in Romania, il 52% in Bulgaria, il 47% in Polonia e il 45% in Italia. Ai medici omeopati invece il 65% in Colombia, il 64% in India e il 51% in Spagna. 

Rappresentano una particolare eccezione gli Stati Uniti, dove il 50% delle persone dichiara di essere più propensa a consultare Internet per ottenere informazioni.